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    Timossi: sulle ceneri del Diavolo

    Timossi: sulle ceneri del Diavolo

    Sulle ceneri del Diavolo. Facciamo un salto indietro. Non sono passati neppure due anni, è il primo giorno di febbraio del 2013, si è appena concluso il mercato di riparazione.  Riavvolgiamo il nastro, basta  fare un salto sul web, la fonte è Sky. Leggiamo: "Il Milan ha deciso di presentare Mario Balotelli nella sala vip di San Siro. Al Meazza possono entrare solo i giornalisti accreditati. Insieme a lui c'è Adriano Galliani e tocca all'amministratore delegato fare gli onori di casa". 

    Spiega Galliani: "Siamo contenti di aver portato in Italia l'attaccante della Nazionale italiana. E ringrazio l'avvocato Grassi che mi ha dato una grossa mano in questa trattativa. Una delle più complicate della mia carriera. Lo abbiamo riportato nella squadra del suo cuore. Sono molto contenti tutti. Sono raddoppiate le vendite delle magliette rispetto al passato. Questa è la sua sera quindi lo lascio ai giornalisti". 

    Prima parola chiave. SOGNO. Ancora Galliani: "Non ricordo esattamente quando è nata l'idea di portarlo qui, ma è da tempo. No si creavano mai le promesse perché accadesse. Era difficile e quando davo quelle percentuali è perché era tutto complicato. Ad Allegri chiediamo le cose che chiedevamo questa estate. Entrare in Champions ed è quello di sempre. Una richiesta fatta già questa estate, ma questa squadra dopo un periodo di ambientamento con tanti giocatori che erano partiti è andata bene. Siamo primi in classifica se si contano le ultime 14 partite". 

    Seconda parola chiave. TOP PLAYER. Galliani dixit: "Vogliamo costruirceli in casa anziché comprarli. E giochiamo con un attacco che ha tre ragazzi davanti, hanno 60 anni in tre. Questo è il Milan del futuro, lui rentra in questi parametri. Siamo andati avanti con Salamon, Saponara è rimasto all'Empoli, ma è nostro. Abbiamo ceduto otto giocatori, ne abbiamo preso quattro, è stato un gennaio movimentato. E non c'entrano le campagne elettorali. Il mercato era già fissato per gennaio, le elezioni sono state fissate dopo". 

    Ecco, per me il declino fin qui inarrestabile del Milan iniziò allora. Vero, quello fu un mercato di riparazione riuscito. Balotelli fu decisivo, la squadra di Allegri risalì in classifica, finì terza e centrò i preliminari. Però credo che la toppa alla fine si rivelò peggio del buco. La stagione seguente fu un disastro, Milan fuori da tutto e Allegri fuori dal Milan. Esonerato. Balotelli poi emigrerà a fine stagione, al Liverpool, tra le pernacchie. Saponara? Galliani si spinse avanti, quando arrivò lo definì pure il nuovo Rijkaard. Sarà, ma adesso non sa più dove sbolognarlo, forse finirà a Bologna. E Salamon? Ammetto che dopo il suo passaggio alla Sampdoria ne ho perso le tracce, suppongono sia al Pescara e non al Real Madrid. Inoltre, dopo i primi mesi di gioiosa convivenza, l'arrivo di Balotelli ebbe l'infausta conseguenza di sancire un rapido appannamento del suo amico El Shaarawy. Un appannamento dal quale il cristallino talento del Faraone non si è ancora ripreso. Cacciato Allegri, poi, non si è più trovato un sostituto adeguato. Non riesco a spiegami tre cose. Perché è stato preso Seedorf? Perché è stato sostituito con Inzaghi? E soprattutto insisto: perché non è stato ingaggiato un milanista vero (ma pure un allenatore vero) come l'ex ct azzurro Donadoni? Pare che i primi due fossero simpaticissimi al presidente Berlusconi. Il terzo no. Ma una cosa per me è chiara. Il Milan, è vero, non ha più le disponibilità economiche del passato, però non è il solo. ll Milan ha fatto di peggio: ha rinunciato a un progetto alternativo. Quello presentato da Galliani il primo giorno di febbraio di due anni fa. Senza soldi e senza fantasia. Rinunciando pure all'innesto di un giovane (ed eccellente) dirigente che sembrava già sulla soglia di Milanello, Sean Sogliano. Forse qualcosa cambierà, forse basterà aspettare le prossime elezioni politiche. 

    Giampiero Timossi

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