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    Timossi: Pogba, i piani segreti della Juve

    Timossi: Pogba, i piani segreti della Juve

    "Ma quello chi è?" Si chiama Pogba. “Beh, è fortissimo”. Non ricordo bene quando l’amico Umberto La Rocca, allora mio direttore al Secolo XIX, azzeccò la previsione: faceva un gran freddo, eravamo allo Stadium, la sua Juve giocava contro una delle genovesi e Pogba iniziava a muovere i primissimi passi nella squadra di Antonio Conte. Molti anni prima, un altro amico mi trascinò su un campetto romeno, alla periferia di Bucarest. “Vieni che ti porto a vedere uno fortissimo”, mi disse Roberto Sistici, gentiluomo-ex calciatore-avvocato-procuratore. Più o meno sono passati  10 anni, il ragazzo si chiamava Fabio Borini da Bentivoglio, aveva appena mollato Bologna per andare a crescere nelle giovanili del Chelsea. Io di quel pomeriggio romeno ricordo solo il freddo, lo ammetto. Non ho mai avuto la qualità di capire al volo le caratteristiche dei giocatori. Ci hanno provato in tanti a insegnarmi l’arte di scoprire talenti: allenatori come Scoglio, Cosmi, Ranieri, Ferrara, Gasperini, mentre quel geniaccio di Malesani si arrese praticamente subito,  comprendendo al volo la mia più spiccata sensibilità per le sfumature dell’Amarone; procuratori dei quali non farò il nome perché con il calciomercato sempre aperto è meglio così; colleghi dall’occhio tecnico vigile come Max Nerozzi della Stampa, Damiano Basso del Secolo, Bonan di Sky (che ama ironizzare su tutto, ma di calcio se ne intende), Parisi ex dell’Ansa (che ha ironia innata, ma di calcio capisce al massimo quanto il sottoscritto). Ci hanno provato direttori sportivi come Pantaleo  Corvino e Stefano Capozucca, occhio e croce gli ultimi a portare in Italia nuovi talenti veri: beh, alla fine si sono arresi pure loro.

    Detto questo voglio aggiungere che al Manchester United di sir Alex Ferguson probabilmente hanno commesso il mio stesso errore, soffrono del mio stesso occhio pigro visto che ora saranno costretti a sborsare 80 milioni per riprendersi Paul Pogba.  Però sono certo che il francese tornerà al Manchester e sicuro anche che a quelle cifre sia doveroso (non solo giusto) venderlo. Azzardo: sono anche convinto che il miglior Pogba si sia visto in questi anni, che in Premier faticherà più che nella nostra serie A e che difficilmente vincerà un Pallone d’Oro. Certo, è fortissimo, ma è un giocatore importante in una squadra come la Juventus che per crescere ancora e farlo anche a livello europeo dovrà cambiar pelle. Dovrà pensare che con i quattrini ricavati dalle cessione di Pogba dovrà acquistare anche  un sostituto di Pirlo, perché già dalla prossima stagione servirà un regista al posto di un straordinario cam-pi-o-ne nato il 19 maggio 1979. Ora vendendo subito (o sapendo di vendere subito) Pogba, l’ad bianconero Marotta dovrà agire con tempestività e muoversi sul mercato. Evitare cioè quando fatto dal Napoli dopo la cessione di Cavani: tutti sapevano che De Laurentiis aveva incassato 64 milioni e tutti erano pronti a far salire alle stelle le valutazione di un possibile obiettivo dei napoletani. 

    Insomma, Marotta dovrà far compere adesso per la prossima stagione. Cercando di strappare pezzi importanti a importati concorrenti in Champions League. Per capirci: prendere Isco dal Real Madrid, sapendo che nel 2013 lo hanno pagato 25 milioni. Bisogna prendere l’attaccante colombiano Falcao, magari convincendo tutti (pure lui) a finire nell’affare che porterebbe Pogba a Manchester o in alternativa Dybala o Cavani. Due colpi,  ma subito e poi buoni acquisti, per dare ad Allegri la possibilità di fare un 4-3-1-2, magari inserendo pure Gundogan mezzala del Borussia Dortmund e il giovane Sturaro già in procinto di rientrare dal Genoa. Occhio, questo è il piano segreto della Juve che verrà.  

    Giampiero Timossi

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