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    Timossi: Marotta, fatti coraggio

    Timossi: Marotta, fatti coraggio

    La panchina d'oro dovrebbero darla a lui. Scusate se insisto, ma continuo a pensare che Giuseppe Marotta dovrebbe spingere il piede sull'acceleratore. Dovrebbe, in questa estate 2015,  pigiare il piede sul pedale della frizione, cambiare marcia e poi aprire il gas.  La Juventus che ha vinto quattro scudetti di fila, ha appena perso la finale di Champions League, ma è proprio nella notte di Berlino che ha raggiunto il suo traguardo più importante. Quella notte l'ha riportata tra le grandi d'Europa, dopo la sciagura di Calciopoli e l'inferno della serie B. Invece, almeno fin qui, Marotta non schiaccia il piede e non accelera, quasi viaggiasse con grande serenità, utilizzando quel cambio automatico del quale probabilmente sarà dotato il suo jeeppone aziendale. 

    Marotta continua a viaggiare in automatico, con la sicurezza di chi ha già vinto tutto, visto tutto, comprato tutto. Così lo scatto non c'è, manca la capacità di cambiare passo e scenario: non più solo ai vertici in Italia, ma pure in Europa. Per farlo bisognerebbe cambiare strategia di mercato, sfidare Barcellona, Real, Bayern e compagnia bella. E invece no, Marotta tesse un'altra tela e con questa cerca di imprigionare e annientare tutte le concorrenti sul territorio nazionale. Non senza commetter qualche passo falso. O almeno non senza giocare qualche mossa che lascia al momento perplessi.

    Ed eccoci, dunque, alla panchina d'oro. Prendiamo tre nomi e altrettante valutazioni. Zaza è appena stato pagato 18 milioni, gli stessi spesi a suo tempo per Asamoah, mentre per Pereyra, conti alla mano, sono stai sborsati complessivamente 15 milioni.  Fanno 51 milioni, per tre riserve. E se Zaza potrà dimostrare le sue grandi potenzialità, se Pereyra si è mostrato spesso decisivo, altrettanto non si può dire per Asamoah. Almeno fin qui la valutazione del centrocampista ghanese appare eccessiva. Ora, scusate se insisto, Marotta dovrebbe darsi una mossa, piazzare un colpo che lo metta anche tra i big del calciomercato europeo. In verità un colpo gli servirebbe anche per respingere gli attacchi della concorrenza interna, che si sta facendo decisamente agguerrita. 

    Prendete l'Inter, lasciate perdere le sconfitte nelle amichevoli  estive: non contano, perché quel furbone di Roberto Mancini si sta facendo costruire una squadra da scudetto. L'arrivo di Jovetic, parere personalissimo, rappresenta al momento il miglior colpo del mercato. È un talento purissimo, lo portò in Italia e alla Fiorentina tal Pantaleo Corvino. Nessuno  come quell'attaccante montenegrino puntava e sbeffeggiava i difensori avversari. Sul ragazzo aveva già messo gli occhi Antonio Conte: lo voleva alla Juventus, Marotta non lo accontentò e la storia fu uno degli ultimi motivi di frizione tra tecnico e amministratore delegato. Giuseppe detto Beppe non può averlo dimenticato, come non avrà dimenticato di essere in possesso di molte qualità e di una in particolare: la fantasia. Quella che, per esempio, gli disse di portare Antonio Cassano dal Real Madrid alla Sampdoria. La stessa fantasia che gli servirà ora, per cambiare scenario e obiettivi. Obiettivo Champions League.

    PS: Singolare atteggiamento quello di Walter Zenga, allenatore della Sampdoria. La sua squadra ne becca quattro e fa una figuraccia all'esordio stagionale, lui sfila davanti ai tifosi e dice "è colpa mia" e aggiunge "io sono qui". Che la colpa sia sua ci sono pochi dubbi, più difficile capire quanto resterà "qui", cioè sulla panchina blucerchiata. Nell'attesa Zenga decide di chiudere il suo profilo twitter, troppe critiche, malgrado la sfilata della notte di Torino. Perché non basta dire ho sbagliato, bisognerebbe anche spiegare dove, quando  e perché. Ammettere, tanto per iniziare, che allenare Antonio Cassano non solo è possibile, ma risulterebbe anche utile alla causa sampdoriana. Non ammetterlo sì, sarebbe un errore. Con la speranza che nell'attesa Cassano non abbia cambiato idea. Ne avrebbe facoltà. 

    Giampiero Timossi

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