Timossi: la battaglia di Cassano
Cassano, dopo la firma, ha detto solo due parole: “Sono felice, sempre forza Samp!” . Scommetto che nei prossimi due anni non dirà molto di più. Non con le parole. E quella storia del “contratto con i sampdoriani” c’entra poco e anche su questo volendo si può fare un po’ di chiarezza. Cassano voleva davvero tornare solo alla Samp e ha cercato di farlo capire con educazione e serietà, ci ha lavorato con il suo procuratore e amico Beppe Bozzo spiegando che avrebbe fatto semplicemente il calciatore. E cioè rispettato le regole, tutte, come prevedono i contratti e gli ingaggi, senza bisogno di carte provate e altri contratti con i sampdoriani.
Su Cassano, qui su calciomercato.com e tra le righe del “Charuto”, abbiamo scritto parecchio. Sostenendo, sigaro in bocca, che doveva tornare a giocare. E che sarebbe stato un delitto impedirglielo, uno spreco fare in modo che non giocasse più in Italia, ma in qualche altro campionato. Era una semplice convinzione e ovviamente resta tale. Su calciomercato.com sono arrivati moltissimi commenti, molti duri (confesso, sono quelli che mi piacciono di più), altri sospettosi.
Carolina Marcialis, moglie di Cassano, ha fatto i complimenti al lavoro del nostro sito. Via, a parlare di cene offerte e favori da fare: no, tutto falso, la Cassano family è come noi, diretta, certe volte scontrosa, ma senza doppi fini. L’Italia è il Paese dove trionfa la cultura del sospetto. In alternativa prevale la sottocultura dello “zerbinaggio”, della volontà di piegarsi al senso comune delle cose. Sono due facce della stessa medaglia, i sospetti non bastano, bisogna dimostrare cosa ci può stare dietro. Su Cassano, per esempio, si è scritto molto, dimenticando la verità: sceglie, non tradisce e ha fatto così anche a Parma; ti manda a fanculo, ma non ti usa e quindi non gli va di essere usato. E soprattutto ha nei piedi l’intelligenza del gioco del calcio (ricordate quei 134 passaggi gol?).
Non è vero che non aveva mercato. Lo voleva il Bologna, lui avrebbe comunque preferito la Samp. Però tra i tentennamenti blucerchiati si è infilato il ds bolognese Pantaleo Corvino: aveva parlato con il procuratore Bozzo. “Aspettiamo la Samp”, diceva il calciatore. Intanto Delio Rossi, allenatore del Bologna, neppure lo voleva Cassano.
Opinione personale: Zenga e Rossi soffrono della stessa sindrome, sanno che le loro panchine non sono solidissime. Perché allora mettersi in casa uno come Cassano? Semplicemente perché ogni campionato può fare e farti fare una cinquantina di gol. Cassano ha un brutto carattere? Boh, io non lo conosco un granché, non personalmente, non abbastanza. Però mi fido di quando diceva Indro Montanelli: “Chi ha carattere ha un brutto carattere”.
Ora sì, sono felice che Cassano sia tornato alla Samp, non lo nascondo. Però proprio adesso mi è venuta un’altra idea, una “Cassanata” o una “Timossata” (via esageriamo). Mi piacerebbe che Cassano chiudesse la carriera al Manchester United. Con Louis van Gaal il barese farebbe 135 passaggi gol, in un solo campionato. Chi ha un brutto carattere rispetta e capisce chi ha un brutto carattere. Sogni d’oro.
Giampiero Timossi
Bentornato Amore Mio! #peterpan #isback @sampdoria pic.twitter.com/iQLbIJVu36
— Carolina Marcialis (@chriscarol99) 9 Agosto 2015