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    Timossi: Juve senza Pirlo? Meglio così

    Timossi: Juve senza Pirlo? Meglio così

    • Giampiero Timossi
    Polpacci e colpacci. Poi canzoni, certo: dai diamanti non nasce niente e anche su questo Fabrizio De Andrè aveva ragione. Più difficile stabilire un'altra cosa e la cosa è questa: senza Pirlo in campo la Juventus ha maggiori possibilità di superare gli ottavi di Champions League alle spese del Borussia. Una cosa ormai è certa da qualche ora: Andrea Pirlo salterà la sfida di Borussia e dovrà stare fermo per almeno venti giorni e la cosa era già stata anticipata in verità dal mio compare Massimiliano Nerozzi, il Migliore, ombra implacabile dei bianconeri per conto della Stampa.

    Pirlo aveva già avvertito un problema al polpaccio durante il riscaldamento di martedì sera, allo Juventus Stadium  (a proposito quando gli troveranno uno sponsor e cioè un nome?). Del dolore si era accorto anche lo staff medico di Massimiliano Allegri, aveva chiesto un parere al regista e lui li aveva tranquillizzati: "Tranquilli, non è nulla". Invece stop, fuori nella sfida di Champions, ieri gli esami che hanno evidenziato una lesione di primo grado al polpaccio destro. Salterà Dortmund, la sfida con la Roma e pure quella contro la Fiorentina in Coppa Italia. E' chiaro a tutti che è la partita di Champions a metà marzo quello di maggior rilevanza per la stagione bianconera.

    Alla vigilia del primo match contro il Borussia, dopo l'esaltante prova e il gol contro l'Atalanta si era levato un coro: grazie a Pirlo, grazie alle sue qualità e alla sua condizione, la Juventus potrà superare gli ottavi. Di più, c'era chi azzardava: solo grazie a Pirlo la Juve ce la potrà fare. Nel coro, almeno stavolta, cantava pure il sottoscritto. Poi ecco la novità. Succede tutto dopo 37 minuti di Juve-Borussia, il polpaccio dell'architetto Andrea cede, dentro Pereyra e Marchisio in cabina di ragia. Non ci sono controprove, ma il campo dice che sistemata così martedì sera la Juventus ha giocato meglio: più equilibrata, con la difesa meglio protetta (non sembravano in gran serata Chiellini e compagnia), con l'attacco capace di trovare quel dinamismo che porterà al meritato gol vittoria e con quegli inserimenti del centrocampo capaci di legittimare ancora di più il successo bianconero.

    Da qui nascono almeno tre considerazioni. La prima: la Juve può superare il turno anche senza Pirlo, ha il vantaggio dalla sua parte e gli uomini per farlo. Sarà durissima, ma si può. Secondo: Claudio Marchisio non può più essere sottovalutato, non mi stancherò mai di ripeterlo. Lo conobbi a Empoli, dove la Juve lo parcheggiò con Giovinco. "Claudio è un fenomeno, fidati". Io di Gigi Cagni mi sono sempre fidato e lo feci anche quella volta e con lui e Marchisio e Giovinco la "Città del Carciofo" andò in Europa. Ritrovai Marchisio alla Juventus, lo intervistai dopo il suo primo gol, alla Fiorentina. Lo abbracciai in un ristorante torinese, dopo la gara e lo abbracciai perché mi è sempre stato simpatico e credo la cosa sia rimasta reciproca. Mi disse, quella sera, che il suo film preferito era Manhattan di Woody Allen e finii per credergli. Aggiunse che il suo primo gol con la maglia della Juve lo dedicava a Borgonovo e Borgonovo lo ringraziò e disse: "Marchisio è il nuovo Tardelli".

    Io non l'ho mai dimenticato: Marchisio partiva da centrocampo, si gettava nello spazio e faceva gol prima che alla Juventus arrivasse Vidal. Marchisio che guarda il film in bianconero e pensa a Borgonovo ha pure l'intelligenza tattica per giocare da moderno regista, nel calcio di Conte e in quello di Allegri. E qui siamo al secondo punto: polpaccio e colpaccio. La Juve non dimentichi mai la forza di Marchisio, lo metta pure in panchina (intanto lui non farà mai una polemica) ma ce lo metta il meno possibile e non si sogni mai di venderlo. Ogni anno e per molti anni sarà lui il futuro della Juve e trattenerlo sarà il vero colpo di mercato.

    Terzo: contro il Borussia Marchisio dovrebbe fare il regista, Pereyra il trequartista e Vidal la mezz'ala, come nel paleolitico bianconero. Significa dunque che l'anello centrale della catena, l'uomo in regia, la Juventus ce l'ha: ieri, oggi e domani. Pirlo, risistemato il polpaccio, potrà tornare al suo posto, vincere ancora molto con la Juve, onorare almeno fino al giugno 2016 e all'età di 37 anni il suo contratto con il club (a mio avviso il più grande accordo dell'era Marotta). Poi ci sarà chi già c'è, Marchisio. La Juve si sta dimostrando invincibile in Italia e questo grazie anche al lavoro di Marotta, bravo non solo nelle prime, ma anche nelle secondo scelte: bravo nel risparmiare su Llorente e garantire all'attacco un futuro con Morata (un fenomeno, insisto: tra qualche anno lui potrà concorrere per il Pallone d'Oro). Per questo la Juventus, quest'estate potrà cedere alle lusinghe e ai milioni di altre società. Potrà vendere Pogba al Psg e magari portare a Torino il post-Pirlo, cioè Verratti. Potrà vendere Vidal, perché prima del cileno c'era già chi mordeva gli spazi e faceva gol. Come diceva Woody in Manhattan: " Marchisio era il suo centrocampista e lo sarebbe sempre stato". 

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