Timossi: Trap tra ebola, spugna e la Juve
"Allenare? Certo che ci penso ancora. Mi avevano chiamato in Africa, mi stuzzicava, volevo fare anche il vaccino contro il virus ebola. Lo faccio e via. Poi mia moglie è andata su tutte le furie. Tu sei matto, mi ha detto". La prima volta il Matto è apparso con una giacca di jeans. Magnifico, semplicemente. La seconda si è messo la cravatta, con un nodo grande, grosso e stretto il meno possibile, come piaceva a uno dei suoi maestri, Nereo Rocco. Davanti alla telecamera della Domenica Sportiva, come dietro le quinte di corso Sempione, Giovanni Trapattoni è sempre lo stesso. Cioè Giovanni Trapattoni. Parentesi: non sarebbe né bello né elegante parlare di un compagno di viaggio, peggio ancora parlarne bene, anzi benissimo. Non posso farci niente, lo voglio fare e lo farò: viva il Trap. Lui alla Ds è la stella, se la segui non ti perdi. Io mi arrabatto e fuori onda cerco di tirar fuori qualche buona idea. Dettagli, finiamola qui.
Non vedevo il Trap dagli Europei in Portogallo, una sciagura. Bene, lui non s’indignò, non rispose mai con arroganza alle critiche della stampa, sacrosante, ma spesso feroci. Sorride: "E' il mio mestiere, devi avere rispetto delle critiche". Sorride, apre una lattina di aranciata. Così placa la sete e curiosità di chi, subito dopo il secondo ko della Juve, chiede un commento nel privé. Troppo deboli quest’anno i bianconeri? Troppo remissivo Allegri che ha accettato senza fiatare le partenze di Vidal, Pirlo e Tevez? "Sono cicli, possono capitare, potrà essere un anno di transizione, ma è davvero presto per dirlo. Conosco bene la Juve, venderà cara la pelle, siamo solo all'inizio".
E Allegri? Assist, del Trap. Telefonata all'alba, immagini in bianco e nero. Ricordi. Non calcio, non solo. "Mi chiamò l'Avvocato, saranno state le 6 di mattina, non mi sorpresi, lo faceva spesso. Caro Trapattoni, dobbiamo vendere Boniek. Dissi all'Avvocato che Zibì era la vera anima della squadra, un trascinatore, più di Platini. Diciamo la verità: Michel ormai non aveva più una gran voglia. Insomma, cercai di oppormi. L'Avvocato Agnelli mi spiegò che Boniek doveva partire, che la Roma lo avrebbe pagato 3 miliardi di lire e che lui non voleva e non poteva arrivare a quelle cifre. Non poteva visto che la Fiat aveva appena messo duemila operai in cassa integrazione. Aveva ragione l'Avvocato, Boniek se ne andò e noi vincemmo comunque lo Scudetto". Zibì cavallo dell'Est a Roma vinse solo una Coppa Italia, la fatale Lecce impedì ai giallorossi di strappare alla Juve lo scudetto numero 22. Quindi, Trap? "Quindi bisogna capire cosa c'è dietro a questa strategia della Juve, bisogna aspettare".
Io però insisto, non capisco la strategia messa in piedi quest'anno dall'amministratore delegato Giuseppe Marotta. Anzi, temo che di strategico non ci sia nulla. Vanno via tre campionissimi? Basta prendere altri tre campioni. Allegri chiede da giugno scorso un trequartista? E prendetegli subito un trequartista, non annunciate la qualunque, per soddisfare solo sul filo di lana il desiderio primario dell'allenatore. L'arrivo di Hernanes mi ha lasciato a bocca aperta. Sicuramente sbaglierò, però al momento il suo ingaggio ha una sola traduzione: aiuta l'Inter a togliersi un esubero con relativo ingaggio. E Lemina? Sarà il vice Marchisio. Come Alex Sandro è il vice Evra. Infatti il brasiliano non ha ancora giocato e senza di lui è come correre in Cinquecento e lasciare in garage la Porsche. Vedremo, magari c'era tutta una strategia. Del Trap io mi fido e lo ringrazio. Anche per la sua prima telecronaca Rai. E' stata la cosa più bella di Italia-Malta 1-0. Perché la "difesa maltese è come una spugna: si mette acqua, acqua, acqua e alla fine si perde acqua". Parola del Trap, che sarà "matto" come dice la signora Paola, ma di strada ne farà ancora parecchia. Intanto si tiene informato: sapeva benissimo che in Guinea è stato testato un vaccino contro il virus ebola. Si chiama VSV-ZEBOV ed è risultato efficace al cento per cento. Ha 76 anni, ma il Trap è sempre sul pezzo. Spugna!
Giampiero Timossi