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Thuram: "Vincere con l'Inter è qualcosa che ti resta per sempre, voglio un altro Scudetto nel 2025"
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Come è stato giocare a San Siro con la maglia della Francia contro l'Italia?
"È stato magnifico, mi sono goduto ogni momento: dall'inno nazionale alla mia uscita dal campo fino al fischio finale. È stata un'esperienza magnifica".
Ti hanno toccato le critiche alla Nazionale francese?
"No, anche perché fanno parte del nostro sport. Da quando siamo diventati professionisti sentiamo critiche, ma penso che un calciatore di alto livello deve passarci sopra. Tutti possono pensare quello che vogliono, ma la cosa più importante è dare il massimo a ogni partita".
Qual è il tuo posto all'interno del gruppo?
"Quello che ho sempre occupato. Cerco sempre di dare il massimo per la maglia, per aiutare i compagni e portare buonumore. E far sì che il gruppo viva bene e che vinca".
Ti viene rimproverato di non fare molti gol in Nazionale, è una cosa che ti pesa?
"Francamente non ci penso, quando gioco con la Naizonale non è qualcosa che mi ossessiona quella di segnare. Cerco di fare belle partite, poi posso segnare o meno. Ma preferisco giocare bene senza segnare al segnare un gol e fare una brutta partita".
Come vivi la concorrenza con Randal Kolo Muani? "Bene, Randal è un amico. Lo conosco da prima della Nazionale, siamo molto vicini e ci parliamo ogni giorno. È una concorrenza molto sana".
Vi manca Kylian Mbappé?
"Sì, Kylian è molto importante in gruppo. Non c'era nemmeno Ousmane Dembélé, quindi è vero che è stato un raduno un po' bizzarro. A tavola eravamo un po' meno allegri ma speriamo tornino presto. Se ho avuto novità su di lui? Sì, sta bene, è nel migliore club nel mondo".
Come giudichi il tuo inizio di stagione con l'Inter? "Va tutto benissimo, ho segnato tante reti rapidamente. Poi non siamo ancora a punto come vorremmo essere e come lo eravamo a questo punto della scorsa stagione, ma col lavoro e mettendo insieme le partite penso che torneremo al nostro miglior livello".
Cosa ti manca per esaltare i tifosi francesi come fai con quelli dell'Inter?
"Forse i tifosi francesi dovrebbero parlare italiano...", dice ridendo.
Sulla sua ormai classica esultanza...
"Sì, piace davvero tanto... È vero che in Italia sono stato accolto benissimo dagli interisti e da tutti i tifosi italiani, è un po' il mio Paese d'adozione".
In Italia c'è meno pressione rispetto alla Nazionale?
"No, che indossi la maglia dell'Inter o della Francia o del Borussia Moenchengladbach non ho mai avuto pressioni. Quindi boh, serve che loro parlino italiano", ribadisce col sorriso.
Su cosa insiste Didier Deschamps nei tuoi confronti?
"Non insiste su nulla, mi conosce da 27 anni... Poi è vero che all'esterno si può pensare che mi sta spesso addosso ma è per il mio bene. Lo ha fatto dalla prima convocazione e continua a farlo, mi spinge molto ed è meglio così".
Ti dice di essere ancora più presente, di acquisire fiducia? "No no, non dice cose simili. Mi incoraggia come fa con tutti gli altri".
Sei una persona molto discreta nel privato, è una cosa voluta?
"Sì, poi penso di parlare quando serve che dica qualcosa. C'è gente che parla molto spesso, ma io preferisco parlare al telefono coi miei amici. Se parlo coi media lo faccio perché è successo qualcosa di grave o importante. Parlare per parlare, non è il mio genere; cerco di parlare in campo".
Quali sono i tuoi obiettivi del 2025?
"Spero di vincere ancora il campionato con l'Inter, è qualcosa che ti resta per sempre ed è un sentimento che ho voglia di rivivere".
Pensi già al Mondiale 2026?
"No, ci si rivedrà a marzo con la Nazionale ma non saranno i Mondiali... Andiamo di tappa in tappa, con tante partite che ci sono da giocare se pensiamo al 2026 non ci arriviamo".
Pesano le tante partite da giocare sulla testa dei calciatori?
"Ovviamente pesano, nella testa e nel morale oltre che alle gambe. Però siamo professionisti e cerchiamo di dare il massimo ma non si può rimanere insensibili al fatto che ci siano troppe partite".
Ma come provi a gestire la cosa?
"Io dormo, tanto".
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Commenti
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Un cartone è per sempre essere cartostellati rimane nella storia ha ragione Marcus. Chapeau!