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Thuram: 'No al PSG per l'Inter? È la scelta giusta, questo è un top club. Sono un 9, lo hanno capito prima di tutti'
LA NAZIONALE - "Arrivo in Nazionale sempre allo stesso modo, con la voglia di ripagare la fiducia che mi è stata data. Non considero questo stage più importante di altri, lo sono tutti. Arrivo con la voglia di fare prestazione e di aiutare la squadra".
RIVALI IN ATTACCO - "Non guardo Giroud e Kolo Muani, per niente. Non la penserò mai così. So che ci sono ottimi attaccanti in Francia, mi concentro su quello che faccio io. Se gli altri attaccanti segnano, è un bene per la squadra. Diventare titolari è l'obiettivo di ogni giocatore francese, giusto? Sì, per me è un sogno d'infanzia. Questo è anche ciò che mi fa alzare la mattina. L'essenza del mio lavoro è riuscire un giorno a diventare titolare. So cosa voglio, so cosa sto facendo, conosco i sacrifici che ho fatto e che farò per arrivarci. Ho sempre lo stesso obiettivo: diventare la versione migliore di me stessa. Ciò che voglio è progredire. E oggi lo faccio".
IL RUOLO NELL'INTER - "L'Italia mi insegna ad essere specifico per il lavoro. Questo è uno dei motivi per cui ho scelto l'Inter. Questo mi permetterà davvero di stabilirmi in questa posizione centrale. Poi mi porta altre cose: in Italia mi viene chiesto di giocare molto da perno per i miei compagni, di fare da appoggio per i centrocampisti, di attaccare la profondità. È un mix di molte cose. Muovendomi nel gioco, ho dovuto imparare nuovi metodi qui. In pochissimi mesi all'Inter sono cresciuto tantissimo".
INZAGHI - "Mi porta questa visione del calcio secondo cui facciamo le cose per qualcosa. Un posizionamento, un movimento, tutto viene fatto per una buona ragione. Non so se è chiaro quello che dico (ride). In effetti, ogni movimento in campo innesca qualcosa. E su questo si lavora ogni giorno, con tanti video, undici contro zero dove tutti i movimenti vengono eseguiti in maniera iperprecisa. Con lui sto sviluppando la mia intelligenza di gioco".
LAUTARO - "Lautaro è uno dei migliori attaccanti al mondo. È istinto. Sentiamo il gioco dell'altro. È un calciatore molto tecnico, sa far giocare i suoi compagni. È chirurgico. Quello che mi piace è questa sua qualità nell'ultimo tocco, questa calma che ha. Sono felice di giocare con lui. Stare con Alexis Sanchez, che non si scoraggia mai, è fonte di ispirazione. Anche il modo in cui muove il corpo Marko Arnautovic mi ispira. È il club perfetto per continuare a progredire. Poi ho ancora molte cose su cui lavorare".
SONO UN 9 - "No, oggi è in me. Oggi quando entro in campo, in una partita, in allenamento, deve essere decisivo. Sono un 9".
LA SCELTA DELL'INTER - "Devi sapere che due anni fa mi contattò l'Inter, giocavo come esterno ma mi avevano già individuato come 9. Pochi di loro avevano questa visione. Avevano una conoscenza molto precisa del mio potenziale sviluppo".
IL PSG E IL MERCATO - "Mi voleva il PSG? Ho parlato con tanti altri club. Non è stata una scelta facile. È stata una scelta che avrebbe definito la mia carriera. So di aver fatto la cosa giusta. Io non chiedo a nessuno di capire la mia scelta".
L'INTER - "So perché ho fatto questa scelta. So che chi conosce il calcio sa cosa rappresenta l'Inter, i giocatori immensi che ci hanno giocato. Quando indossiamo questa maglia sentiamo di indossare una storia. C'è un entusiasmo straordinario, quando incontriamo la gente per strada tutti parlano della partita che sta per arrivare. Vieni a vedere il derby (vittoria per 5-1 contro il Milan, 16 settembre), il rumore, le emozioni. Dopo il mio gol, ad esempio, è stato eccezionale. È uno dei club più grandi d'Europa. E poi entro in una squadra stabile, che funziona molto bene, che è stata finalista in Champions League (persa 0-1 contro il Manchester City, il 10 giugno), che ha grandi giocatori. La mia scelta è legata a tutto questo".