Thiaw nasconde il vero problema: Pioli ha cambiato il Milan dopo il derby
“Credo che ci sia mancato qualche giocatore in più dentro l’area in undici contro undici. Anche in dieci abbiamo fatto tutto quello che era necessario, abbiamo concesso poco: due tiri da 20-25 metri e uno di quelli è finito dentro”. Al netto della chiara incidenza dell’episodio dell’espulsione di Thiaw, che ha cambiato il senso e la direzione di una partita che il Milan stava comandando - pur senza impensierire più di tanto la Juve - Stefano Pioli ha individuato ed evidenziato a più riprese la situazione che più di qualunque altra ha fatto la differenza in negativo nella notte di San Siro. Quando Leao ed i compagni del reparto d’attacco non girano a mille, i rossoneri trovano grandi difficoltà in fase realizzativa, a maggior ragione contro avversari che difendono bassi, come la Juve di Allegri.
THIAW STECCA ANCORA, MA NON E' L'UNICO COLPEVOLE
CENTROCAMPO IN CALO - Alle problematiche croniche di sbloccare certe partite con espedienti come il tiro da fuori area o la palla inattiva si aggiungono quelle legate al comportamento dei centrocampisti ed in particolare delle due mezz’ali: nella stagione 2021/2022 (quella dell’ultimo scudetto) sono stati complessivamente 13 i gol collezionati dal terzetto Kessie-Bennacer-Tonali, un rendimento già sceso nel corso dell’annata successiva - 9 i centri di Tonali, Bennacer, Pobega e Krunic - e che nella prima parte di quella in corso sta riproponendo un trend che merita attenzione. Dei 16 gol totali segnati dal Milan in campionato (in Champions League è ancora a secco dopo due partite) solamente uno è stato realizzato direttamente da un componente della linea mediana: Loftus-Cheek, a segno a Cagliari e autore pure di due assist, prima di procurarsi l’infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori in occasione delle ultime due gare. Due i passaggi decisivi pure di Reijnders, che pure ha avuto le sue opportunità dall’inizio di questa stagione (15 tiri verso la porta avversaria) ma che sta denotando una precisione ben al di sotto degli standard a cui aveva abituato tutti nell’ultimo biennio in Olanda. 13 reti totali nelle due stagioni più recenti, a fronte delle due conclusioni che hanno preso lo specchio di porta, del palo e delle 7 parate registrate dai portieri rivali in questo avvio di Serie A (fonte Lega Serie A).
MILAN, I TOP E I FLOP CONTRO LA JUVE
ATTEGGIAMENTO - Aggiungiamo a questi dati il cross di Musah che frutta la rete decisiva contro il Genoa di Pulisic, ma a livello meramente statistico la produzione offensiva del centrocampo del Milan finisce qui. Il problema, il vero problema, è che o le cifre da sole rivelano solo una faccia della realtà. L’altra porta ad un ragionamento più ampio sull’atteggiamento dei giocatori citati (e di quelli non nominati come Krunic, Adli e Pobega) e sul modo di stare in campo di tutta la squadra. Il Milan visto contro la Juve fino al momento dell’episodio spartiacque di Thiaw è una squadra che si è fermata a metà strada: tentata sempre dall’idea - connaturata nel suo modo di fare calcio - di cercare gli uno contro uno in ogni zona del campo, ma al tempo stesso frenata dalla paura di patire difensivamente come in occasione della prima, pesantissima, sconfitta in campionato per mano dell’Inter.
PIOLI SE LA PRENDE CON L'ARBITRO
COSA E' CAMBIATO - La versione osé che ha sistematicamente messo in difficoltà i rossoneri contro i nerazzurri di Inzaghi è stata progressivamente abbandonata nelle settimane a venire per provare a mantenere un assetto più equilibrato: dopo i 9 gol messi a segno nelle prime quattro partite, dal post-derby in avanti sono arrivate 6 marcature considerando pure i primi due impegni di Champions e appena una rete negli ultimi tre impegni ufficiali, il guizzo a fine partita di Pulisic a Genova. Per paura di difendere in modo meno efficace - e in effetti, tolta la scoppola contro l’Inter, pure le precedenti partite avevano evidenziato una certa tendenza a subire le ripartenze avversarie in campo aperto - Pioli e i suoi calciatori hanno scelto di scendere a compromessi, ma le cose fatte a metà sono spesso quelle che alimentano i maggiori dubbi. La coperta è corta e i prossimi test contro Paris Saint-Germain e Napoli saranno molto indicativi.
THIAW STECCA ANCORA, MA NON E' L'UNICO COLPEVOLE
CENTROCAMPO IN CALO - Alle problematiche croniche di sbloccare certe partite con espedienti come il tiro da fuori area o la palla inattiva si aggiungono quelle legate al comportamento dei centrocampisti ed in particolare delle due mezz’ali: nella stagione 2021/2022 (quella dell’ultimo scudetto) sono stati complessivamente 13 i gol collezionati dal terzetto Kessie-Bennacer-Tonali, un rendimento già sceso nel corso dell’annata successiva - 9 i centri di Tonali, Bennacer, Pobega e Krunic - e che nella prima parte di quella in corso sta riproponendo un trend che merita attenzione. Dei 16 gol totali segnati dal Milan in campionato (in Champions League è ancora a secco dopo due partite) solamente uno è stato realizzato direttamente da un componente della linea mediana: Loftus-Cheek, a segno a Cagliari e autore pure di due assist, prima di procurarsi l’infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori in occasione delle ultime due gare. Due i passaggi decisivi pure di Reijnders, che pure ha avuto le sue opportunità dall’inizio di questa stagione (15 tiri verso la porta avversaria) ma che sta denotando una precisione ben al di sotto degli standard a cui aveva abituato tutti nell’ultimo biennio in Olanda. 13 reti totali nelle due stagioni più recenti, a fronte delle due conclusioni che hanno preso lo specchio di porta, del palo e delle 7 parate registrate dai portieri rivali in questo avvio di Serie A (fonte Lega Serie A).
MILAN, I TOP E I FLOP CONTRO LA JUVE
ATTEGGIAMENTO - Aggiungiamo a questi dati il cross di Musah che frutta la rete decisiva contro il Genoa di Pulisic, ma a livello meramente statistico la produzione offensiva del centrocampo del Milan finisce qui. Il problema, il vero problema, è che o le cifre da sole rivelano solo una faccia della realtà. L’altra porta ad un ragionamento più ampio sull’atteggiamento dei giocatori citati (e di quelli non nominati come Krunic, Adli e Pobega) e sul modo di stare in campo di tutta la squadra. Il Milan visto contro la Juve fino al momento dell’episodio spartiacque di Thiaw è una squadra che si è fermata a metà strada: tentata sempre dall’idea - connaturata nel suo modo di fare calcio - di cercare gli uno contro uno in ogni zona del campo, ma al tempo stesso frenata dalla paura di patire difensivamente come in occasione della prima, pesantissima, sconfitta in campionato per mano dell’Inter.
PIOLI SE LA PRENDE CON L'ARBITRO
COSA E' CAMBIATO - La versione osé che ha sistematicamente messo in difficoltà i rossoneri contro i nerazzurri di Inzaghi è stata progressivamente abbandonata nelle settimane a venire per provare a mantenere un assetto più equilibrato: dopo i 9 gol messi a segno nelle prime quattro partite, dal post-derby in avanti sono arrivate 6 marcature considerando pure i primi due impegni di Champions e appena una rete negli ultimi tre impegni ufficiali, il guizzo a fine partita di Pulisic a Genova. Per paura di difendere in modo meno efficace - e in effetti, tolta la scoppola contro l’Inter, pure le precedenti partite avevano evidenziato una certa tendenza a subire le ripartenze avversarie in campo aperto - Pioli e i suoi calciatori hanno scelto di scendere a compromessi, ma le cose fatte a metà sono spesso quelle che alimentano i maggiori dubbi. La coperta è corta e i prossimi test contro Paris Saint-Germain e Napoli saranno molto indicativi.