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Terremoto sulla Juve, ora rischia anche con la UEFA. Le speranze Champions e il precedente del Milan cinese
Il terremoto che si è abbattuto sulla Juventus in quello che rimarrà come un giorno da ricordare nella storia recente e non del club bianconero rischia di avere pesanti ripercussioni anche sul futuro in ambito internazionale. Lo scorso 1° dicembre infatti la UEFA, presieduta da Aleksander Ceferin, metteva in moto la sua macchina legale aprendo in maniera ufficiale un’indagine nei confronti della società italiana, in merito a "potenziali violazioni dei regolamenti sulle licenze per club e sul fair play finanziario". In attesa che la giustizia sportiva italiana - e anche quella ordinaria - espletino tutti i passaggi necessari e fondamentali, senza dimenticare i potenziali sviluppi sull’altro filone di indagine seguito da Consob e Procura di Torino - quello sulla manovra stipendi - è inevitabile domandarsi cosa rischi l’ormai ex club di Andrea Agnelli sul fronte europeo.
La risposta più banale e prevedibile è che, indipendentemente da quello che sarà il comportamento della Juve nell’Europa League che riparte a metà febbraio contro i francesi del Nantes, anche un eventuale successo che garantirebbe per regolamento la partecipazione alla Champions League della stagione 2023/2024 rischia seriamente di essere spazzato via dai possibili provvedimenti degli organi disciplinari della UEFA. A Nyon, come dicevamo, si seguono con grande attenzione gli sviluppi processuali che hanno come protagonista la squadra allenata da Massimiliano Allegri, con un occhio di riguardo in particolare all’eventualità di aver deliberatamente ritoccato le cifre dei bilanci oggetto di indagini, dal 2018 al 2020. Laddove infatti fossero comprovate irregolarità, che andrebbero inevitabilmente a ripercuotersi sul rispetto o meno dei paletti UEFA sul Fair Play Finanziario e che ricadrebbero pure sugli accordi previsti dal settlement agreement dello scorso 2 settembre, per la Juventus la situazione diventerebbe ancora più complicata.
Nessun pericolo, stando almeno alla giurisprudenza adottata in passato dal massimo organismo europeo, sulla possibilità di continuare a partecipare all’attuale Europa League, ma per la prossima annata sportiva (e forse non solo quella) si aprono scenari decisamente tetri. Come avvenne per il Milan nella stagione 2019/2020, di proprietà del fondo Elliott ma giudicato e poi punito per gli sforamenti dei tetti consentiti commessi dalla precedente gestione di Yonghong Li, l’esclusione da ogni competizione UEFA per uno o più anni è un’ipotesi da prendere assolutamente in considerazione. Lo scenario incredibile e paradossale di una Juve vincitrice dell’Europa League e comunque impossibilitata qualche mese più tardi a beneficiare del diritto di presenziare nel tabellone della Champions - peraltro da testa di serie - è tutt’altro che una chimera.
La risposta più banale e prevedibile è che, indipendentemente da quello che sarà il comportamento della Juve nell’Europa League che riparte a metà febbraio contro i francesi del Nantes, anche un eventuale successo che garantirebbe per regolamento la partecipazione alla Champions League della stagione 2023/2024 rischia seriamente di essere spazzato via dai possibili provvedimenti degli organi disciplinari della UEFA. A Nyon, come dicevamo, si seguono con grande attenzione gli sviluppi processuali che hanno come protagonista la squadra allenata da Massimiliano Allegri, con un occhio di riguardo in particolare all’eventualità di aver deliberatamente ritoccato le cifre dei bilanci oggetto di indagini, dal 2018 al 2020. Laddove infatti fossero comprovate irregolarità, che andrebbero inevitabilmente a ripercuotersi sul rispetto o meno dei paletti UEFA sul Fair Play Finanziario e che ricadrebbero pure sugli accordi previsti dal settlement agreement dello scorso 2 settembre, per la Juventus la situazione diventerebbe ancora più complicata.
Nessun pericolo, stando almeno alla giurisprudenza adottata in passato dal massimo organismo europeo, sulla possibilità di continuare a partecipare all’attuale Europa League, ma per la prossima annata sportiva (e forse non solo quella) si aprono scenari decisamente tetri. Come avvenne per il Milan nella stagione 2019/2020, di proprietà del fondo Elliott ma giudicato e poi punito per gli sforamenti dei tetti consentiti commessi dalla precedente gestione di Yonghong Li, l’esclusione da ogni competizione UEFA per uno o più anni è un’ipotesi da prendere assolutamente in considerazione. Lo scenario incredibile e paradossale di una Juve vincitrice dell’Europa League e comunque impossibilitata qualche mese più tardi a beneficiare del diritto di presenziare nel tabellone della Champions - peraltro da testa di serie - è tutt’altro che una chimera.