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    Tencone, ex-medico Juventus: "Infortuni al crociato? La fatica non c'entra. Giocano troppo spesso e non si allenano"

    Tencone, ex-medico Juventus: "Infortuni al crociato? La fatica non c'entra. Giocano troppo spesso e non si allenano"

    • Redazione CM
    Troppi infortuni? E perché sempre più spesso alle articolazioni delle ginocchia? La tematica più importante da trattare in questio giorni di una sosta per le nazionali che lascia tanto amaro in bocca è quella legata agli ennesimi stop fisici occorsi in questi giorni a tantissimi calciatori. Da Duvan Zapata a Carvajal, passando per Ter Stegen e Bremer, iniziano a fare troppo rumore le urla disperate di questi ragazzi costretti, loro malgrado, a prendersi un anno di stop forzato dai campi da gioco. Perché? In molti, non Luciano Spalletti, sostengono che si giochi troppo, ma c'è chi, invece, sostiene che il problema sia perché si gioca troppo spesso. È l'esempio del Professor Fabrizio Tencone, direttore del centro Isokinetic Torino, e che è stato il responsabile medico della Juventus, il quale, intervistato da La Stampa, ha spiegato i rischi più grossi in questo sistema.

    ALTO RISCHIO - "Più si gioca e più ci si fa male, non è una considerazione emotiva ma è una constatazione scientifica legata all’esposizione al rischio. Quando si disputa una competizione ufficiale ci si espone maggiormente al rischio di farsi male, più alto di 4-5 volte rispetto a un allenamento".

    OGNI 5 O 4 GIORNI - "L’ideale per un calciatore sarebbe giocare una partita ogni 5 o almeno 4 giorni, quando passano 2 o 3 giorni tra un match e l’altro il rischio di infortunarsi soprattutto a livello muscolare aumenta esponenzialmente"

    RIPOSO - "Il riposo e il recupero della fatica rappresentano un momento importante per un atleta".

    I PROBLEMI AI LEGAMENTI DELLE GINOCCHIA - "Ma per quanto riguarda la rottura del legamento crociato anteriore, la statistica dice che ci si fa male soprattutto nella prima parte della gara, come successo a Bremer, e non nell’ultima, nonostante l’episodio di Zapata. Sono dati sorprendenti, si tratta di infortuni che capitano quando la componente fatica è meno importante. Anche l’entità dello scontro risulta marginale, 7-8 volte su 10 ci si rompe il crociato da soli"

    TROPPI MUSCOLI - "Il dubbio è lecito, oggi si lavora di più sulla forza, quella neuro-muscolare però dovrebbe essere vantaggiosa e non ci sono evidenze scientifiche che parlino di una fragilità maggiore per il crociato anteriore. Prima il dogma era: per non farti male allenati di meno. Invece per non farti male devi allenarti di più. E migliorare i movimenti degli atleti anche studiando i video degli infortuni"

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