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Tencone, ex-medico Juventus: "Infortuni al crociato? La fatica non c'entra. Giocano troppo spesso e non si allenano"
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ALTO RISCHIO - "Più si gioca e più ci si fa male, non è una considerazione emotiva ma è una constatazione scientifica legata all’esposizione al rischio. Quando si disputa una competizione ufficiale ci si espone maggiormente al rischio di farsi male, più alto di 4-5 volte rispetto a un allenamento".
OGNI 5 O 4 GIORNI - "L’ideale per un calciatore sarebbe giocare una partita ogni 5 o almeno 4 giorni, quando passano 2 o 3 giorni tra un match e l’altro il rischio di infortunarsi soprattutto a livello muscolare aumenta esponenzialmente"
RIPOSO - "Il riposo e il recupero della fatica rappresentano un momento importante per un atleta".
I PROBLEMI AI LEGAMENTI DELLE GINOCCHIA - "Ma per quanto riguarda la rottura del legamento crociato anteriore, la statistica dice che ci si fa male soprattutto nella prima parte della gara, come successo a Bremer, e non nell’ultima, nonostante l’episodio di Zapata. Sono dati sorprendenti, si tratta di infortuni che capitano quando la componente fatica è meno importante. Anche l’entità dello scontro risulta marginale, 7-8 volte su 10 ci si rompe il crociato da soli"
TROPPI MUSCOLI - "Il dubbio è lecito, oggi si lavora di più sulla forza, quella neuro-muscolare però dovrebbe essere vantaggiosa e non ci sono evidenze scientifiche che parlino di una fragilità maggiore per il crociato anteriore. Prima il dogma era: per non farti male allenati di meno. Invece per non farti male devi allenarti di più. E migliorare i movimenti degli atleti anche studiando i video degli infortuni"