AFP via Getty Images
Tebas all'attacco: "Chiesto di cancellare l'iscrizione di Dani Olmo, il Real Madrid vuole distruggere il calcio"
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Il presidente della LaLiga, Javier Tebas, ha rilasciato un'intervista a 'El País' in cui ha toccato diversi temi caldi: dal nuovo formato della Champions League, al caso Olmo, fino all’impatto che la Superlega potrebbe avere sul panorama calcistico.
SUPERLEGA - “Prima di tutto, che sia chiaro chi c’è dietro – perché sembra che non vogliano mai dirlo – è Florentino Perez. Bisogna farsi avanti. In secondo luogo, non è serio che in tre anni abbiamo visto tre formati diversi. Non possiamo parlare di ‘salvare il calcio’, come ha sostenuto il presidente Perez, e allo stesso tempo realizzare una cosa del genere. È altrettanto poco serio presentare un formato che non metta al centro la governance o un modello televisivo che un giorno è tutto gratis, un altro giorno è ibrido, e in altre occasioni assume configurazioni poco chiare… Sembra un circo. Dei 16 posti, 12 appartengono alle cinque grandi leghe. Un po’ elitista, sembra. Parlano poi di assegnare tre posti alla Spagna, ma in realtà potrebbero essere solo due. Chi andrebbe? I soliti, Real Madrid e Barcellona. Se in una competizione che dovrebbe generare enormi entrate partecipano sempre gli stessi, si rischia di accentuare il divario nelle competizioni nazionali. E più ampio è il divario economico, meno competitiva sarà la competizione e minore il suo valore.”
LA NUOVA CHAMPIONS - “In alcuni territori si sta assistendo a una vera e propria cannibalizzazione. Le leghe medie e piccole d’Europa – il Belgio, ad esempio, che ha già definito i suoi accordi nazionali – hanno perso fino al 20% del loro valore; in Italia la perdita è intorno al 10%, mentre la Champions League ha visto un aumento. La LaLiga sta bene, ma ha perso rilevanza nel mercato asiatico. Quando ci si confronta con i compratori dei diritti audiovisivi, ci dicono: ‘Ho già la Champions infrasettimanale, mentre nel weekend mi basta Formula 1 e le corse motociclistiche. La mia necessità non è la lega nazionale’. Ceferin mi diceva che avevo approvato il nuovo modello di Champions, ed è vero. Tuttavia, al momento dell’approvazione avevo già avvertito che bisognava valutare attentamente gli effetti. Considerando che all’epoca non esisteva neppure il Mondiale per Club, se oggi si dovesse mettere ai voti, io voterei contro il nuovo formato.”
CASO OLMO - “Non dà una buona immagine dell'operato del Govenro. Noi abbiamo operato seguendo le regole del fair play e quelle stabilite dalla federazione. La decisione del CSD dimostra una scarsa comprensione del funzionamento delle licenze, che seguono un processo automatizzato. Nel caso di Olmo, il 31 dicembre al Barcellona è stato comunicato che non si aveva fair play. Hanno tentato di aggiornare la licenza di Olmo, ma gli è stato negato l’aggiornamento perché non era autorizzato a possedere una licenza. Il 3 gennaio, pur avendo ottenuto il fair play, è stato nuovamente contestato, perché il giocatore risultava già cancellato il 31 dicembre e quindi non poteva ricevere una nuova licenza. La commissione di controllo ha avuto il compito di studiare la situazione, mentre il Barcellona aveva già presentato un documento, ma la licenza rimaneva negata. Abbiamo quindi presentato un ricorso al CSD, richiedendo una misura cautelare affinché Olmo venisse descritto e che la precedente cautelare venisse annullata.”
SUPERLEGA - “Prima di tutto, che sia chiaro chi c’è dietro – perché sembra che non vogliano mai dirlo – è Florentino Perez. Bisogna farsi avanti. In secondo luogo, non è serio che in tre anni abbiamo visto tre formati diversi. Non possiamo parlare di ‘salvare il calcio’, come ha sostenuto il presidente Perez, e allo stesso tempo realizzare una cosa del genere. È altrettanto poco serio presentare un formato che non metta al centro la governance o un modello televisivo che un giorno è tutto gratis, un altro giorno è ibrido, e in altre occasioni assume configurazioni poco chiare… Sembra un circo. Dei 16 posti, 12 appartengono alle cinque grandi leghe. Un po’ elitista, sembra. Parlano poi di assegnare tre posti alla Spagna, ma in realtà potrebbero essere solo due. Chi andrebbe? I soliti, Real Madrid e Barcellona. Se in una competizione che dovrebbe generare enormi entrate partecipano sempre gli stessi, si rischia di accentuare il divario nelle competizioni nazionali. E più ampio è il divario economico, meno competitiva sarà la competizione e minore il suo valore.”
LA NUOVA CHAMPIONS - “In alcuni territori si sta assistendo a una vera e propria cannibalizzazione. Le leghe medie e piccole d’Europa – il Belgio, ad esempio, che ha già definito i suoi accordi nazionali – hanno perso fino al 20% del loro valore; in Italia la perdita è intorno al 10%, mentre la Champions League ha visto un aumento. La LaLiga sta bene, ma ha perso rilevanza nel mercato asiatico. Quando ci si confronta con i compratori dei diritti audiovisivi, ci dicono: ‘Ho già la Champions infrasettimanale, mentre nel weekend mi basta Formula 1 e le corse motociclistiche. La mia necessità non è la lega nazionale’. Ceferin mi diceva che avevo approvato il nuovo modello di Champions, ed è vero. Tuttavia, al momento dell’approvazione avevo già avvertito che bisognava valutare attentamente gli effetti. Considerando che all’epoca non esisteva neppure il Mondiale per Club, se oggi si dovesse mettere ai voti, io voterei contro il nuovo formato.”
CASO OLMO - “Non dà una buona immagine dell'operato del Govenro. Noi abbiamo operato seguendo le regole del fair play e quelle stabilite dalla federazione. La decisione del CSD dimostra una scarsa comprensione del funzionamento delle licenze, che seguono un processo automatizzato. Nel caso di Olmo, il 31 dicembre al Barcellona è stato comunicato che non si aveva fair play. Hanno tentato di aggiornare la licenza di Olmo, ma gli è stato negato l’aggiornamento perché non era autorizzato a possedere una licenza. Il 3 gennaio, pur avendo ottenuto il fair play, è stato nuovamente contestato, perché il giocatore risultava già cancellato il 31 dicembre e quindi non poteva ricevere una nuova licenza. La commissione di controllo ha avuto il compito di studiare la situazione, mentre il Barcellona aveva già presentato un documento, ma la licenza rimaneva negata. Abbiamo quindi presentato un ricorso al CSD, richiedendo una misura cautelare affinché Olmo venisse descritto e che la precedente cautelare venisse annullata.”
Commenti
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Io non ci ho capito un cavolo