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    Tassotti racconta la sua Ucraina: 'Lazio,  ecco i segreti della Dinamo'

    Tassotti racconta la sua Ucraina: 'Lazio, ecco i segreti della Dinamo'

    Mauro Tassotti, ex Lazio e Milan, ora è vice ct dell'Ucraina, a fianco di Shevchenko, racconta il doppio filo che ha unito Roma (sponda Roma e Lazio, alle due principali squadre del paese, al Corriere dello Sport: "Non potrò essere allo stadio. Lo Shakhtar ha giocatori importanti, mi riferisco ai brasiliani, farebbero bene anche in squadre europee. L’altra metà della squadra è formata da nazionali ucraini, c’è un bel livello. La Dinamo forse è leggermente inferiore, ha venduto Yarmolenko, in questo momento il miglior giocatore ucraino, al Borussia Dortmund, e il croato Vida al Besiktas. Il risultato dell’andata dà qualche speranza ai padroni di casa, per la Lazio è una partita un po’ complicata". La Dinamo ha dalla sua una grande tradizione: "La Lazio dovrà fare una partita vera per passare. La Dinamo in casa ha tradizione, valori. Ha qualche giocatore di buon livello. La Lazio dovrà giocare da Lazio, in casa ci è riuscita a metà. Si deve alzare il tipo di prestazione. Lo capisco, non è facile riuscirci giocando e rigiocando. L’importante è che non nevichi, il campo diventerebbe pesante, in questo caso sarebbe agevolata la squadra che dovrà difendere".

    TALENTI - La dinamo ha qualche talento da coltivare: "Tsygankov, l’ala che ha segnato a Roma, è un ragazzo del 1997, è nel giro della nazionale da circa un anno. Ha talento, ma ha anche bisogno di giocare questo tipo dipartite, formano la crescita. Lui, come altri talenti ucraini, ne dovrebbe giocare almeno 30 all’anno. E’ quello che speriamo noi dello staff dell’Ucraina. Il rischio è che ne giochi troppo poche". Con la Lazio l'esordio in A: "Sono tanti i ricordi legati alla Lazio, in primis all’esordio. Ci sono arrivato quasi all’improvviso, quasi senza essere preparato al salto. Mi sono ritrovato in campo, con la prima squadra, per qualche infortunio. Giocai ad Ascoli e poi il derby, fu la prima volta all’Olimpico. Presi anche un palo, cosa rara, finì 0-0. In difesa giocavo da secondo marcatore, avevo il numero 2, il centrale era Manfredonia. In Primavera da difensore centrale". Promosso da Bob Lovati: "Aveva un bel rapporto con tutti, era un uomo di società, allenava con un’immagine paterna. Io avevo 18 anni, erano i 15-16 anni di oggi, ero veramente un ragazzo. Con la prima squadra avevo fatto 7-8 allenamenti. La prima volta andai in panchina, c’era posto solo per due giocatori, per il 13 e il 14. Ero seduto accanto a Sergio Clerici. Ebbi un approccio molto timido, c’era un rapporto diverso tra i ragazzi e giocatori di prima squadra. Non li vedevi quasi mai, noi Primavera eravamo quasi nascosti. Da ragazzino anche io tifavo per la Roma. Quando inizi a giocare per una squadra, nel mio caso la Lazio, ti leghi. A 14-15 anni andavo in Curva a vedere la Roma, pagando. Giocando con i baby laziali avevo la tessera biancoceleste, potevo entrare gratis. A Roma ogni tanto torno, ci sono mia madre e i miei fratelli". 

    LAZIO NEL DESTINO - Nel 2012 Tassotti ha sfiorato la panchina biancoceleste: "Feci quattro chiacchiere con Lotito. Eravamo a metà stagione, era un momento un pò particolare. Con il Milan stavamo a giocando i turni di Champions. Ho pensato alla possibilità di allenare la Lazio, non so se quella di Lotito fu una telefonata di esplorazione o concreta. Mi fece piacere l’interesse, un pensiero l’ho fatto".

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