
L'Inter si perde ancora nel finale: 10 gol su 25 incassati dal 76' in avanti. Capello: "Perplesso dai cambi di Inzaghi"
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Inter, abbiamo un problema. Il gol di Billing, all'87° di una partita che la squadra di Simone Inzaghi stava portando a casa tra enormi sofferenze ed una situazione di emergenza a livello di infortuni, ha impedito quello che per molti avrebbe potuto essere un tentativo di fuga quasi decisivo per le sorti dello Scudetto. E che ha invece riportato d'attualità un tema molto presente nell'attualità nerazzurra e che rischia di compromettere l'andamento del campionato. Ossia, la tendenza a subire gol – sono ben 10 su 25 totali – nel quarto d'ora finale di partita: segno di una freschezza atletica generale tutt'altro che ottimale e, forse, di una gestione dei cambi e della rosa imputabili all'allenatore.
C'è di più: da situazioni di vantaggio, l'Inter ha già subito quattro rimonte nel corso di questo campionato, lasciando sul piatto qualcosa come 8 punti. Che rischiano di essere determinanti nella corsa a tre con Napoli e Atalanta per festeggiare il tricolore a maggio; un difetto strutturale che si è notato anche in Champions League, nell'unica sconfitta sin qui incassata per mano del Bayer Leverkusen (che non ha comunque negato l'accesso diretto agli ottavi di finale) e nella finale di Supercoppa Italiana contro il Milan, capace di ribaltare un 1-2 proprio nella fase conclusiva della partita con Pulisic ed Abraham. Il motivo? Certamente il calo generale di condizione di una squadra che, sotto la gestione Inzaghi, ha sempre espresso il meglio di sé nei primi 2/3 di gara ma che alla lunga ha pagato dazio ad una condotta tattica molto dispendiosa, soprattutto per gli esterni ma anche per i centrocampisti. Col conseguente abbassamento di baricentro e il rischio di attirare troppo i propri avversari all'interno dell'area di rigore.
A questo hanno talvolta contribuito pure le sostituzioni dell'allenatore nerazzurro e lo scarso impatto di diversi subentranti. Ieri è stato il caso di Correa e Frattesi, calciatori che faticano ad avere opportunità da titolari e, soprattutto nel caso dell'argentino, tra problemi fisici e di autostima, hanno beneficiato di un minutaggio molto basso nel corso della stagione. Tra l'altro al termine di una settimana in cui Arnautovic, rilanciato dall'ottima prestazione in Coppa Italia contro la Lazio, appariva in condizioni migliori. E, a proposito dei cambi effettuati a Napoli da Inzaghi, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, si è espresso in termini molto perentori Fabio Capello: “Ho visto un po' di confusione, ieri l'Inter sembrava non riuscire a raccapezzarsi. E i cambi non mi hanno convinto: Inzaghi ha preferito inserire Correa per Thuram, lasciando in panchina Arnautovic che arrivava dal gol strepitoso contro la Lazio e attraversava un momento di grande euforia. Frattesi è entrato a dieci minuti dalla fine, ma il suo dinamismo sarebbe servito prima per cambiare l'inerzia di una ripresa troppo rinunciataria. E poi l'uscita di Bastoni: mi ha lasciato perplesso e anche il giocatore, osservando le immagini televisive, non mi sembrava felicissimo”.
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C'è di più: da situazioni di vantaggio, l'Inter ha già subito quattro rimonte nel corso di questo campionato, lasciando sul piatto qualcosa come 8 punti. Che rischiano di essere determinanti nella corsa a tre con Napoli e Atalanta per festeggiare il tricolore a maggio; un difetto strutturale che si è notato anche in Champions League, nell'unica sconfitta sin qui incassata per mano del Bayer Leverkusen (che non ha comunque negato l'accesso diretto agli ottavi di finale) e nella finale di Supercoppa Italiana contro il Milan, capace di ribaltare un 1-2 proprio nella fase conclusiva della partita con Pulisic ed Abraham. Il motivo? Certamente il calo generale di condizione di una squadra che, sotto la gestione Inzaghi, ha sempre espresso il meglio di sé nei primi 2/3 di gara ma che alla lunga ha pagato dazio ad una condotta tattica molto dispendiosa, soprattutto per gli esterni ma anche per i centrocampisti. Col conseguente abbassamento di baricentro e il rischio di attirare troppo i propri avversari all'interno dell'area di rigore.
A questo hanno talvolta contribuito pure le sostituzioni dell'allenatore nerazzurro e lo scarso impatto di diversi subentranti. Ieri è stato il caso di Correa e Frattesi, calciatori che faticano ad avere opportunità da titolari e, soprattutto nel caso dell'argentino, tra problemi fisici e di autostima, hanno beneficiato di un minutaggio molto basso nel corso della stagione. Tra l'altro al termine di una settimana in cui Arnautovic, rilanciato dall'ottima prestazione in Coppa Italia contro la Lazio, appariva in condizioni migliori. E, a proposito dei cambi effettuati a Napoli da Inzaghi, dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, si è espresso in termini molto perentori Fabio Capello: “Ho visto un po' di confusione, ieri l'Inter sembrava non riuscire a raccapezzarsi. E i cambi non mi hanno convinto: Inzaghi ha preferito inserire Correa per Thuram, lasciando in panchina Arnautovic che arrivava dal gol strepitoso contro la Lazio e attraversava un momento di grande euforia. Frattesi è entrato a dieci minuti dalla fine, ma il suo dinamismo sarebbe servito prima per cambiare l'inerzia di una ripresa troppo rinunciataria. E poi l'uscita di Bastoni: mi ha lasciato perplesso e anche il giocatore, osservando le immagini televisive, non mi sembrava felicissimo”.
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