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    Tardelli urla ancora: 'De Laurentiis non ha niente da dire?'

    Tardelli urla ancora: 'De Laurentiis non ha niente da dire?'

    Marco Tardelli, campione del Mondo nel 1982 in Spagna, ex ct dell'Under 21, in un'intervista a Il Fatto Quotidiano commenta i fatti di sabato sera a Roma, in occasione della finale di Coppa Italia fra Fiorentina e Napoli: "Ai politici in tribuna vorrei chiedere: ma quando avete visto parlare Hamsik con quel tipo appollaiato sulla curva, non avete pensato di scendere in campo o andar definitivamente fuori dai coglioni? Via dallo stadio, da un posto ormai irrimediabilmente trasformato in arena, in cui si chiedeva il permesso per giocare a un capo ultrà e in cui si fischiava ripetutamente l'inno nazionale?".

    Tardelli aggiunge: "E basta di dire che va tutto bene e che quello che è accaduto l'altra sera non ha nulla a che vedere con il calcio. La dinamica della sparatoria non è chiara e forse l'episodio è un regolamento di conti, ma è evidente che sono storie che nascono ai margini di un mondo che va completamente riformato. Ci vogliono leggi durissime. Io sono in Inghilterra, a Londra. Qui hanno sconfitto gli hooligans. Ieri sera parlavano degli italiani e ci dicevano ‘animali'. Non riuscivo a dargli torto. Dentro e fuori dall'Olimpico c'erano gli animali. E con gli animali selvatici non si è gentili. Non si tratta. Ci si difende". 

    È indignato? "Disgustato. Se mi passa il paragone, in Italia non si è trattato neanche con le Brigate Rosse. Come si possa scendere a patti con i capi della curva mi rimane incomprensibile".

    Le autorità negano. 
    "Le autorità sanno perfettamente il tessuto sociale che è alla base di chi orchestra il gioco e detta le regole. Sanno cosa succede nelle curve. Vadano a prenderli. Liberino il calcio". 

    Come diceva Capello è prigioniero degli ultrà? 
    "Di un universo in cui il presidente di una delle più importanti società italiane permette al suo capitano, Hamsik, di andare a parlare con un ceffo che ha una maglietta che incita all'assassino di un poliziotto. Ma le sembra possibile? Ma De Laurentiis non ha niente da dire in merito? La verità è che in Italia nessuno fa niente. Non si muove una foglia. La politica prende le distanze, passano due ore e si ricomincia sempre da capo". 

    In tribuna c'era molta politica. 
    "Mi pare che il Presidente del Senato, Grasso, non abbia detto cose eclatanti né fatto la scelta giusta. Di fronte a quello scempio avrebbe dovuto andarsene immediatamente e si è mostrato debole. Scrivere che si sarebbe voluto essere altrove su un social network non equivale a lasciare la propria poltrona. Il teatro per marcare le distanze e dare l'esempio c'era. È mancato il coraggio". 

    Manca sempre? 
    "Sempre. Anni di ragionamenti sulla violenza negli stadi e poi siamo sempre a chiederci come fanno i petardi a superare i controlli. Sabato a Roma c'era un'atmosfera tremenda, un'insopportabile aria di ricatto. Ecco, il pallone è ricattato da persone che hanno interessi economici radicati. Bisogna iniziare a colpire quelli, togliere ai teppisti la base d'approvigionamento, reagire con l'esclusione alla radice. Altrimenti non se ne esce". 

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