Getty Images
Tamponi al posto del ritiro e trattativa sulla quarantena: la Serie A studia un nuovo protocollo per la ripartenza
Dopo aver osservato con ammirazione - e un pizzico di invidia - la ripresa del campionato in Germania, anche l'Italia pallonara prova a smussare ulteriormente le tensioni createsi nelle scorse settimane con gli esponenti del Governo e a darsi nuove regole, con l'obiettivo di far ripartire la Serie A il prossimo 13 giugno. Servirà prima un'intesa definitiva sul fronte degli allenamenti collettivi e superare soprattutto i punti più controversi del primo protocollo: il tema del ritiro prolungato, vista anche l'indisponibilità di molti club di una struttura ad hoc, quello della quarantena obbligatoria e infine la responsabilità penali per i medici sociali.
RITIRI E QUARANTENE - Il premier Conte e il Ministro dello Sport Spadafora, che continuano ad invocare massima prudenza e non hanno voluto dare certezze in termini di date, hanno comunque recepito le indicazioni inoltrate dai club, dall'Assocalciatori e dalla FIGC e sono pronti ad ammorbidire la propria posizione. L'intenzione delle società è di sottoporre nei prossimi giorni una versione modificata del protocollo, nella quale il ritiro per giocatori, staff tecnico e gli altri appartenenti del gruppo di lavoro verrebbe notevolmente ridotta, dando la possibilità agli stessi di tornare nelle proprie abitazioni al termine degli allenamenti. E anche sul fronte dell'isolamento obbligatorio per tutti - al primo caso di positività da parte di un solo componente del gruppo - si pensa alla possibilità di rimpiazzare questa misura con un utilizzo più frequente dei tamponi per verificare le condizioni di salute di atleti e non.
LA VITTORIA DEI MEDICI? - Anche sul fronte della responsabilità penale per i medici, il Governo è pronto a fare un passo indietro, dopo la minaccia di sciopero di molti esponenti della categoria: i responsabili sanitari delle squadre saranno perseguibili soltanto in caso di grave dolo, per esempio laddove qualcuno omettesse di segnalare un caso di positività e autorizzasse un calciatore a scendere in campo. Tutti questi argomenti saranno oggetto di discussione a metà della prossima settimana, quando è prevista una videoconferenza tra Conte e Gravina per parlare della possibile ripresa dei campionati.
RITIRI E QUARANTENE - Il premier Conte e il Ministro dello Sport Spadafora, che continuano ad invocare massima prudenza e non hanno voluto dare certezze in termini di date, hanno comunque recepito le indicazioni inoltrate dai club, dall'Assocalciatori e dalla FIGC e sono pronti ad ammorbidire la propria posizione. L'intenzione delle società è di sottoporre nei prossimi giorni una versione modificata del protocollo, nella quale il ritiro per giocatori, staff tecnico e gli altri appartenenti del gruppo di lavoro verrebbe notevolmente ridotta, dando la possibilità agli stessi di tornare nelle proprie abitazioni al termine degli allenamenti. E anche sul fronte dell'isolamento obbligatorio per tutti - al primo caso di positività da parte di un solo componente del gruppo - si pensa alla possibilità di rimpiazzare questa misura con un utilizzo più frequente dei tamponi per verificare le condizioni di salute di atleti e non.
LA VITTORIA DEI MEDICI? - Anche sul fronte della responsabilità penale per i medici, il Governo è pronto a fare un passo indietro, dopo la minaccia di sciopero di molti esponenti della categoria: i responsabili sanitari delle squadre saranno perseguibili soltanto in caso di grave dolo, per esempio laddove qualcuno omettesse di segnalare un caso di positività e autorizzasse un calciatore a scendere in campo. Tutti questi argomenti saranno oggetto di discussione a metà della prossima settimana, quando è prevista una videoconferenza tra Conte e Gravina per parlare della possibile ripresa dei campionati.