Talk Milan: Chamot a CM 'Tevez ha carattere e fa la differenza'
José Antonio Chamot è nato 42 anni fa a Entre Rios, in Argentina. Ha debuttato come calciatore professionista nel Rosario Central, squadra nella quale ha anche terminato la sua carriera. In Spagna ha giocato con Atletico Madrid e Leganes, in Italia con Pisa, Foggia, Lazio e Milan. Con la nazionale argentina ha disputato tre Mondiali. Attualmente, è assistente di Matias Almeyda al River Plate, nella 'serie b' argentina. Ai microfoni di Calciomercato.com, Chamot ricorda la sue esperienza rossonera e, per quanto riguarda il mercato, dà un consiglio al club di via Turati: Tevez fa la differenza.
Cos'è il Milan e come deve essere approcciato da un calciatore argentino?
"E' un club prestigioso: per i giocatori che ha, per il fatto di essere sempre ai vertici. I giocatori che possono vestire quella maglia sono dei privilegiati".
Come ti arrivò l'opportunità di andare al Milan?
"Ero all'Atletico Madrid, dove ho giocato per un anno e mezzo. Già prima che andassi in Spagna il Milan si era interessato a me. Poi la cosa si fece. Purtroppo non nel mio miglior momento, perché non ero nelle migliori condizioni fisiche. Avevo alcuni problemi cronici che non mi facevano rendere al massimo".
Qual è il bilancio dei tre anni e mezzo trascorsi al Milan?
"Arrivai al Pisa a 21 anni e un giorno, guardando il Milan, dissi: 'Dio voglia che un giorno io giochi lì'. E finalmente fu così, anche se alla fine della carriera. Ma fu un periodo di grande soddisfazione personale. Incontrai un club molto organizzato e sano. La cosa più importante è come trattano i calciatori, come allungano loro la carriera, nello stesso tempo facendo il possibile affinché il calciatore dia il massimo. E poi al Milan non c'è differenza fra titolari e riserve".
Che ricordo hai della Coppa Italia e della Champions vinte nel 2003?
"Il Milan è abituato a vincere, quando arriva secondo o terzo c'è malcontento. Vincere era un nostro dovere. Entrambi i titoli sono indimenticabili per me. Nella Champions giocammo partite molto difficili, sono tutte finali".
Quale è stata la tua miglior partita con il Milan?
"Per me la gara con la Juventus è stata sempre il massimo. Quando giocavo nella Lazio avevo molto rispetto per Filippo Inzaghi, che era alla Juve. Poi, quando siamo diventati compagni di squadra al Milan mi disse che aveva sempre faticato molto contro di me".
Perché gli argentini vanno molto di più all'Inter che al Milan?
"Credo che dipenda dai gusti e dalle idee degli allenatori di turno. Per quanto riguarda l'Inter, poi, credo che Javier Zanetti sia un esempio per il resto degli argentini".
Come vedi l'eventuale arrivo di Carlos Tevez al Milan?
"Tevez ha dimostrato di avere carattere, grandi qualità individuali e molta personalità. Se oggi il Milan si interessa a lui è perché sa che può rendere molto e fare la differenza. E' un giocatore molto completo, che pensa alla squadra e aiuta in fase difensiva. Fa comodo a qualsiasi tecnico".
Com'è la tifoseria del Milan?
"I tifosi del Milan sono molto speciali. Ma in definitiva credo che sia il giocatore a esaltare la gente e non viceversa. Dipende da quello che uno fa dentro e fuori dal campo".
Com'è l'ambiente del calcio italiano?
"Io devo solo dire grazie al calcio italiano e ai calciatori italiani. Mi hanno fatto sentire a casa. Gente molto aperta".
Come è stato il tuo rapporto con Silvio Berlusconi? Lo hai conosciuto?
"Sì. Arriva in elicottero mentre ci allenavamo, ci salutava e poi proseguiva le sue attività. Con tutte le responsabilità che ha, è una persona molto semplice. E' un uomo molto rispettato, che sa stare in qualsiasi tipo di situazione. In un momento in cui i risultati non arrivavano, venne da noi ma non ci rimroverò. Al contrario, ci diede il suo appoggio e la sua fiducia. E poi ribaltammo la situazione".
Come ti vanno le cose attualmente?
"Molto bene nella mia funzione di aiutante di campo di Matias Almeyda al River. Spero nella promozione e che, con noi, torni nella massima serie anche il Rosario Central".