Talk Juve: 'In un film con Moggi, Beha e Beccantini la verità su Calciopoli'
L'ospite di questo appuntamento con Talk Juve è Renato La Monica, blogger e scrittore di fede juventina. Fra i suoi titoli, ricordiamo La Juve nel Paese di Giralaruota (scritto con Mauro Sangiorgi) e Calciopoli, il grande inganno, oltre alle guide sui principali tornei continentali (Guida alla Premier League, Guida alla Liga e Guida alla Bundesliga). Grande esperto di calcio estero, La Monica è anche un 'talent scout' (per passione, non per attività professionale vera e propria), ed è proprio da questo aspetto che inizia l'intervista con Calciomercato.com.
Quali sono i campioni che, da grande appasionato di calcio internazionale, hai iniziato ad apprezzare in giro per il mondo quando ancora erano degli sconosciuti?
"Per ragioni di spazio te ne cito solo tre: Ibrahimovic, Drogba, Robben. Ovviamente nessun club italiano mi ha dato retta".
Un paio di nomi attuali che possono aspirare a ripercorrere la stessa strada?
"John Guidetti, attaccante in forza al Feyenoord, ma di proprietà del Manchester City, e Jordy Clasie, centrocampista olandese che sa fare egregiamente le due fasi".
Ti è mai capitato di segnalare qualche giovane talento alla Juventus?
"Si".
E come è andata?
"Mi hanno detto che sono già pieni di osservatori...".
Leggendo il tuo blog (renatolamonica.com), si percepisce il tuo scarso apprezzamento per l'operato di Marotta, ma anche di Agnelli. Confermi?
"Come puoi avere stima di chi spende 15 milioni per Bonucci e 12 per Martinez? Per quanto riguarda Andrea Agnelli, il discorso è più complesso. Oggi Andrea si propone come il 'salvatore' della patria juventina ma, nel 2006, non mosse un dito per impedire la 'distruzione' della Juventus Fc. Noto poi una certa incoerenza tra quello che dice e quello che fa. Ad esempio, afferma che Giraudo per lui era come un padre e Moggi il più bravo di tutti. Poi non invita i due all'inaugurazione del nuovo stadio".
La squadra comunque quest'anno è tornata competitiva per il titolo...
"Quella di Conte è sicuramente la miglior Juve post Calciopoli. Ma, se devo essere sincero, dietro i buoni risultati di quest'anno non vedo alcuna programmazione della società. Per costruire una grande squadra servono almeno tre campioni, giovani di talento e qualche buon giocatore. Mentre al momento, l'unico top player in dotazione a Conte è Andrea Pirlo, 33 anni a maggio. I vari Barzagli, Matri, Pepe, Lichtsteiner, chiusa la stagione della vita, torneranno ad essere Barzagli, Matri, Pepe, Lichtsteiner. Ovvero onesti giocatori e niente più. Alla Juve, ammesso e non concesso che abbia voglia di tornare ai livelli pre Calciopoli (ne dubito) serve altro".
Qual è la Juve alla quale sei rimasto più legato e quale campione sogni di vedere in bianconero per il ritorno in Champions League?
"Premessa: per 40 anni sono stato perdutamente innamorato della Juve 1897/2006. Poi c'e stato il grande inganno di Calciopoli e la mia passione, lentamente, si è consumata. Del resto, come potrei sostenere coloro che hanno 'distrutto' la mia squadra del cuore? Voglio comunque rispondere alla tua domanda e dico Benzema".
E la stella bianconera preferita?
"Scirea e Platini".
E' stato giusto non assegnare a Boniek una stella nello Juventus Stadium?
"A mio avviso, come calciatore Boniek meritava quel riconoscimento, come uomo no".
Nei tuoi libri, hai trattato l'argomento Calciopoli. Come andrà a finire secondo te, sia in sede penale che per quanto riguarda i ricorsi della Juventus in sede di giustizia sportiva?
"Credo che Moggi, lette le flebili motivazioni della sentenza, abbia buone possibilità di ribaltare tutto in Appello. Per quanto riguarda i ricorsi della Juve: forse porteranno soldi nelle tasche della società. Ma gli scudetti non torneranno indietro. Così come la dignità. Sul tema Calciopoli, sta per uscire un film documentario, tratto dai miei libri La Juve nel Paese di Giralaruota e Calciopoli, il grande inganno. Il film, diretto dal regista indipendente Stefano Grossi, uscirà a fine marzo. Tra gli altri parteciperanno Luciano Moggi, Oliviero Beha, Roberto Beccantini, Alvaro Moretti, Tony Damascelli e il direttore del Guerino, Matteo Marani".