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  • Talento e jella: ora Ravelli ci riprova

    Talento e jella: ora Ravelli ci riprova

    Sembrava un predestinato Gianmarco Ravelli. Uno su cui scommettere a occhi chiusi. Uno con un futuro all'apparenza scritto. Se lo coccolava l'Hellas Verona. «Firmai giovanissimo un contratto quinquennale», racconta lui,attaccante classe '90. Pure il commissario tecnico delle nazionali giovanili italiane, Antonio Rocca, lo teneva in grande considerazione. Protagonista e colonna delle rappresentative azzurre Under 16 ed Under 17. «In Nazionale battagliavo per una maglia da titolare con Alberto Paloschi», prosegue il neo-acquisto del Castelnuovosandrà. «Un ottimo centravanti e un bravo ragazzo. Tra di noi c'era una sana rivalità: entrambi volevamo giocare. Qualche volta Alberto è stato pure costretto ad accomodarsi in panchina». PILLOLE DI CALCIO. Pillole di vita. Di un ragazzo che, nonostante la giovane età, le ha già vissute un po' tutte sulla propria pelle. Esperienze da raccontare e da condividere. Avvenimenti e date da non scordare. Partendo dalla data, dal giorno più emozionante. quello del 2 dicembre 2007 e della sua tripletta azzurra. L'EXPLOIT. Anche se il sogno più grande, Gianmarco, forse lo raggiunse poco più di un anno prima (giugno 2006). Un sogno azzurro o «una tripletta da sogno con la maglia azzurra», incalza lui. «Battemmo 4 a 0 la selezione bulgara Under 16,durante un torneo in Ucraina, ed io siglai una splendida tripletta. Sfortunatamente nel match successivo contro la Turchia mi ruppi il crociato sinistro durante il riscaldamento e da lì iniziarono i malanni fisici che hanno sempre accompagnato la mia carriera». NIENTE SAMPDORIA. Ma non sono stati solo i malanni fisici a frenare l'ascesa di Gianmarco Ravelli. Esistono altre spiegazioni. Altri capitoli della storia. Quello del mancato trasferimento alla Sampdoria, ad esempio. «L'operazione era chiusa», confida Ravelli. «La Samp mi voleva e io a diciotto anni ero pronto per spiccare definitivamente il volo. L'affare improvvisamente saltò». Altre spiegazioni: le esperienze negative con Villacidrese (serie C2) e Castellana (serie D), le prime per Gianmarco Ravelli nel calcio dei grandi. «Le consideravo dei giusti trampolini di lancio per la mia carriera ed invece si sono rivelate dei clamorosi flop», ammette l'ex Hellas. «Con la formazione sarda della Villacidrese mi sono addirittura imbattuto in un fallimento societario e tutto è diventato dannatamente più difficile». SULLE ORME DI JUANITO. Ha solo voglia di riprendere la propria corsa Gianmarco Ravelli. Fermo da sei mesi, alla ricerca dell'occasione giusta. Ha scelto Castelnuovo e l'Eccellenza per ripartire, «perché io credo ancora di poter raggiungere il calcio professionistico», afferma, convinto di poter ancora riscrivere la propria storia. «A Castelnuovo c'è il clima giusto per riemergere, darò il massimo». Seguendo le orme di Juanito Gomez. «Il suo esempio, la sua storia mi danno una carica ulteriore. Durante i ritiri con la prima squadra dell'Hellas Verona avevo instaurato un bel rapporto con lui. Mi raccontava del suo arrivo in Italia con i dilettanti del Ferentino e del successivo declassamento dalla Triestina al Bellaria. Lui non ha mai mollato ed ha meritatamente coronato il proprio sogno. Io devo impormi con quella grinta».

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