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Taarabt: 'Al Milan ero il migliore. Misi le mani al collo a Kakà'
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Taarabt ha concesso un'intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha ripercorso i sei mesi a Milano: "Non vorrei sembrare arrogante, ma in quei sei mesi sono stato di gran lunga il miglior giocatore della squadra e c’erano Balotelli, Kakà, Robinho. I tifosi lo sapevano, Seedorf mi voleva bene, io stavo da Dio. Dopo soli due mesi si parlò del riscatto, ma in estate cambiò tutto. Inzaghi disse ai piani alti di non voler puntare su di me perché preferiva Cerci (poi arrivato a gennaio 2015 ndr). Lo rispetto, ma sentirmi dire una cosa del genere no. Ora tutti vedono che carriera sta avendo come allenatore. Suo fratello ha fatto bene, lui invece...".
IL MILAN DI OGGI - Taarabt si concentra sul Milan di oggi, non risparmiando una frecciata nel confronto con l'Inter: "Per le altre squadre è troppo facile capire come gioca il Milan. Si legge troppo presto. E poi la rosa è corta: l’Inter è un altro mondo".
LA LITE CON KAKA' - Taarabt rivela poi un curioso retroscena dei tempi di Milanello, un clamoroso scontro con Ricardo Kakà: "Ricordo una lite mai vista. So che sembra strano sentirselo dire perché Kakà è il ‘ragazzo perfetto’, ma è successo. Insomma, andò così: esercitazioni, attacco contro difesa, invece di servire Ricky passai il pallone a Balotelli, così lui iniziò a urlarmi addosso. ‘Diavolo, è Kakà!’, pensai. Rimasi stupito, ma non si fermava, quindi a un certo punto gli ho messo le mani al collo. Io capisco che sei Kakà, ma se urli io perdo la testa. Il giorno dopo, però, lui si scusò e mi portò fuori a pranzo. All’epoca lo spogliatoio aveva dei clan. Alcuni non volevano aiutare Seedorf, altri sì. Io ero nel mezzo".