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  • Szczesny e il manuale del bravo portiere: c'è sempre una seconda possibilità

    Szczesny e il manuale del bravo portiere: c'è sempre una seconda possibilità

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Il gesto di questa settimana è la parata di Szczesny sulla punizione di Muriel, tuffo decisivo che ha inchiodato il risultato di Bergamo sullo 0-0, per quello che - e vabbè - Allegri ha definito “un buon punto” e che Gasperini - giustamente - ha archiviato come una vittoria mancata. La parata di Szczesny è spettacolare nella sua dinamica e fortunosa negli esiti. Spettacolare perché - è sotto gli occhi di tutti - il tiro di Muriel (interno collo, quasi un piattone d’altri tempI con parabola a scendere) sarebbe finito dritto all’incrocio dei pali, non fosse che ad un certo punto ha incontrato nella sua traiettoria le dita (le unghie?) del portiere della Juventus. Dita tese, prolungamento della mano aperta, pronta a schiaffeggiare il pallone. Coefficiente di difficoltà altissimo. Aveva la barriera davanti e una visuale ridotta. Si è tuffato, il portiere polacco, con una frazione di secondo di anticipo, come se avesse intuito un attimo prima le intenzioni di Muriel. Nessun dubbio: Szczesny ha sfoderato la paratona del week end.

    Come si dice in questi casi: è una parata che vale un gol. E che come un gol incide pesantemente sul risultato finale. (Anche perché dall’ipotesi di segnarlo, un gol, la Juve più provinciale e rinunciataria dell’anno si è tenuta alla larga per tutta la partita). Spettacolare e fortunosa, dicevamo prima. La fortuna assiste Szczesny quando il pallone sbatte sulla traversa e declina verso il campo. A quel punto, nove volte su dieci, il pallone sbatte sulla schiena del portiere teso in volo. E torna indietro, verso la porta, per la beffa dopo la prodezza. Stavolta invece il destino ha scritto un’altra storia. Szczesny ha visto premiato il suo tuffo, la Juve ha tirato un sospiro di sollievo e l’Atalanta è rimasto - letteralmente - al palo. Infine va detta un’altra cosa: contro il Sassuolo, non più tardi di una settimana fa, Szczesny si era reso suo malgrado protagonista di una papera colossale, quando si era fatto sfuggire dalle mani il tiro dal limite di Laurientié, contribuendo a spianare la strada della vittoria al Sassuolo. Nel manuale del bravo portiere ci sta scritto che le papere bisogna metterle in conto. Non è da questi particolari che si giudica un numero uno. Quello che conta è voltare pagina, piazzarsi sulla linea di porta e lanciarsi in tuffo: ci sarà sempre un tiro di Muriel da deviare con la punta delle dita, respingendo un gol già fatto e le sentenze di chi ti giudica già finito.

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