Svalutato, zitto e inesploso: ecco perché il Milan non deve cedere De Ketelaere
La domanda che mi faccio è questa: possibile che sei occhi esperti abbiano partorito un abbaglio da 35 milioni di euro?
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Tutto è possibile nel calcio, ma l'opzione più probabile è che De Ketelaere sia un buono o ottimo calciatore dal carattere fragile e dalla personalità spuntata. Il nostro Federico Zanon, una vera autorità in materia di calciatori stranieri, mi ha fatto notare come in un anno di permanenza al Milan, De Ketelaere sia fermo a zero esternazioni. Mai una dichiarazione d'amore o una di dolore, di appartenenza o di rigetto, un impuntatura o un proposito buono. L'elettroencefalogramma piatto dei sentimenti. E' difficile diventare grandi calciatori così. Anche se si posseggono dosi di talento e di classe che il belga ha mostrato raramente in Italia.
E allora, se queste sono le premesse, perché non cederlo, laddove se ne presentasse l'occasione? Perché, come buona parte dei milanisti pensano, cosa diremmo a Furlani o a Moncada nel caso in cui esplodesse, con fragore favorevole, in un'altra società, magari anche lontana dall'Italia? L'algido De Ketelaere in un anno si è svalutato di 10 milioni ed è sicuramente colpa sua. Però credere in un'improvvisa inversione di tendenza è un atto di fede più sensato di una cessione frettolosa.