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  • Superlega, Reichart: 'Alcuni club dicono no pubblicamente, poi però mi telefonano...'

    Superlega, Reichart: 'Alcuni club dicono no pubblicamente, poi però mi telefonano...'

    • Redazione CM
    La sentenza storica pronunciata dalla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha sancito l'abuso di UEFA e FIFA sulle competizioni, ha dato il via libera al rilancio del progetto Superlega. Bernd Reichart, CEO di A22 Sports (la società che cura il progetto) è intervenuto a 'Tutti Convocati' su Radio24 e fornito nuove indicazioni sulle prossime mosse: "Il messaggio principale è che il calcio è libero e i tifosi si sono visti riconosciuti questo diritto di considerarlo libero. E' certamente stato un duro colpo per lo stato attuale e capisco che la loro posizione oggi sia complicata. Occorrerà del tempo all’industria del calcio per ripulirsi la testa e comprendere l’importanza della sentenza e il fatto che è finalmente libera di decidere il proprio destino senza paura di incorrere in sanzioni. Mi hanno chiamato in molti ieri, il dialogo che abbiano iniziato 18 mesi fa adesso può finalmente essere portato avanti alla luce del sole, senza che i club possano essere minacciati. Le idee migliori dovranno prevalere e magari non sarà nemmeno la nostra proposta a prevalere. Se a nessuno piace non andrà da nessuna parte, ma la gente e i club dovrebbero avere la possibilità di valutarla. Dobbiamo raggiungere le persone, spiegarci per bene e abbiamo la certezza che la nostra proposta è già condivisa da molte società che necessitano di un’altra competizione europea con match attrattivi che coinvolgano i tifosi e garantiscano sostenibilità economica. Il calcio gratis esiste già. I canali che lo trasmettono ricevono introiti attraverso la pubblicità ma la novità è che ci sarà una sola piattaforma a cui potranno accedere tutti coloro che vedono la stessa partita e metterà in connessione club, e tifosi.

    "Ci crediamo così tanto che garantiamo ai club i ricavi dei primi tre anni. E' la strada da intraprendere per riportare i supporter al calcio, se ne stanno allontanando visto che le attuali competizioni, per larga parte della stagione, non sono così interessanti. Anche l’attuale Champions esclude alcuni campioni dei tornei domestici: alcuni vincitori di campionati che non vi prendono parte. E' ingiusto se qualcuno dalle leghe maggiori entra direttamente e altri devono giocare tre o quattro turni preliminari. Ovviamente il nostro format è aperto a suggerimenti. Ci piacerebbe ricevere feedback, ma riteniamo ci sia equilibrio tra apertura, con possibilità per chi disputa un buon campionato di accedere al torneo, e l’obiettivo di dare crescita grazie al fatto di partecipare. Col nostro sistema, se hai disputato una buona stagione nel tuo campionato accedi alla Blue League, hai un minimo di 14 partite garantite tra agosto e aprile per consolidare il tuo percorso a livello europeo, giocando con i tuoi pari e provare a essere promosso. Questa è realmente un’opportunità di diventare un club diverso, investendo i ricavi che ottieni nella squadra, nelle infrastrutture, nelle academy e nel calcio femminile. L’attuale Champions League è una botta e via, non un’opportunità di crescita. Se in futuro parleremo con club stranieri come quelli arabi? No. Questo è un progetto europeo, da club europei e per club europei perché siano in grado di controllare la propria competizione europea transnazionale. Dobbiamo sviluppare un elenco di criteri trasparenti e oggettivi basati esclusivamente sul merito sportivo per la selezione dei primi 64 club. Non si può comparare questo processo con un altro perché i parametri adottati dal ranking Uefa non saranno i nostri".

    ALCUNI DICONO NO, MA... - Reichart ha parlato anche a Cadena Cope, fornendo ulteriori dettagli: "Alcuni dei club che oggi dicono 'no' mi hanno chiamato per spiegarsi: 'Diciamo no, però siamo qui'. Il calcio di oggi non è né innamorato né leale fino fondo al monopolio. Oggi molti club hanno fatto dichiarazioni in cui continuiamo a vedere il braccio lungo di un monopolio che dura da 70 anni. Dubitiamo che la Uefa faccia pressione sui club? Date loro tempo e lasciateci convincere i club. Lo faremo, convinceremo i migliori club d'Europa. Oggi ho parlato con molti club, ma non abbiamo cercato di negoziare per concludere accordi. Inizia un'altra era di dialogo e a un certo punto comunicheremo i club che costituiranno la Superlega. Non faremo forzature per costringere i club a dire oggi 'io sono qui'. Non siamo qui per creare muri. Questo è per unire, non per dividere".

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