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    De Laurentiis: 'Serve una Serie Élite a 14 squadre. Superlega Italia? L'Inter non si conosce, Friedkin non si vede. E il Milan...'

    De Laurentiis: 'Serve una Serie Élite a 14 squadre. Superlega Italia? L'Inter non si conosce, Friedkin non si vede. E il Milan...'

    Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha toccato tanti temi nella sua lunga intervista per il Corriere dello Sport. Tra questi ha fatto anche un discorso sul sistema calcio italiano, le modifiche che apporterebbe e non solo. Questo un estratto:

    REAZIONE SUPERLEGA IN ITALIA - "Ma in Italia chi sono i veri imprenditori del calcio? RedBird sta in America. L’Inter non si sa di chi sia. Chi parla a suo nome fa i conti dei bilanci che... Vorrei avere il piacere di vedere in Lega Dan Friedkin e suo figlio qualche volta. Li ho incontrati a Los Angeles per parlare di cinema, ma qui non vengono. E nessuno si ribella all’idea balzana di una Supercoppa che neanche gli arabi vorrebbero".

    LA SERIE A NON È LA PREMIER - "Non lo è mai stata, se non negli anni di Berlusconi. Anche perché per decenni la gestione dei dirigenti di Lega è stata fallimentare. Se penso che Lotito mi crea un danno enorme, vendendo le partite per cinque anni agli stessi interlocutori che forse alla scadenza del contratto non esisteranno più sul mercato. E le vende a un prezzo inferiore dell’ultimo triennio...".

    SUPERLEGA - "La Superlega è stata una mossa sbagliata, che però ha sortito questo cambiamento. Adesso bisogna fare un ragionamento serio. Ho parlato con Florentino Perez e siamo d’accordo a mettere attorno a un tavolo alcuni veri imprenditori, non più e non solo presidenti nominali. Perché oggi il calcio è amministrato da persone anziane dal punto di vista anagrafico, ma soprattutto prive di visione".

    COME CAMBIARE IL CALCIO - "Stiamo perdendo i giovani. Ci vuole più dinamismo. Basta fuorigioco fischiati dopo che l’azione è finita e si è andati in gol. Basta con questa qualità arbitrale. Ci vuole il tempo effettivo, come nel basket. E il challenge per chiamare il Var a domanda di parte".

    RIFORMA DEI CAMPIONATI - "Farei subito una serie E, dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio. Si sale e si scende nella Serie Élite? No, come il basket in America. Che ha i palazzetti strapieni. Vai a vedere i Lakers e non riesci a trovare un biglietto. Poi chiedi- ti quanto incassano. E qualcuno obietta che il senso agonistico verrebbe a mancare. Non è vero niente".

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