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  • Superlega, ora che succede? Un muro contro muro che farà male a tutto il calcio

    Superlega, ora che succede? Un muro contro muro che farà male a tutto il calcio

    • Marcel Vulpis
      Marcel Vulpis
    Continuerà a far discutere, per molto tempo, la sentenza “rivoluzionaria” della Corte di Giustizia europea, che, pochi giorni fa, ha di fatto mandato in soffitta il monopolio di Uefa e Fifa per quanto attiene l’organizzazione di competizioni sportive internazionali. Uno scacco matto al “re” che rischia di ridimensionare il ruolo di questi due importanti organismi di governo del calcio (in ambito continentale e mondiale). Una sentenza destinata a impattare negativamente anche sul valore futuro della Champions League e a togliere interesse e attrattività alle massime serie calcistiche nazionali.
    Impressiona soprattutto il volume di fuoco economico che “A22 Sports” (società delegata alla organizzazione dei nuovi format calcistici) è in grado di esprimere già a partire dalle prime tre edizioni. In ballo vi sarebbero 15 miliardi di euro (5 miliardi a stagione per un intero triennio) messi a disposizione da fondi di investimento europei e sia statunitensi (per il momento, invece, non ci sarebbe evidenza di un interesse di fondi sovrani sauditi, sicuramente alla finestra, pronti ad intervenire nel momento più propizio). Un budget “monstre” che verrebbe distribuito tra i club aderenti al progetto (resterebbero fuori solo 400 milioni di euro per lo sviluppo del calcio dilettantistico, inseriti in un fondo di solidarietà per la formazione).

    Tra le novità anche la nascita di una nuova piattaforma di streaming sportivo “direct-to-fan” totalmente gratuita (il nome scelto è “Unify”). La nuova piattaforma si propone di affiancare alla diretta delle sfide (maschili e femminili) anche una serie di approfondimenti, analisi delle partite e i tradizionali highlights. Unify genererà entrate dalla pubblicità, dagli abbonamenti premium, dalle partnership di distribuzione, dai servizi interattivi oltre che dalle tradizionali sponsorizzazioni (un aspetto, quest’ultimo, che potrebbe impattare negativamente ad esempio sui ricavi commerciali della Champions League). Trasmetterà inoltre tutte le partite dei 3 format della SuperLeague: Star League (1° livello), Gold League, (2° livello) e Blue League (3° livello). Il livello più basso di questa formula, dedicata non solo al calcio maschile, prevede l’inserimento di ben 32 club (e vi si accede direttamente dai campionati nazionali). Ogni anno venti squadre su trentadue della Blue League usciranno dalla competizione per essere sostituite da altre venti nuove squadre in base ai risultati raggiunti nei rispettivi campionati di provenienza. Il secondo e il primo format, invece, prevedono 16 club a testa, per un totale di 64 squadre tutte di alto profilo.

    Ma che la strada sia ancora in salita lo si evince dal comunicato della FIGC, che ha fatto sapere (ai club potenzialmente interessati al progetto SuperLega) di essere pronta, in accordo con la Lega Serie A, alla loro totale esclusione dai campionati nazionali. Un muro contro muro che non farà bene al calcio (non solo italiano), anche perchè ci si trova di fronte ad una posizione troppo estrema, che può portare solo alla nascita di “strappi” difficilmente sanabili nel tempo. 

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