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    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

    • Pippo Russo
    Bisognerebbe studiare il Chievo all'Università. Così ha detto Giovanni Malagò, presidente del Coni nonché commissario straordinario della Lega di Serie A, durante un incontro tenuto due settimane fa a Roma nel Salone d'Onore del Coni. Era in corso la presentazione dei Campionati Mondiali giovanili di Scherma, inaugurati domenica scorsa a Verona e in corso fino al 9 aprile. A presiedere il comitato organizzatore della manifestazione è Luca Campedelli, presidente del Chievo Verona, società che ha anche una sezione dedicata alla scherma. Campedelli era presente nel Salone d'Onore del Coni, e ciò ha spinto Malagò a lanciarsi nell'elogio del presidente clivense e del suo club. Ma il presidente del Coni è andato persino oltre con le parole, e ha definito il Chievo "un'eccellenza del nostro calcio"

    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

    Parole colme di un entusiasmo che forse portava dentro anche l'ombra di una cattiva coscienza, per l'uomo che appena nominato commissario straordinario della Lega di Serie A se n'è andato due settimane in Corea del Sud per le Olimpiadi invernali, così lasciando la Lega stessa a galleggiare altre due settimane abbondanti nella propria melma. Ma  non è questo il punto, né è il momento per riflettere sul bassissimo spessore dirigenziale dello sport italiano. Piuttosto è il caso di seguire la linea di ragionamento proposta dal capo dello sport italiano e capire come mai il caso del Chievo andrebbe studiato all'Università. Perché in effetti da studiare ce ne sarebbe. Ma non per i motivi che Malagò ritiene.

    Le ragioni per studiare nelle aule universitarie il club controllato da Paluani sarebbero tante. A cominciare da quello straordinario talento per le plusvalenze nella cessione dei diritti pluriennali sulle prestazioni dei calciatori, che Calciomercato.com ha denunciato prima di tutti. L'inchiesta, che fin qui avevamo incentrato esclusivamente sui movimenti realizzati fra il club veronese e il Cesena, è stata ripresa con gran clamore da Striscia la Notizia grazie ai servizi realizzati da Moreno Morello. Il signor Giovanni Malagò dovrebbe essere al corrente di certe cose. Tanto più se si tiene conto del suo momentaneo ruolo di commissario straordinario della Lega di Serie A. E allora glielo si spiega noi di Calciomercato.com, come se davvero si fosse davanti a uno studente universitario con qualche difficoltà di apprendimento ma non abbastanza facoltoso per rivolgersi al Cepu.

    Dunque, come si legge nel documento di bilancio riguardante l'esercizio chiuso il 30 giugno di un anno fa, risulta che il Chievo abbia iscritto plusvalenze per euro 21.590.000. Un valore altissimo, e pure in crescita rispetto ai 18.822.898 euro dell'esercizio chiuso il 30 giugno 2016.

    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

    E guardando a una cifra così rilevante si è portati a immaginare che siano stati ceduti calciatori di rilievo, acquisiti da club italiani e europei di prima fascia. E invece, come abbiamo raccontato su Calciomercato.com, si parla di ragazzi sconosciuti, finiti in club molto minori o rimasti nei settori giovanili. Nell'articolo dedicato al fitto intreccio col Cesena, sono stati fatti (relativamente al bilancio chiuso il 30 giugno 2016) i nomi di Carlo Alberto Tosi, Lorenzo Placidi, Pietro Borgogna e Filippo Zambelli. Grazie a questi quattro ragazzi il Chievo ha realizzato plusvalenze per 14 milioni di euro sui 21,590 milioni totali. Nessuno di questi ragazzi è rimasto al Cesena. Due sono stati prestati in Serie D (Placidi e Borgogna), uno alla Primavera del Carpi (Tosi), e l'ultimo (Zambelli) è tornato in prestito nelle giovanili del Chievo. Ma la lista non si ferma qui, perché ci sono plusvalenze per altri 7 milioni e mezzo di euro e altri club coinvolti. I nomi? Eccoli. Si parte con Simone Moschin, portiere nativo di Vittorio Veneto, classe 1996. A fine giugno 2016 viene ceduto dal Chievo alla Pro Vercelli per 4 milioni di euro, con plusvalenza per il bilancio clivense da 3,9 milioni di euro. Il ragazzo ha appena concluso la stagione in prestito al Siena, e lì viene lasciato per un'altra stagione dal club piemontese. A giugno 2017 Moschin approda finalmente alla Pro Vercelli, che lo gira in Serie C alla Carrarese. Col club toscano il ragazzo inizia da titolare la stagione in corso, ma dopo 6 giornate finisce in panchina. Fino alla fine dell'anno solare gioca 10 partite su 21, poi viene spedito indietro alla Pro Vercelli. Che durante il mercato dello scorso gennaio lo cede in prestito a un altro club di Serie C, il Cuneo. Lì, in una squadra che occupa il terzultimo posto, Moschin finisce in panchina. Altro calciatore che ha fatto fare una grassa plusvalenza al Chievo nel bilancio 2016 è Raul Oprut, difensore rumeno classe 1998. La sua cessione al Genoa per 2,5 milioni di euro frutta una plusvalenza da 2,5 milioni di euro. Il giocatore va a Genova per fare il titolare. Ma nella Primavera.

    Ovviamente, come comanda il Manuale della Plusvalenza Incrociata, a tutti questi movimenti in uscita corrispondono altrettanti movimenti in entrata, che comportano spese identiche o equivalenti. Purtroppo il Chievo, nel suo documento di bilancio, non informa sui calciatori acquisiti e sulle relative cifre impegnate. E anche questo è un dettaglio che meriterebbe di essere studiato nelle aule universitarie. Sicché, per completare il quadro della situazione, bisogna andare a guardare i bilanci degli altri club coinvolti negli scambi. A cominciare da quello del Cesena, club che col Chievo intrattiene i maggiori intrecci. Il documento di bilancio del club romagnolo, chiuso il 30 giugno 2017, a oggi risulta non ancora disponibile sul web. Noi di Calciomercato.com abbiamo potuto visionarne un draft, nel quale sono indicati nel dettaglio i movimenti da Cesena a Chievo. I calciatori coinvolti sono i seguenti: Luca Garritano, attaccante classe 1994, ceduto per un valore di 4,5 milioni di euro con plusvalenza di 4,36 milioni di euro; Michele Rigione, difensore classe 1991, ceduto al club veronese per 4 milioni di euro con plusvalenza da 4 milioni di euro; Alejandro Rodriguez, attaccante classe 1991, ceduto per 4,5 milioni di euro con plusvalenza da 4,5 milioni di euro; e Daniele Grieco, difensore classe 2000, ceduto per 2 milioni di euro con plusvalenza di 2 milioni di euro. 

    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

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    Per il Cesena fanno 15 milioni di euro di entrate con 14,86 milioni di plusvalenze, a fare da controvalore ai 14 milioni impegnati per acquisire calciatori del Chievo e far realizzare altrettante plusvalenze al club veronese. Ma che fine fanno i calciatori in questione? Tutti via dal Chievo. Il solo Garritano ha trascorso la prima metà della stagione a Verona, dove ha giocato 11 spezzoni di partita. Durante il mercato dello scorso gennaio è stato ceduto in prestito al Carpi, altro club che col Chievo scambia allegramente calciatori. Michele Rigione è stato lasciato in prestito al Cesena per la prima metà di questa stagione, ma poi lo scorso gennaio è stato smistato alla Ternana, sempre in prestito. Alejandro Rodriguez è stato spedito in prestito in B, prima alla Salernitana durante il mercato estivo 2017, e poi all'Empoli in chiusura dello scorso mercato di gennaio. Infine, a Daniele Grieco è stata riservata la sorte assegnata a diversi calciatori che si sono mossi sulla rotta delle plusvalenze fra Cesena e Chievo: ceduto al club veronese e tornato al club romagnolo in prestito nel giro di poche settimane dell'estate 2017. Risulta in forza alla Primavera cesenate, ma secondo la scheda di Transfermakt non ha mai messo piede in campo durante la stagione in corso. Per quanto riguarda la Pro Vercelli, il bilancio chiuso il 30 giugno 2017 ci permette di scoprire chi sia il calciatore gemello di Moschin. Si tratta di Mattia Bani, difensore classe 1993, ceduto per 4 milioni di euro con plusvalenza di 3.999.750 euro. Bani è stato lasciato alla Pro Vercelli nella stagione 2016-17, poi all'inizio della stagione in corso è andato effettivamente al Chievo e a partire dalla prima gara del 2018 contro l'Udinese ha conquistato il posto da titolare fisso.

    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

    Per quanto riguarda il gemello di Oprut, non è ancora possibile dargli un'identità e un valore finanziario perché il Genoa chiude il bilancio al 31 dicembre, e dunque bisognerà aspettare alcune settimane per disporre del documento. Però si può già dire che gli scambi di calciatori e plusvalenze fra i due club sono parecchio floridi. Nel bilancio del club rossoblù chiuso il 31 dicembre 2016 vi sono due esempi, entrambi degni di menzione. Uno è Matteo Gallo, centrocampista classe 1997 che risulta ceduto al Chievo per 1,5 milioni di euro con plusvalenza di 1,450 milioni di euro. Il che desta curiosità, se si confronta il dato con quello presente nel bilancio clivense chiuso il 30 giugno 2016. Lì si parla di un Matteo Gallo ceduto al Genoa per 100 mila euro con plusvalenza di 60 mila euro per la società veronese. Ciò che viene confermato da notizie giornalistiche diffuse in quei giorni. Comunque sia, il Matteo Gallo in questione dovrebbe essere questo qui. Risulta ceduto in prestito alla Viterbese Castrense durante la scorsa estate, dopo aver trascorso la stagione 2016-17 alla Grumellese, serie D. Esperienza ampiamente negativa, quella di Gallo a Viterbo. Tanto che, durante il periodo dello scorso mercato invernale, si diffonde la notizia di un suo trasferimento all'Arzachena. Ma una consultazione del sito web ufficiale del club sardo smentisce l'affare. L'altro calciatore che dal bilancio genoano chiuso il 31 dicembre 2016 viene dato come ceduto al Chievo, per una cifra di 2.235.000 euro con plusvalenza di 2.235.000 euro, è Nuti. Scritto così, senza nemmeno specificarne il nome di battesimo, come potete vedere nell'immagine pubblicata qui sotto. La scheda Transfermarkt ci svela che "Nuti" di nome fa Giovanni, che è nato a Gubbio nel 1998, e che nella stagione 2016-17 ha giocato soltanto 7 partite con la Primavera del Chievo. Durante la campagna trasferimenti dell'estate 2017 è stato piazzato al Mosta, club della Serie A maltese dove sono stati scaricati diversi calciatori italiani da plusvalenza. Del Mosta ci si occuperà nei prossimi giorni, perché è un caso che merita MOLTA attenzione. Per il momento basta dire che, nell'eccellente campionato maltese, Nuti ha giocato soltanto 3 partite di cui una sola dall'inizio e nessuna intera. Va sottolineato che, stranezza per stranezza, nel bilancio del Chievo chiuso il 30 giugno 2016 viene illustrata un'altra plusvalenza secca da 2.250.000 euro, fatta grazie a "Damin Daniele", calciatore ceduto al "Capri". Ovviamente il club in questione è il Carpi, mentre il calciatore si chiama Daniele Damian. Si tratta di un attaccante classe 1998 che il Carpi nell'estate 2016 gira immediatamente in prestito alla Virtus Verona. Dunque Damin/Damian non si muove proprio da Verona. Da segnalare che la Virtus ha due squadre calcistiche: quella maggiore partecipa al campionato di Serie D, e una squadra B che fa il campionato di Promozione. Daniele Damian, calciatore che a giugno 2016 ha permesso al Chievo di realizzare una plusvalenza da 2,25 milioni di euro, gioca nella squadra B in Promozione.

    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte IStudiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

    Questo tourbillon di nomi, cifre e destinazioni improbabili sarebbe effettivamente materia di studio presso le aule universitarie. E parimenti sarebbe materiale di studio, con riferimento ai rapporti con la stampa, il fatto che il Chievo reagisca soavemente a certe inchieste lasciando fuori dal Bentegodi le testate giornalistiche colpevoli di cercare la verità e di pubblicare dati reali. Ma tornando ai conti, un'analisi condotta da tecnici accademici servirebbe a illustrare come sia possibile generare plusvalenze per quasi 23 milioni in un solo bilancio. O anche come si riesca a incrementare gli attivi di bilancio, portando il valore della voce "Altre" (dicitura generica sotto la quale si suole classificare il valore dei diritti pluriennali di calciatori) della categoria "Immobilizzazioni immateriali" dai 39.901.205 euro del bilancio 2016 ai 52.434.020 del bilancio 2017. 

    Studiare il Chievo all'università. Ovvero: perché Malagò è inadeguato a guidare lo sport italiano - Parte I

    Numeri magici, che fanno da contraltare i numeri infernali del debito. Il che, di per sé, torna poco. Questi numeri di debito verranno spiegati nell'articolo che segue. Dove renderemo ancor più chiaro perché mai il presidente dello sport italiano, in ragione di tanta sprezzante superficialità, sia totalmente inadatto al ruolo e perciò farebbe bene a dimettersi.
    (1. continua)

    @pippoevai

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