Strepitosa Atalanta, Inter ko. Juve in fuga, ma Viola e Napoli da scudetto
Se la Juve gioca a tennis a Pescara, l'Inter va sbattere contro la migliore Atalanta della stagione. Dopo avere battuto il Milan a San Siro e il Napoli a Bergamo, nello stadio Achille e Cesrae Bortolotti, la squadra di Colantuono stasera è stata protagonista di un'altra, strepitosa impresa.
Il successo sulla splendida Inter di Stramaccioni (10 vittorie consecutive fra casa e trasferta, 10 successi esterni di fila) rende felice Conte, la cui squadra ha rialzato la testa in Abruzzo e ora ha 4 punti di vantaggio sui nerazzurri, 5 sul Napoli e 7 sulla Fiorentina.
Già, la Fiorentina. Nella lotta per il titolo piomba come un ciclone la bellissima squadra di Montella che demolisce il Milan a San Siro e avverte i bianconeri: nella corsa scudetto, tutti dovranno fare i conti con i viola. La forza dei toscani e' il gioco di alta qualita' coniugato ad alcuni solisti baciati dalla grazia: e' il caso di Borja Valero endel redivivo Aquilani, implacabile ex rossonero che Galliani ha scaricato troppo in fretta. Se si pensa che la Fiorentina conta 18 nuovi giocatori e 7 di questi si sono messi a disposizione di Montella soltanto nella seconda meta' di agosto, si ha un'idea del capolavoro dell'ex bomber, il quale, sino alla primavera 2011 allenava i Giovanissimi della Roma.
Complimenti vivissimi anche a Prade' e a Macia: dopo Pierpaolo Marino, sono loro i migliori operatori di mercato in circolazione.
E, mentre il Milan ripiomba prigioniero degli errori e delle contraddizioni di una societa' che pensa a Guardiola e a Montella per il futuro, ma non si accorge di quanto sia problematico il presente, il Napoli rialza prepotentemente la testa. Il 4-2 rifilato in rimonta al Genoa e' stato una spettacolare dimostrazione di forza:in questo momento, Cavani e' uno dei primi tre attaccanti al mondo, al suo fianco sta crescendo Insigne. Per Delneri buio pesto: quarta sconfitta consecutiva (la quinta dei rossoblu').
Fa peggio solo la Samp, liquidata a Palermo da Dyabala, uno di cui risentiremo parlare a lungo: per Ferrara, settimo, devastante ko di fila.
DERBY BULLO. A Roma, come al solito, non c'e' verso di giocare un derby in pace, senza risse e senza botte in campo e fuori. E meno male che il sindaco Alemanno si era augurato
che Lazio-Roma fosse la partita dell'amicizia nel ricordo di Gabriele Sandri. Macche'. Un accoltellato lungo le strade che portano all'Olimpico, ripetuti scontri con la polizia, persino il lancio di una molotov prima del via; calci e pugni durante la partita, con De Rossi che, colto da raptus, ha colpito Mauri ed e' stato espulso, battaglione di ammoniti, tensione altissima anche dopo la gara. La Roma e' stata la solita sciupona zemaniana: passatain vantaggio con Lamela, in gol per la sesta volta consecutiva, si e' fatta raggiungere e battere dagli uomini di Petkovic che non hanno perdonato ai rivali l'inferiorita' numerica del secondo tempo.
Ora per Zeman sono di nuovo guai. Il boemo lo sa bene: perdere il derby a Roma e' quasi come perdere una finale Champions. S'annunciano giorni durissimi, mentre la Lazio si bea di Klose e Candreva, superstar della stracittadina.
DEDICATO A MOROSINI. Non ci sono solo i barbari nel nostro calcio. Mercoledi' saranno trascorsi sette mesi dalla scomparsa di Piermario Morosini. E mentre si attendono gli sviluppi dell'incidente probatorio cominciato a Pescara, la cui conclusione e' prevista per l'inizio di dicembre, fa bene al cuore il gesto di Gabriele Angella:firma il 2-2 dell-'Udinese e dedica il gol al Moro. Non lo dimenticheremo mai.
Xavier Jacobelli