Stendardo: Barbara Berlusconi e Agnelli hanno ragione, questo calcio è da rifare
La grande delusione per gli insuccessi della Nazionale, la rabbia vagante, ma forse compressa, per l'assassinio del giovane tifoso napoletano, Ciro Esposito e, al centro della vicenda, due grandi tifoserie, di Roma e Napoli, tra le più imponenti in Italia, vittime entrambe, a diverso titolo, di elementi totalmente estranei al calcio e quantomeno, in quella precisa gara, non tralasciando l'evidente disagio procurato, per ovvi motivi, ai rappresentanti dello Stato che erano presenti.
Non va trascurata la forte contestazione, dell'altra grande tifoseria della Lazio, verso la società o peggio ancora, chi la rappresenta. Neppure va trascurata la delusione dei tifosi del Parma che vivono come un'ingiustizia il diniego, da parte della Lega, della licenza Uefa, che avrebbe consentito alla loro squadra di partecipare alla Europa League.
A tanto aggiungiamo l'insoddisfazione dei tifosi delle due grandi di sempre, Inter e Milan, per il mancato raggiungimento di quegli obiettivi minimi che per entrambe sono rappresentati, almeno, dalla partecipazione alla Champions League.
Che dire poi della Signora del calcio, la Juventus, che ancora arrabbiatissima, continua a chiedersi se quanto comminatole, attraverso i severi provvedimenti conseguenti ai fatti del 2006, a tutti noti, fossero da ascrivere alla sola Juve e suoi tesserati o magari, fossero da estendere ad altri. Nessuno, fino ad oggi, è riuscito con dovuta chiarezza, a spiegare all'enorme tifoseria juventina, le inconfutabili, ma dagli stessi presunte tali, motivazioni che sentenziarono ciò che resta ancora, materia del contendere.
Cosa aggiungere poi, circa gli atteggiamenti del confuso Balotelli, già graziato dal Creatore per quanto donatogli, ad iniziare dal talento calcistico, da cui scaturiscono, purtroppo, atteggiamenti di grave arroganza e fino alla cittadinanza italiana, che resta la meta più ambita per coloro che aspirano a vivere nel nostro paese, senza dubbio, tra i più civili al mondo, più ricco di storia, più ricco di tutto, pur riconoscendone i non pochi difetti. Ormai è giunta l'ora di tenere più alta l'attenzione ed altissimo il senso di responsabilità ,di fronte a comportamenti inusuali per l'intera categoria dei calciatori, che invocano provvedimenti giusti ma severi, a tutela e rispetto di quei sani principi morali e non moraleggianti, come in uso presso gli opportunisti, dimentichi ed incuranti che il calcio, come ogni sport, va di pari passo col sociale.
Non va poi sottovalutata la presenza negli stadi di non pochi stupidi, mimetizzati tra i tanti e con l'unico scopo di generare violenza ed odio tra tifoserie avverse e calciatori in campo. Affrettiamoci ad introdurre servizi di maggiore controllo.
A tale scopo, sento doveroso rivolgere un invito al governo del calcio, affinché possa prodigarsi, sempre più, in merito all'osservanza ed il rispetto delle regole, da parte di tutti, nessuno escluso. Non v'è dubbio che, per ottenere degli ottimi risultati, ci sia necessariamente bisogno di: competenza, passione e personalità comprovata e condivisa.
Sospettiamo degli urlatori e di quanti falsamente e indebitamente proferiscono frasi assurde e tendenziose, nella speranza che qualcuno possa condividerne, per motivi abietti, il contenuto maligno. Non credo sia necessario inveire contro personaggi di grande spessore, come Agnelli, per replicare ad una personale idea circa il candidato alla presidenza della Figc che preferirebbe venisse nominato.
D'altronde lo stesso Presidente del Coni, Malagò, ha dato precise indicazioni
sulle caratteristiche che vorrebbe possedessero tutti i nuovi candidati alla presidenza della FIGC ed a rafforzarli, oltre al presidente Agnelli, troviamo un'altra importante icona del calcio, l'amministratrice delegata del Milan, Barbara Berlusconi che, allo stesso modo, ha ribadito il concetto di rinnovamento e ringiovanimento. È evidente che bisogna allontanare, non solo dal calcio ma dallo sport, quanti credono che questa sia la loro casa.
Guglielmo Stendardo