Stekelenburg:| Le parole che non ha detto
Inizia a prendere confidenza con l’italiano e questo è fondamentale. Perché un portiere ha bisogno, anzi deve, parlare tanto, soprattutto coi suoi difensori. E Maarten Stekelenurg finora ha avuto parecchi problemi a farsi comprendere dall’allenatore e dai compagni. A Trigoria c’è l’interprete che lo aiuta, quando la squadra gioca - all’Olimpico come in trasferta - la situazione è più complicata. Ecco perché è necessario che impari al più presto l’italiano. Per adesso parla con Pjanic, Kjaer e Heinze (guarda caso, la coppia centrale titolare del derby) che sono abituati ad esprimersi in tedesco e in inglese. Il bosniaco, in particolare, a soli 20 anni parla in 5 lingue ed è quello che ha meno problemi ad intendersi con i compagni e spesso ha tradotto le indicazioni del portiere.
Stekelenburg, dal canto suo, si dice tranquillo: sapeva che, lasciando Amsterdam, l’ambientamento non sarebbe stato facile ma tutto sta andando come aveva previsto. A sconvolgere i suoi piani soltanto l’assenza forzata dovuta al colpo di Lucio in InterRoma. E a proposito di Inter, un aiuto gli viene anche dall’amico Sneijder che, in Italia da oltre due anni, parla e capisce correttamente l’italiano. I due si sentono spesso e il centrocampista nerazzurro, suo amico oltre che compagno di nazionale, gli dà spesso consigli e indicazioni utili.
Su come si vive in Italia ma anche su come funziona il campionato. Stekelenburg, che fin qui ha giocato 213 minuti subendo quattro gol, nel derby è stato uno dei migliori in campo. Prima di capitolare incolpevolmente sul gol di Miroslav Klose che ha deciso la partita, l’olandese si era reso protagonista di una partita più che positiva, nella quale aveva ampiamente dimostrato di essersi ripreso dall’infortunio di San Siro. Tutto messo alle spalle visto che contro la Lazio non ha avuto alcun tipo di problema neanche dal punto di vista psicologico: ha parato, si è tuffato, si è cimentato in uscite sia alte sia basse dimostrando di poter essere una sicurezza. Almeno tra i pali. Per esserlo - definitivamente - anche fuori c’è bisogno solo di migliorare il feeling con la squadra. Per farlo c’è solo un modo: giocare, e parlare, coi compagni.