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    Stankovic: 'La mia Inter non ha limiti. Mi rivedo in Barella, Calhanoglu come Sneijder. Su Vlahovic e Lazetic...'

    Stankovic: 'La mia Inter non ha limiti. Mi rivedo in Barella, Calhanoglu come Sneijder. Su Vlahovic e Lazetic...'

    Dejan Stankovic, ex centrocampista dell'Inter, oggi allenatore della Stella Rossa, parla alla Gazzetta dello Sport della lotta scudetto e del momento in casa nerazzurra: "Il derby? Niente è come questa partita, è un concerto alla Scala del calcio. Per chi come me è cresciuto alla Stella Rossa, il derby serbo è un pezzo di cuore. L’ho vissuto a Roma dove si parla per settimane, ma a Milano il derby è mondiale, è show: ne ho vinti, ne ho persi, ma tutti mi hanno esaltato".

    A QUALE GOL E' PIU' LEGATO NEL DERBY? - "Stagione magica 2009-10, 0-4 e mio gol: una partita perfetta, l’inizio della cavalcata. Ma nel 2003-04 ho segnato al primo derby giocato direttamente da angolo: in partite così succedono sempre cose strane. Tra l’altro, dallo 0-2 subimmo una rimonta tremenda fino al 3-2. Nel 2006-07 l’ho messa all’incrocio in un 4-3 spettacolare: anche allora per poco non ci rimontarono".

    SU IBRAHIMOVIC  - "Non sono obiettivo quando parlo di Zlatan, l’amicizia va oltre la maglia. Non è un uomo, è un leone che combatte contro tutto e tutti. Ci insegna che niente è impossibile. Non so cosa farà, ma se testa e fisico staranno bene continuerà a fare la differenza. Per lui vale quel proverbio slavo: bisogna giocare finché “il pallone non si sgonfia"

    INTER 'JUGOSLAVA' - "Due croati, un serbo, uno sloveno e un bosniaco: amici dalle radici balcaniche. Sono legatissimo a Kolarov, ma pure Dzeko ora sembra ringiovanito: nessuno adesso si ricorda di Lukaku... Perisic spinge a mille e Brozo è il motore di tutto. Handa, poi, resta il mito di mio figlio Filip che adesso sta facendo la sua strada al Volendam, in Olanda. So che arriverà Onana a Milano, ma togliere il posto a Samir sarà dura".

    SUL DERBY DI SABATO -  "Anche l’anno scorso l’Inter aveva questo passo, ma ora la squadra è perfino più forte: gira a ritmi altissimi, è felice, con un gioco spettacolare e organizzato, con fiducia. Di solito nel derby è difficile dire chi è favorito, ma stavolta...".

    SU SIMONE INZAGHI - "È andato oltre ogni aspettativa, ma non sono stupito perché sa subentrare in momenti difficili. Come la prima volta alla Lazio dalla Primavera e come dopo il mancato arrivo di Bielsa: quando è dura, ci crede e trasmette fiducia. Ha pure aggiunto libertà e fantasia con Calha e Dzeko. Ora, però, la differenza la fa Bastoni: che ruolo fa, a proposito? È ovunque, con una intelligenza vista raramente".

    SU BARELLA E CALHANOGLU - "Calha è più un 10 moderno, con un tiro alla Sneijder. Spero che non si offenda, ma ho qualcosa di più in comune con Barella: grinta, cuore, e lo stesso spirito dentro a ogni partita. La sua assenza col Liverpool è un colpo durissimo, ma questa squadra non ha limiti. Anzi, gli inglesi ci temono più di quanto li temiamo noi: se sottovaluti questa Inter, ti bruci".

    SU MOURINHO - "Il valore di José non si discute mai. Roma deve concedergli tempo, seguirlo, ascoltarlo. Gli alti e bassi all’inizio sono normali ma i frutti saranno raccolti".

    SU VLAHOVIC ALLA JUVE - "Un grande colpo, per molti anni a venire. Dusan è in crescita verticale e non ha raggiunto il suo top. Con Haaland è il futuro. La sua scelta non è stata facile, ma lo capisco. Vorrei che l’Inter dominasse ancora a lungo, ma questo acquisto sposta gli equilibri".

    SU LAZETIC - "Quando ha lasciato la Stella Rossa gli ho solo detto: “Piedi per terra”. Li avrà perché è umile. Ha possibilità enormi e lo aspetta una grande carriera. Il Milan ha scelto bene, ma deve avere".

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