Stadio Milan a San Donato, 70 docenti universitari a Fifa, Uefa e Figc: "Fermate tutto, emissioni insostenibili"
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Già, perché non sono solo i comitati cittadini, sia di San Donato sia di Rozzano, ad opporsi alla costruzione delle nuove case delle milanesi; nelle ultime ore, 70 docenti del Politecnico di Milano, dell'Università Statale e della Cattolica, con in testa i professori Arianna Azzellino e Giorgio Vacchiano, hanno scritto a Gianni Infantino, Aleksander Ceferin e Gabriele Gravina, i numeri uno di Fifa, Uefa e Figc.
LA LETTERA - "Assumete una posizione netta contro la costruzione di nuove infrastrutture su terreni non urbanizzati", recita l'appello. "Riteniamo encomiabile il vostro riconoscimento dell’importanza di promuovere la sostenibilità nel settore calcistico ma portiamo alla vostra attenzione la problematicità di costruire nuove infrastrutture in aree non edificate". I docenti richiamano l’attenzione degli alti dirigenti su questa pratica che causa "un aumento significativo della CO2 rilasciata in atmosfera a causa della perdita di capacità di assorbimento del carbonio dei suoli edificati. Il nuovo stadio del Milan comporterebbe la trasformazione di circa 30 ettari di terreno mai urbanizzato, senza contare che nelle immediate vicinanze del sito proposto per l’impianto si trova l’abbazia di Chiaravalle. Dovendo compensare la perdita ambientale sarebbe necessario piantare 19 ettari di bosco e 32mila alberi per arrivare in 20 anni a compensare quanto perduto a causa del consumo di suolo che comprende anche diverse aree del Parco Agricolo Sud Milano, l’importante riserva naturale dedicata alla protezione di boschi, terreni agricoli e corsi d’acqua".
DI COSA SI TRATTA - Una recente analisi condotta dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha stimato l’emissione degli equivalenti di CO2 per singola partita di calcio in 70 tonnellate. Se ciò si applicasse su una trentina di eventi, la somma di queste emissioni costituirebbe più dei due terzi del quantitativo stoccato nel suolo non edificato pre-esistente.