Stadi, coppe e Nazionale: è il nuovo Rinascimento del calcio italiano
Alberto Polverosi
Nei giorni scorsi una buona notizia che riguarda il calcio non è stata adeguatamente trattata. Del resto, siamo così abituati alle delusioni e alle amarezze che un dato incoraggiante ci coglie impreparati e sfugge alla nostra attenzione. La notizia di per sé è confortante, ma lo diventa ancora di più se si legano altri aspetti di questo periodo. C’è un nuovo record di spettatori per la Serie A. Dopo i numeri positivi del campionato scorso (miglior incremento dal 2010), la 13ª giornata del girone di andata ha registrato nelle tribune la presenza di oltre 300mila tifosi, con una media di 30.295 a gara. Prima di questo turno, non era mai stata superata la soglia di 30mila spettatori medi a partita, non solo in questo campionato, ma anche negli ultimi tre anni. È la settima volta, nelle ultime 10 stagioni, che viene oltrepassata quella cifra. Con questi numeri, sale anche la media gara di tutto il campionato attuale e tocca 25.448 spettatori. È un altro miglioramento rispetto alla media delle ultime due stagioni di Serie A, media che si era attestata a 24.634 spettatori nel 2017-18 e a 21.415 nel 2016-17. Se si pensa che decine di migliaia di tifosi pagano per entrare in stadi a dir poco fatiscenti (per il San Paolo è un eufemismo), stadi in cui la maggior parte degli spettatori si bagna da capo a piedi se piove (il Franchi), se si aggiunge che per acquistare un biglietto bisogna superare decine di paletti, quei dati sopra riportati diventano sensazionali. PERIODO D’ORO - Ma tutta questa passione stavolta non è tradita, o almeno per il momento, né dalle squadre di club, né dalle Nazionali azzurre. Sta trovando uno sbocco naturale. Due (Juventus e Roma) delle quattro squadre impegnate in Champions League si sono qualificate agli ottavi con un turno d’anticipo, altre due (Inter e Napoli) potrebbero aggiungersi già fra qualche ora e in ogni caso resteranno in corsa fino all’ultima giornata. In Europa League, la Lazio è arrivata ai sedicesimi con due gare d’anticipo e il Milan ha buone possibilità di seguirla. Potremmo fare 6 su 6 in Europa. Non solo. Pensiamo alla Nazionale. È vero che questo problema del gol comincia ad assillare, ma da quanto tempo la squadra non giocava quattro partite di fila con la brillantezza, la qualità, la tecnica di questo periodo? A nostra memoria, non ricordiamo un periodo così lungo e così convincente sul piano del gioco. Complimenti a Mancini, che sta scoprendo anche nuovi talenti, ragazzi che pensavamo di non avere più, come Chiesa, Zaniolo, Tonali, Kean. Pensiamo infine alla Under 21 che a giugno si batterà nelle finali dell’Europeo e per un posto alle Olimpiadi di Tokyo. Insomma, se con la mente torniamo indietro di 14-15 mesi, stiamo vivendo un nuovo periodo di rinascimento calcistico. Senza illudersi, ma la fine della crisi sembra davvero vicina.