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    Speziamania: squadra nelle sabbie mobili

    Speziamania: squadra nelle sabbie mobili

    • Gianni Salis
    Lo Spezia si è piantato. Il guaio che non ha ancora affrontato la salita, quella dura, ma solo un leggero ma tortuoso pendio. Così, dilapidando il bottino che si era conquistata, meritatamente e con una certa spavalderia da novizia, la squadra bianca ha preso musate in faccia che la categoria sommata all’inesperienza e alla cifra tecnica della maggior parte della rosa ti propongono, presentandoti ora il conto: salatissimo.

    E a vedere il calendario fino al giro di boa c’è il rischio che questa salita diventi una sorta di ‘sabbie mobili’: tre trasferte (Napoli, Torino e Roma) ed una gara al Picco contro la Sampdoria.
    Vengono al pettine i nodi di chi sommessamente, come lo scrivente (i capelli bianchi vorranno pur dire qualcosa), subdorava ed indicava quando ancora il buon calcio e l’euforia di stare a ridosso della parte sinistra della classifica avevano fatto perdere il senso della realtà: la cifra tecnica appunto.

    Ieri, il migliore in campo, per continuità è stato Luca Vignali, un prodotto del vivaio, non più giovanissimo, nato come centrocampista ed oramai da qualche anno dirottato ed adattato a fare il terzino. Nelle gerarchie dietro Sala, Mattiello e Salva Ferrer sembrava destinato in B: eccolo invece col Verona 90’ intensi con la fascia da capitano. Questo è uno solo degli esempi per far capire come quanti giocatori, presi sicuramente in fretta e furia stante le note tempistiche ristrettissime del calciomercato estivo dei bianchi, siano non più che semplici suppellettili incastonati nella struttura originaria della squadra e non già valore aggiunto, tra l'altro ben remunerato. La cifra tecnica appunto, sempre quella.

    Ora inizia una nuova fase, quella che viaggia per un mesetto parallela al mercato di ‘riparazione’. Perché di quello si tratta, di riparare. Sempre che ce ne sia volontà da parte della proprietà (patron Volpi) e capacità da parte di chi gestisce la direzione tecnica (Meluso).  Finiscono gli alibi, per tutti. Il patron deve chiaramente dire se è deciso ad investire sul mercato oppure proseguire con questa intelaiatura. Basta essere chiari ed il tifoso si metterà l’anima in pace. Il Direttore Meluso, dopo quello estivo, in cui obiettivamente ha dovuto allestire una squadra in quattro e quattro otto, ora ha la chance di agire con cognizione e tempistiche adeguate a rimettere la barca in linea di galleggiamento.

    Infine mister Italiano. Nel calcio di oggi al minimo fallo ti ammoniscono e ai suoi tempi, 20 anni fa, Chabot non solo non sarebbe stato espulso ma nemmeno fatto sfoggio di cartellino giallo per due inezie del genere. L’errore di ieri per non averlo cambiato, così come ha fatto giustamente con Pobega, ha pesato e parecchio. 

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