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Speziamania: lo stesso spirito 36 anni dopo
Allora una società dissoltasi nel nulla mentre staff e tecnico che, sorretti da un amore sconfinato dei propri tifosi, arrivando perfino a comprare le casacche per poter giocare, conquistano un’incredibile promozione in C1. Quei nomi, quelle facce, sono tutt’ora scolpiti nella mente di tutti e tramandati alle nuove generazioni che ne conoscono le gesta per filo e per segno. Roba da sciamani di pellerossa americani.
Sergio (Borgo), ne è il capitano di quel gruppo di ‘Uomini’, come oggi Claudio (Terzi), anch’egli capitano. Un altro Sergio (Carpanesi), ‘Il Maestro’, ne conduce le gesta e di fatto come Vincenzo (Italiano) assume la guida spirituale del gruppo, blindandolo da tutto: allora come adesso, sebbene con connotazioni societarie di fondo diametralmente opposte.
Certo è che i ‘rumors’ di vendita della società e che hanno di fatto paralizzato il club bianco proprio a ridosso del ‘mercato di riparazione’, hanno altresì certificato il momento meno felice dell’era Volpi, un patron che, va ricordato, non solo ha preso lo Spezia in D portandolo in 12 anni in A ma lo ha mantenuto e strutturato e al quale i ringraziamenti non saranno mai abbastanza; ecco dunque che quello spirito sembra essersi nuovamente materializzato in riva al Golfo dei Poeti.
Il successo di Reggio Emilia, al di là del risultato finale, è figlio proprio di quella blindatura, di quell’isolamento mentale che il tecnico siciliano ha saputo imporre al gruppo. Una squadra che non ha pensato a null’altro che a giocare, remando tutti dalla solita parte, ognuno secondo le proprie capacità, siglando di fatto un patto di ferro, anzi, d’acciaio tra ‘Uomini’. Proprio come trentasei anni fa.