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    Speziamania: la giostra è finita (finalmente). Serriamo i ranghi e torniamo a ruggire.

    Speziamania: la giostra è finita (finalmente). Serriamo i ranghi e torniamo a ruggire.

    • Gianni Salis
    E’ finita! Finalmente. La magica giostra ‘pifferaia’ del calciomercato è terminata e con essa quell’atmosfera che la circonda con tutta quella ridda continua di nomi  molti dei quali senza nemmeno un perché. Lo Spezia arriva alle 20 del gong con una sola novità, Ampadu, funzionale e non tanto per… .
    E’ vero, anche una punta di ruolo ed una mezz’ala sarebbero stato un minimo sindacale per Gotti che ne ha fatto specifica richiesta (“Spero che i Platek ci aiutino e si aiutino in questa sessione di mercato”), ma tant’è.  Senza vendite non si compra, per cui parecchie operazioni non sono state avvallate e Pecini non ha potuto far altro che glissare a denti stretti. D’altronde il bilancio, che in altri paesi sarebbe stato, l’unica cartina al tornasole per poter operare, non ha molti estimatori nel cosiddetto ‘Bel Paese’, ma va bene così fino al prossimo fallimento. Coi giornaloni che, poi, si strapperanno le vesti mentre questo calcio sprofonderà sempre più. Allo Spezia invece bisogna, giustamente, far quadrare i conti ed una proprietà pragmatica come quella a stelle e strisce che un anno fa era, non va dimenticato, dovuta intervenire in maniera massiccia per ovviare al blocco per ben 4 sessioni di mercato, senza dimenticare i profondi investimenti sullo stadio e sui campi di allenamento di Follo, ha preferito tenere il timone dritto. Con dispiacere di Gotti in primis e dei tifosi, entrambi delusi. Voti insufficienti per il mercato? Vero e probabilmente meritati, ma per un club come quello bianco la solidità finanziaria viene prima, proprio per dare un futuro solido al club stesso.
    Le difficoltà di contemperare le esigenze tecniche con quelle di bilancio sono dunque venute  prepotentemente a galla ed almeno fino a gennaio Gotti e la squadra dovranno serrare i ranghi e dare più del massimo per racimolare punti importanti, un po’ come fatto a Torino al cospetto della Juve dove non sono arrivati i punti, vero, ma la squadra ha dato segnali importanti che dovranno essere confermati da qui in avanti in ogni singola gara, come se fosse una finale. Già, perché una squadra che lotta per salvarsi, diversamente non può fare, non può permettersi di agire e pensare. Serrare i ranghi ovviamente riguarda anche la tifoseria, che in parte, pensava di poter forse ambire, anche legittimamente, a lidi più prestigiosi, ma che invece deve scontrarsi con la realtà. E’ tempo adesso che la tifoseria torni a fare il proprio dovere, tanto più ora, sostenendo sempre e comunque la casacca bianca: è tempo di proseguire a far ruggire il Picco. Le somme si tireranno a metà novembre.
     

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