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Speziamania: bicchiere mezzo pieno, ma la difesa alta va rivista.
Le luci stanno in quella sfrontatezza con cui i bianchi hanno affrontato il match e che per un’ora, i soliti 60 minuti così com’era accaduto contro Sassuolo e Milan, ha permesso se non di giocare alla pari quanto meno di mostrarsi per quel che si è: tanta volontà, qualche sprazzo, buona tenuta generale del campo e idee non banali dalla cintola in su, sebbene gli interpreti delle fasce (Verde e Farias) abbiano ciccato la presenza. Una sfrontatezza che ha permesso a Terzi e compagni di riprendersi il pari con Pobega e poi quasi con Chabot (colpo di testa neutralizzato sulla linea da Buffon): sarebbe stato 2-2.
Le ombre stanno invece in quella fase difensiva che evidentemente va registrata, da Italiano in primis e dalla testa dei giocatori, Farias su tutti, poi. Abbiamo assistito a troppe imbucate per le vie centrali, situazione tattica deficitaria già ampiamente evidenziata recentemente contro Sassuolo e Parma. La linea di difesa, alta, quasi altissima, diventa poi, tanto più in serie A, un suicidio annunciato, con o senza Ronaldo in campo, visto che già nel primo tempo con la Juventus solo la poca lucidità sotto porta dei campioni in carica aveva mantenuto a galla lo Spezia.
Un déjà-vu, dato che già nelle prime gare 7-8 gare della passata stagione il tecnico siciliano aveva abbracciato questa filosofia venendo però impallinato a più riprese, salvo, poi apportare modifiche sostanziali all’approccio mentale e ponendo soprattutto qualche correttivo di posizione con i risultati che ad agosto tutti abbiamo visto.
Siamo ancora agli albori di un campionato strano sì, ma per tutti, ma la quadra va trovata e in fretta: a partire da domenica a Benevento, trasferta che in termini pratici di classifica conta già moltissimo.