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    Spalmania: e Antenucci liberaci dal male

    Spalmania: e Antenucci liberaci dal male

    • Leonardo Valente
    Amen. Una preghiera per Ante7 che a metà del secondo tempo, con un destro alla Higuain, senza voler insinuare alcun paragone deviante, ha fatto tornare il sereno sulla Spal e su Ferrara tutta. E’ lui l’uomo della provvidenza. Quel giocatore che in estate si vociferava fosse pronto a partire perchè non adatto alla categoria. Il numero 7, invece, ha giurato fedeltà a questi colori e nonostante la campagna acquisti preoccupante per il suo ruolo in squadra si è preso l’attacco sulle spalle. Ha deliziato i nostri occhi al Dall’Ara, ma non è bastato per vincere e, approfittando dell’ottimo lavoro del suo compagno Paloschi, ha piegato il temuto grifone, confezionando il successo e riportando i tre punti in casa biancoazzurra.

    La carriera del 33enne molisano non è stata semplice, fatta per la gran parte da minutaggio in campionati di Serie B, come la Championship inglese, e di poca esperienza nel massimo campionato, con un solo gol realizzato prima di Bologna. Eppure, al momento, la banda di Semplici si deve affidare più che mai al ragazzo di Termoli. L’ultimo a mollare in questi due mesi di sofferenza per gli estensi. L’assenza di Floccari, il suo compagno ideale, come dimostrato da gennaio dello scorso anno, è tutt’ora un vuoto difficile da colmare, ma è dal duro lavoro di questi mesi che è venuto fuori il gol vittoria di ieri. Semplici ha pensato che per tornare a vedere i tre punti fosse arrivato il momento di cambiare e allora: via l’uscita palla al piede e lancio lungo a cercare il dialogo delle due punte. Idee spiegate ai suoi e vittoria arrivata.

    Antenucci è partito fortissimo, dopo pochi secondi ha rischiato di regalare un’altra perla, questa volta di sinistro, al pubblico del Mazza. Poi si è messo a lottare su ogni pallone, ha cercato di pressare su ogni indecisione degli avversari e alla fine, dopo aver marchiato l’incontro, si è preso l’applauso di tutto lo stadio che lo ha incitato anche una volta seduto in panchina. Al grido “Mirko! Mirko! Mirko!” ha salutato la Ovest per ribadire il suo legame con questi colori e questa maglia.

    Una domenica da incorniciare: per le grandi intuizioni del mister, la voglia di mettersi in discussione, i chilometri di Lazzari e Mattiello, la precisione del tridente difensivo, i riflessi di Gomis, l’intelligenza di Schiavon (bisognerebbe parlarne per altre 2 ore), la grinta di tutti i 14 ragazzi scesi in campo, la meraviglia della Ovest e Antenucci liberaci dal male. Amen.
     

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