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    Spalmania: dubbi sulla possibile ripresa ma la società non accetterà la retrocessione a tavolino

    Spalmania: dubbi sulla possibile ripresa ma la società non accetterà la retrocessione a tavolino

    • Andrea Robertazzi
    E' notizia degli ultimi giorni che la Serie A è tornata a scaldare i motori in vista della possibile ripartenza del 13 giugno. Una data che appare sempre più probabile, nonostante i tanti dubbi di diverse squadre tra cui anche la Spal. Dare specifica attuazione a tutti i protocolli, infatti, sarà abbastanza complicato. 

    Le perplessità della Spal sono state espresse da Mattioli, che nei giorni scorso a rilasciato dichiarazioni emblematiche a Radio Rai: ''​Abbiamo seguito le indicazioni del protocollo e del nostro staff medico. Sono troppe le responsabilità, è troppo pericoloso. Abbiamo aspettato, facendo le varie visite ai calciatori come previsto, ma siamo in attesa del nuovo protocollo per cominciare a lavorare assieme. Se non arriva quello, continuiamo a lavorare come fatto fino adesso. Ho ancora qualche dubbio che il 13 giugno siano tutti pronti a riprendere questo campionato. Siamo già pronti, abbiamo l’hotel che attende il nostro gruppo di quasi 60 persone: ognuno avrà la propria stanza, ma prima voglio sentire cosa dice il nuovo protocollo e poi ascoltiamo attentamente quanto ci dicono i nostri medici. Retrocessione a tavolino? Mi dispiacerebbe, con 12 gare da giocare e 36 punti a disposizione, che mi dicessero che la Spal retrocede in serie B. Siamo pronti a battagliare, ricorreremo ai tribunali sportivi, ma anche la Federazione si tutelerà. Non sarà facile, tuttavia 36 punti sono tanti e la Spal si può ancora salvare come ha fatto negli ultimi anni".

    Quello che si legge tra le righe è che la Spal, almeno per ora, preferirebbe non tornare in campo visti tutti i rischi allo svilupparsi della pandemia. E, soprattutto, che la società non ha intenzione di accettare passivamente una retrocessione a tavolino. E' questo è un elemento fondamentale che rimarca quanto la proprietà e tutto il comparto dirigenziale abbia fiducia nel gruppo e nel progetto. Se sarà necessario si andrà anche in tribunale, perché le retrocessioni si accettano solo quando sono legittimate dal campo e non quando vengono decise in un'aula con ancora dodici partite da giocare.

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