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    Spalmania: basta VAR, parliamo di bellezza

    Spalmania: basta VAR, parliamo di bellezza

    • Leonardo Valente
    Dopo la paralizzante notizia della scomparsa di Astori si è tornati sui campi di gioco. L’anticipo che mantiene a galla l’Hellas e inizia a preoccupare il Chievo, il Crotone straripante su di una timida Samp, un Cagliari vicino all’impesa sulla Lazio e il derby della nostra Spal contro il Sassuolo. Gare che hanno incendiato la zona salvezza, forse la più interessante di tutto il campionato, sicuramente poco prevedibile viste le premesse e i pregiudizi sulle “piccole” di fine estate. Come ogni lunedì ci si ritrova a parlare soprattutto degli errori, dell’indecisione che ti può costare il punto in più e, soprattutto, delle sviste arbitrali. Proprio così, il tema arbitri agli italiani piace, da sempre, e anche la tecnologia avanzata non è riuscita a soddisfare i milioni di tifosi arbitri che si affacciano sui manti verdi tra televisioni e stadi.

    Come succede spesso quest’anno, è proprio la squadra estense ad essere perplessa sulle scelte del Var e del direttore di gara. Un rigore generoso agli avversari, che poteva cambiare il risultato, e un contatto nei minuti finali in area neroverde su Grassi sono episodi che fanno arrabbiare, ma oggi, dopo una settimana così dura per il nostro mondo è giusto parlare del calcio bello, quello che diverte e appassiona. Due sono i volti, due i loro gesti tecnici che ci hanno fatto gioire e ricordare che la Spal, o almeno per quanto mi riguarda, va oltre l’arbitro, va oltre l’errore del singolo, e si consolida nella marea biancoazzurra che ha occupato Reggio Emilia per sostenere i propri colori.

    Il primo è Pasquale Schiattarella, fresco di rinnovo con la maglia spallina e simbolo della rinascita di questi colori. Uno della vecchia guardia che dopo il giallo a Crotone è scoppiato in lacrime per aver capito di dover rinunciare al Bologna, causa squalifica, e un faro illuminante per il gioco di Semplici. Con Viviani in ripresa, ma ancora sulle gambe dopo la prima parte di stagione, il numero 28 si è preso la regia del centrocampo. Da mezzala a playmaker e un capolavoro, nel pomeriggio di ieri, per imbucare Antenucci e far sbloccare la gara. Un filtrante con il misurino da far vedere nelle scuole calcio, un assist geniale che aiuta la Spal ad andare in vantaggio, sprecato in pochi attimi con il fallo di mano di Lazzari in area di rigore.

    Pareggio di Babacar dagli undici metri che, poco dopo, vede fischiarsi un altro rigore, anche questa volta per fallo di mano, non di Lazzari ma di Grassi (non commento l’episodio perché prima bisognerebbe definire le regole e poi usare il Var). Dal dischetto va Politano ed entra in scena il secondo volto e il secondo gesto tecnico della domenica. Meret, spiazzato precedentemente, questa volta non abbocca e con un guizzo alla sua destra devia in angolo il possibile vantaggio del Sassuolo. Primo rigore parato in serie A dall’esordiente classe 97, uno dei futuri portieri della nazionale italiana che dopo il lungo stop si è ripreso i pali della Spal per salvarla dai pericoli. Oggi ho voluto parlare di bellezza, perché penso che bisogna ripartire da questa gara senza pensare alle polemiche. Ripeto, la Spal è più forte del Var.
     

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