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  • Spalletti e i problemi dell'Inter: pochi gol, troppi cross e manovra prevedibile

    Spalletti e i problemi dell'Inter: pochi gol, troppi cross e manovra prevedibile

    • Luca Bedogni
    Le difficoltà nel primo tempo di Cagliari, quelle con la Juve a Torino, il Pordenone, le prime due sconfitte in campionato con Udinese e Sassuolo: che sta succedendo all’Inter di Spalletti?  E’ difficile trovare un denominatore comune a tutto questo. Sta di fatto che nelle ultime quattro gare i nerazzurri hanno segnato solo un gol (Icardi contro l’Udinese). Ad accrescere l’imbarazzo, una manovra più prevedibile, che si sclerotizza involontariamente nella ricerca insistita di cross effettuati principalmente dalla trequarti laterale, a giro, oltre la linea difensiva, per i tagli del salvatore della patria Icardi. Ma così, se tutto gli gira bene, persino un Pordenone compatto può mettersi a leggere in anticipo quelle traiettorie. Figuriamoci due squadre affamate e in netta ripresa come Udinese e Sassuolo. A dire il vero, se l’Inter si affida ormai quasi incondizionatamente al cross è perché è una delle sue armi migliori. Non a caso l’unico gol di cui si parlava sopra, peraltro splendido, nasce pur sempre dalla fascia destra e dall’intesa Candreva-Icardi. Eppure l’Inter potrebbe e dovrebbe essere pericolosa anche per vie centrali, sfruttando fraseggi corti e imbucate. Il problema è che di recente gli riesce meno, vuoi per mancanza di brillantezza, vuoi per spreco d’occasioni, vuoi per accorgimenti tattici osservati dalle avversarie. E’ forse un caso che Juventus, Udinese e Sassuolo alla lunga abbiano avuto la meglio sull’Inter, chi in termini di gioco (i bianconeri), chi uscendo vittorioso dall’incontro (friulani ed emiliani), ostruendo sistematicamente la zona centrale del campo? Due 4-3-3 e un 3-5-2: di fatto, mediane che si adattano in tutt' e tre i casi al triangolo doble pivote + vertice alto del 4-2-3-1 nerazzurro. Ma il caso del Sassuolo è stato il più emblematico, vediamo perché.  

    L’ALBERO DI NATALE NEROVERDE Il Sassuolo di Iachini ha estremizzato la strategia adottata prima da Allegri e poi da Oddo. Per limitare l’efficacia del palleggio dell’Inter, e in particolare Borja Valero, Iachini ha disegnato un 4-3-3 in grado di trasformarsi in ‘albero di Natale’ (4-3-2-1) durante la fase difensiva. Così non si vedevano più le mezze ali (Matuidi e Khedira o Barak e Jankto) sul doble pivote; Gagliardini e Valero venivano presi direttamente dagli esterni del Sassuolo, che stringevano dietro a Falcinelli, abbandonando completamente i terzini avversari. Una trappola, un invito a muover palla sull’esterno. In questo modo i tre centrocampisti del Sassuolo proteggevano e ostruivano la zona centrale davanti alla difesa, dove Brozovic era in evidente inferiorità numerica e controllato perlopiù dal vertice basso Magnanelli, mentre Missiroli e Duncan, sbarrando a un tempo le linee di passaggio per gli ‘incontro’ diagonali di Perisic e Candreva, stavano a mezza via, abbastanza aperti, pronti a uscire forte sui terzini relativamente liberi. 

    Spalletti e i problemi dell'Inter: pochi gol, troppi cross e manovra prevedibile

    COSTRUIRE LA SUPERIORITA’- Dunque non c’era modo di penetrare? Direttamente era quasi impossibile, anche perché Berardi e Politano non dimenticavano la consegna. E quando poi un centrale nerazzurro, per risolvere lo stallo, avanzava palla al piede non trovando il primo appoggio sui centrocampisti, il più vicino dei due ‘esterni’ neroverdi si staccava dalla marcatura e aggrediva il portatore di palla. Come qui sotto Berardi. La prospettiva strettissima che si apre tra Berardi e Duncan induce Skriniar a ignorare Cancelo e a forzare un passaggio per l’ ‘incontro’ di Candreva. Palla persa, troppo lunga (freccia azzurra).  

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    Una soluzione alternativa (in rosso) poteva essere quella più semplice, benché sempre indiretta: privilegiare il gioco corto in modo tale da costruirsela, la superiorità centrale. Dopo aver fatto uscire di marcatura Berardi avanzando col pallone, Skriniar ad esempio poteva usare come sponda Cancelo per raggiungere finalmente Gagliardini (o Valero), e consentirgli di sfruttare così la superiorità numerica ottenuta. Vedete a quel punto come era ‘aperto’ il terzetto Duncan-Magnanelli-Missiroli? Lo spazio che aveva Brozovic su un’ imbucata eventualmente successiva? 

    IDEA CANDREVA – Sono situazioni che vanno lette con continuità, per alzare l’asticella. Il Napoli in questo è maestro. Che poi non è che l’Inter non lo sappia fare, stando a quel che sosteneva Spalletti al termine di Napoli-Inter. Si deve convincere di poterlo fare con continuità. Al Mapei Stadium ad esempio c’è riuscita, solo che troppe poche volte. Qui sotto l’idea giusta viene a Candreva, che si scrolla di dosso Peluso abbassandosi tantissimo, dove può ricevere libero e puntare pericolosamente la difesa avversaria. Ancora un centrocampo neroverde apertissimo, con Magnanelli in netta inferiorità. Dalla percussione di Candreva nascerà la palla-gol per Icardi  (fuorigioco millimetrico), servita da Brozovic all’altezza della lunetta. 

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    INSPIEGABILMENTE CANDREVA- Poi però Candreva è imperscrutabile, e ci stupisce con scelte irrazionali come questa: anziché servire Brozovic o Perisic in contropiede per sfruttare un possibile tre contro due sul lato debole (tratto rosso), lo vediamo avventurarsi fra tre uomini del Sassuolo (tratteggio bianco). Inspiegabilmente. Altra possibilità di tagliare in due il centrocampo di Iachini mandata all’aria. 

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    CROSSITE ACUTA- La crossite acuta è la malattia di cui soffre l’Inter ogni volta che sfiducia il proprio fraseggio corto. La palla persa che genera la volata di Politano, e quindi il gol di Falcinelli, è più un pallone buttato in area che un cross ben costruito. D’Ambrosio poteva sfruttare il movimento di Valero, seguito come un’ombra da Politano, per servire Brozovic a pochi passi (tratto rosso). Un Brozovic che, malgrado la sostituzione e le responsabilità sul gol, nel primo tempo ha fornito gli assist più nitidi per Icardi . E invece D’Ambrosio mette per Icardi (curva azzurra) un pallone che Goldaniga e Acerbi si aspettano. Goldaniga respingerà di testa azionando il motorino Politano. Sorvoliamo sulla riaggressione degli stessi Brozovic e D’Ambrosio in questa circostanza, dopo aver perso palla: almeno un fallo tattico lo potevano spendere. 

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    IL SOCCORSO DI BROZO Tornando al problema iniziale, continuiamo a parlare di Brozovic. Per aiutare l’uscita pulita del pallone, il croato scendeva in posizione di mezzala sinistra, dove non sempre era seguito da Magnanelli. Per giunta Missiroli, almeno sulle prime, rimaneva in allerta, tra Brozovic e D’Ambrosio. Borja Valero e Gagliardini braccati come sempre. Senonché.. 

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    FILTRANTE TAGLIARAMI – Senonché il croato, girandosi, poteva tagliare un ramo importante dell’albero di Natale, il ramo Magnanelli-Duncan. Conditio sine qua non, il movimento in verticale e senza palla di Gagliarini, dimenticato da Berardi o forse soltanto mal consegnato a Duncan.  

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    Arrivato sul pallone e fatto fuori il centrocampo neroverde, Gagliardini si trova di fronte Acerbi, e gli si aprono due possibilità in un istante: imbucare a sua volta Icardi di prima, come riesce (tratto azzurro), oppure appoggiarsi al compagno di reparto Borja Valero, sempre di prima, al quale poi si sarebbe aperto uno sviluppo sulla sinistra, con Perisic o D’Ambrosio (tratto rosso). Era meglio rischiare o cercare Borja in sicurezza? Nella realtà il pallone è finito a Peluso (tratto azzurro). E’ andato perso per la fretta di verticalizzare.   

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