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Spalletti: "Anche contro la Spagna vogliamo comandare il gioco. E' una di quelle partite per fare la storia"
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Il ct della Nazionale italiana Luciano Spalletti è pronto per la grande sfida contro la Spagna che, se vinta, garantirebbe la qualificazione aritmetica degli Azzurri agli ottavi di finale degli Europei. Una partita, quella delle 21 di domani sera a Gelsenkirchen, che rappresenterà l’ennesimo capitolo di una rivalità che negli ultimi anni è stata accentuata dal doppio confronto in Nations League del 2021 e dello scorso anno - entrambi vinti dalle Furie Rosse - ma soprattutto dalla semifinale di Euro 2020, portata a casa ai calci di rigore dall’Italia.
Queste le dichiarazioni rilasciate da Spalletti nella conferenza stampa della vigilia. A partire dalle possibili indicazioni sulla formazione: "Questa volta ve la dico domani. Non la dico il giorno prima perché non mi è arrivata nessuna notizia su chi gioca degli altri. È una delle partite più importanti della mia carriera, va messa a quel livello lì. Tutti hanno una storia da raccontare, questa è una di quelle partite che può determinare quella storia".
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Sui rigoristi dell'Italia: "Scamacca, Retegui, Dimarco. Poi secondo me li sa battere anche Calafiori e Jorginho. Tanto se ne batte uno o due per ora, bisogna sempre avere quello di scorta se il tiratore iniziale non se la sente".
Sull’eventualità di un cambio di sistema di gioco e di filosofia rispetto all’esordio con l’Albania: "La Spagna è diventata questa perché ha fatto sempre lo stesso calcio ed è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e la stessa disponibilità del calciatori. Si parla di calcio internazionale, di confronto con scuole di calcio più definite. Per arrivare a quei livelli bisogna fare quello che hanno fatto loro, riproporre sempre la stessa idea di calcio. Una volta si tenta di giocare a pallone e si riesce a stare nella loro metà campo. Ma il tentativo di fare la partita c’è. Loro hanno tutto da un punto di vista di caratteristiche individuali e di squadra. Dovranno essere più alti i tempi di reazione nostri, il ritmo è quello. Con la Croazia picchiano sempre allo stesso modo, la Croazia gli è entrata in queste pause. Noi dobbiamo essere bravi a mantenere sempre lo stesso livello. C’è la voglia di confrontarsi contro una delle scuole calcio più importanti. Non dovremo avere rimpianti, sarà più difficoltoso ma si va lì vestiti bene e disposti a sporcarsi se ci fosse bisogno”.
Sulla necessità di una maggiore intraprendenza da parte di alcuni singoli: “Bisogna riuscire a trovare equilibrio non solo a livello tattico. Dieci calciatori che dribblano non si possono sostenere, Yamal è più bravo a fare quello ma ha meno disponibilità quando deve ripiegare. Bisogna saper fare entrambe le fasi. Dobbiamo mettere a posto delle cose ma siamo sulla buona strada, perché abbiamo preso qualche ripartenza di troppo, se ci metto anche le qualificazioni. Poi oltre al singolo e l’individualità c’è la squadra, poi se uno ha l’accelerazione con massimo 34 e gli altri 29, loro hanno tempi di reazione inferiori. Se saremo bravi penseremo a cosa fare nell’uno contro uno".
Sulle qualità della Spagna e le insidie principali per l’Italia: "Mi piace molto. Hanno uno stile offensivo, un certo numero di giocatori che pressano alto. Quindi, come ho detto prima, dovremo fare un buon lavoro per trovare un uomo libero il più rapidamente possibile, altrimenti saremo costretti a fare un passaggio lungo verso la nostra linea d'attacco. Ci sono molte nazionali che giocano un calcio offensivo e la Spagna è una di queste, ma non è l’unica. La chiave che apre la porta della possibilità di vincere la partita è il livello che facciamo noi. La Spagna sa fare cose che sono importanti e a volte dovremo subirla, ma le intenzioni devono essere di quelle giuste. Abbiamo rispetto per la storia e la qualità della Spagna, sarebbe un errore pensarsi più forti di quelli che si è, ma noi abbiamo le possibilità di giocarci la nostra partita".
Luciano Spalletti ha poi provato a spiegare le differenze tra la Spagna di oggi e quella di 15 anni fa: "Penso siano simili. Questa squadra porta la palla in avanti un po' più velocemente, sono un po' più diretti, ma dipende da chi gioca come attaccante. Ne hanno 3 attaccanti che hanno competenze diverse: Morata è il migliore a correre dietro, non è pigro e in termini di metri percorsi e velocità i suoi numeri sono incredibili. Lui porta la palla in avanti, poi hanno due ali a cui piacciono le situazioni uno contro uno e uno dei problemi che incontreremo sarà quando riusciremo a fare la partita nella loro metà campo per le preventive sulle ripartenze, a campo aperto sono micidiali”.
Sull’approccio dell’Italia: “Aggressivo vuol dire anche andandola a prendere pressandoli. Il tentativo va fatto. Bisogna andare forte, dipende però dalle distanze di squadra. Noi li vogliamo pressare corti. Nei tempi più corti, nelle distanze ravvicinate c’è la difficoltà di essere più puliti. Non la perdono mai altrimenti se non li pressi. Il tentativo è quello, pressarli ed essere più bravi di loro a giocare la palla. Poi c’è tutto dentro la partita. Non possiamo giocare solo in ripartenza, loro hanno Rodri e noi Jorginho davanti alla difesa. Rodri si abbassa e diventa il quinto difensore, fa sempre quello che chiede la situazione. Jorginho non va bene per fare il quinto difensore. Ci vuole struttura, scocca, fisico, lui è un calciatore più di qualità. Si cerca di mettere insieme tutte queste notizie e caratteristiche e qualità che si hanno per tirare fuori una prestazione che somigli il più possibile a quello che si vuole fare”.
Il nostro ct è poi tornato sul discorso della concretezza, un problema emerso nella vittoria di misura contro l’Albania: “Tenteremo di fare ugualmente la partita. Bisogna essere bravi a fare questi cambi di velocità per portare a casa quel vantaggio che ci siamo procurati con l’inizio dell’azione. Quando si arriva davanti al portiere siamo già a dama, cioè bisogna fare gol ma prima bisogna arrivarci. La tranquillità di poter fare quasi sempre gol è difficile. Poi bisogna sempre parlare anche di coraggio, emozione, responsabilità. Si fa un’analisi corretta e tentare di mettere a posto la semplicità dell’esecuzione quando siamo lì. Che è una cosa semplice. Va trattata così e non come complessa altrimenti diventa tutto difficile. Quando ci troviamo lì dobbiamo pensare che è la cosa più semplice fare gol, altrimenti poi si va a caricare quell’emozione che hanno i ragazzi nel giocare questa partita”.
L'ultima battuta in conferenza di Spalletti è nuovamente sul tipo di partita che l'Italia dovrà provare a fare: "Tenteremo di fare la stessa gara con l’Albania. Vogliamo misurarci contro una squadra forte come la Spagna per vedere il nostro livello di calcio contro una delle squadre più forti che ci sono. Ora valuteremo, anche contro squadre forti nelle qualificazioni abbiamo cercato di fare un calcio propositivo di possesso palla. Sono convinto che se diamo il pallino a loro ne usciamo male, quindi tenteremo di fare la nostra partita e comandare il gioco. Vedremo se saremo in grado di farlo anche contro la Spagna”.
Queste le dichiarazioni rilasciate da Spalletti nella conferenza stampa della vigilia. A partire dalle possibili indicazioni sulla formazione: "Questa volta ve la dico domani. Non la dico il giorno prima perché non mi è arrivata nessuna notizia su chi gioca degli altri. È una delle partite più importanti della mia carriera, va messa a quel livello lì. Tutti hanno una storia da raccontare, questa è una di quelle partite che può determinare quella storia".
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Sui rigoristi dell'Italia: "Scamacca, Retegui, Dimarco. Poi secondo me li sa battere anche Calafiori e Jorginho. Tanto se ne batte uno o due per ora, bisogna sempre avere quello di scorta se il tiratore iniziale non se la sente".
Sull’eventualità di un cambio di sistema di gioco e di filosofia rispetto all’esordio con l’Albania: "La Spagna è diventata questa perché ha fatto sempre lo stesso calcio ed è diventata così riconosciuta perché ha avuto il coraggio di mantenere nel tempo la stessa idea di calcio, la stessa richiesta e la stessa disponibilità del calciatori. Si parla di calcio internazionale, di confronto con scuole di calcio più definite. Per arrivare a quei livelli bisogna fare quello che hanno fatto loro, riproporre sempre la stessa idea di calcio. Una volta si tenta di giocare a pallone e si riesce a stare nella loro metà campo. Ma il tentativo di fare la partita c’è. Loro hanno tutto da un punto di vista di caratteristiche individuali e di squadra. Dovranno essere più alti i tempi di reazione nostri, il ritmo è quello. Con la Croazia picchiano sempre allo stesso modo, la Croazia gli è entrata in queste pause. Noi dobbiamo essere bravi a mantenere sempre lo stesso livello. C’è la voglia di confrontarsi contro una delle scuole calcio più importanti. Non dovremo avere rimpianti, sarà più difficoltoso ma si va lì vestiti bene e disposti a sporcarsi se ci fosse bisogno”.
Sulla necessità di una maggiore intraprendenza da parte di alcuni singoli: “Bisogna riuscire a trovare equilibrio non solo a livello tattico. Dieci calciatori che dribblano non si possono sostenere, Yamal è più bravo a fare quello ma ha meno disponibilità quando deve ripiegare. Bisogna saper fare entrambe le fasi. Dobbiamo mettere a posto delle cose ma siamo sulla buona strada, perché abbiamo preso qualche ripartenza di troppo, se ci metto anche le qualificazioni. Poi oltre al singolo e l’individualità c’è la squadra, poi se uno ha l’accelerazione con massimo 34 e gli altri 29, loro hanno tempi di reazione inferiori. Se saremo bravi penseremo a cosa fare nell’uno contro uno".
Sulle qualità della Spagna e le insidie principali per l’Italia: "Mi piace molto. Hanno uno stile offensivo, un certo numero di giocatori che pressano alto. Quindi, come ho detto prima, dovremo fare un buon lavoro per trovare un uomo libero il più rapidamente possibile, altrimenti saremo costretti a fare un passaggio lungo verso la nostra linea d'attacco. Ci sono molte nazionali che giocano un calcio offensivo e la Spagna è una di queste, ma non è l’unica. La chiave che apre la porta della possibilità di vincere la partita è il livello che facciamo noi. La Spagna sa fare cose che sono importanti e a volte dovremo subirla, ma le intenzioni devono essere di quelle giuste. Abbiamo rispetto per la storia e la qualità della Spagna, sarebbe un errore pensarsi più forti di quelli che si è, ma noi abbiamo le possibilità di giocarci la nostra partita".
Luciano Spalletti ha poi provato a spiegare le differenze tra la Spagna di oggi e quella di 15 anni fa: "Penso siano simili. Questa squadra porta la palla in avanti un po' più velocemente, sono un po' più diretti, ma dipende da chi gioca come attaccante. Ne hanno 3 attaccanti che hanno competenze diverse: Morata è il migliore a correre dietro, non è pigro e in termini di metri percorsi e velocità i suoi numeri sono incredibili. Lui porta la palla in avanti, poi hanno due ali a cui piacciono le situazioni uno contro uno e uno dei problemi che incontreremo sarà quando riusciremo a fare la partita nella loro metà campo per le preventive sulle ripartenze, a campo aperto sono micidiali”.
Sull’approccio dell’Italia: “Aggressivo vuol dire anche andandola a prendere pressandoli. Il tentativo va fatto. Bisogna andare forte, dipende però dalle distanze di squadra. Noi li vogliamo pressare corti. Nei tempi più corti, nelle distanze ravvicinate c’è la difficoltà di essere più puliti. Non la perdono mai altrimenti se non li pressi. Il tentativo è quello, pressarli ed essere più bravi di loro a giocare la palla. Poi c’è tutto dentro la partita. Non possiamo giocare solo in ripartenza, loro hanno Rodri e noi Jorginho davanti alla difesa. Rodri si abbassa e diventa il quinto difensore, fa sempre quello che chiede la situazione. Jorginho non va bene per fare il quinto difensore. Ci vuole struttura, scocca, fisico, lui è un calciatore più di qualità. Si cerca di mettere insieme tutte queste notizie e caratteristiche e qualità che si hanno per tirare fuori una prestazione che somigli il più possibile a quello che si vuole fare”.
Il nostro ct è poi tornato sul discorso della concretezza, un problema emerso nella vittoria di misura contro l’Albania: “Tenteremo di fare ugualmente la partita. Bisogna essere bravi a fare questi cambi di velocità per portare a casa quel vantaggio che ci siamo procurati con l’inizio dell’azione. Quando si arriva davanti al portiere siamo già a dama, cioè bisogna fare gol ma prima bisogna arrivarci. La tranquillità di poter fare quasi sempre gol è difficile. Poi bisogna sempre parlare anche di coraggio, emozione, responsabilità. Si fa un’analisi corretta e tentare di mettere a posto la semplicità dell’esecuzione quando siamo lì. Che è una cosa semplice. Va trattata così e non come complessa altrimenti diventa tutto difficile. Quando ci troviamo lì dobbiamo pensare che è la cosa più semplice fare gol, altrimenti poi si va a caricare quell’emozione che hanno i ragazzi nel giocare questa partita”.
L'ultima battuta in conferenza di Spalletti è nuovamente sul tipo di partita che l'Italia dovrà provare a fare: "Tenteremo di fare la stessa gara con l’Albania. Vogliamo misurarci contro una squadra forte come la Spagna per vedere il nostro livello di calcio contro una delle squadre più forti che ci sono. Ora valuteremo, anche contro squadre forti nelle qualificazioni abbiamo cercato di fare un calcio propositivo di possesso palla. Sono convinto che se diamo il pallino a loro ne usciamo male, quindi tenteremo di fare la nostra partita e comandare il gioco. Vedremo se saremo in grado di farlo anche contro la Spagna”.