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Spal, Vicari: 'Il campo neutro non ci aiuta'
Ma non possiamo che iniziare così: La Florio, ma Sandro Tonali è davvero il nuovo Pirlo?
"Calma, molta calma. Sandro Tonali è Sandro Tonali. Non è il nuovo Pirlo, anzi...".
Ovvero?
"Pur avvicinandosi per posizione in campo e carattere, definirlo 'nuovo Pirlo' è un'etichetta che può solo fare male. Pirlo alla sua età non faceva il regista: se vogliamo, esagerando, Tonali alla stessa età di Pirlo è anche più forte. Ovviamente paragoniamo un ragazzino a un fuoriclasse, ma lo dico perché Andrea faceva il trequartista, poi Mazzone lo ha spostato in mezzo al campo e con Ancelotti è diventato un giocatore unico, impareggiabile. Ma fidatevi di me, Tonali è Tonali".
Ha già conosciuto Pirlo di persona?
"Si sono incontrati nello spogliatoio del Brescia, un anno fa. Non c'era ancora tutto il clamore di questo momento attorno a Tonali, in quel caso è stato un saluto molto semplice ma gentile in cui Sandro ha potuto incontrare un campione come Pirlo: momenti così restano impressi".
Com'è questo ragazzo fuori dal campo? Lì in mezzo gestisce il traffico da veterano, si fa rispettare da tutti.
"Sandro è un ragazzo molto tranquillo, questa è la sua forza. Sicuro di sé, non si monta la testa, ama giocare alla PlayStation e non va troppo in giro. Il calcio prima di tutto. E poi c'è la famiglia che lo segue in ogni passo, cosa fondamentale alla sua età".
La crescita di Tonali è sotto gli occhi di tutti. Anche dei top club, vero?
"Non solo, perché ogni partita Sandro aggiunge qualcosa alla sua crescita. Pensate che contro lo Spezia c'era a vederlo Gregucci per conto di Roberto Mancini in ottica Nazionale, c'era l'Inter, la Juventus e anche il Napoli. Nonostante la pressione, Tonali ha fatto una partita straordinaria: questo ragazzo migliora di partita in partita. E so che si è parlato di Bologna, ma ad oggi non è una pista percorribile".
Brescia, terra di talenti esplosi dal nulla. Da dove spunta Tonali?
"Al Brescia è arrivato per caso. Lo volevano la Fiorentina, il Milan, l'Inter: tutte pronte a promettergli un provino da settimane e per settimane, ma senza fissarlo definitivamente. Il Brescia invece lo ha testato in 24 ore e preso immediatamente dopo il suo provino".
Colpo di fulmine, come con lei.
"Proprio così, io l'ho scoperto quasi tre anni fa. Mi è stato segnalato, sono corso a vederlo: non era titolare, ma quando subentrava aveva sempre la capacità di rubarmi l'occhio per la postura, la maturità, la personalità con cui stava in campo. Ho incontrato la famiglia ed ho avuto l'occasione di affiancare Tonali in un percorso che può regalare ancora tante soddisfazioni, ne sono certo".
In estate ha già fatto parlare di sé: si aspettava davvero che rimanesse a Brescia?
"Sapevo che il Brescia lo avrebbe tenuto, il presidente Cellino non voleva cederlo. Ma è chiaro che non è l'ambiente più comodo per un giovane e bisognerà fare dei ragionamenti. Questa esperienza così tosta non lo scalfisce: pensate che l'ho chiamato prima di una partita delicata con la Cremonese, sfida tra due città rivali, lui aveva 17 anni e mi dice: 'Sono tranquillissimo'. Personalità pura".
La squadra che si è avvicinata di più a Tonali?
"La Sampdoria lo voleva, si era mosso Walter Sabatini facendo un'offerta al Brescia. Personalmente sono convinto che Tonali in una squadra come la Samp o la Fiorentina possa conquistarsi il posto in poche partite".
Ma la Roma ci ha fatto più di un pensierino: ha offerto 10 milioni di euro.
"Sì, è tutto vero: la Roma si è mossa con il Brescia. Ma soprattutto la Sampdoria con l'Inter che lo ha seguito molto spesso, magari lasciandolo in prestito dov'è: Cellino ha rifiutato qualsiasi proposta".
Il presidente Cellino vede Tonali come vedeva Nainggolan ai tempi di Cagliari: c'è un retroscena che ci può raccontare?
"Posso confermarvi che Cellino fa sempre riferimento a Nainggolan quando parla di Tonali. Non come caratteristiche ma come potenzialità, punta ad arrivare in Serie A con Sandro in squadra. Vi racconto che volevamo mettere una clausola rescissoria nel suo contratto in occasione del rinnovo ma Cellino si è opposto: ha fatto la sua scelta".
L'anno prossimo, vedremo Sandro Tonali in Serie A: ci mette un penny?
"Me lo aspetto in Serie A e me lo auguro. Credo che i giovani al momento giusto vadano venduti perché non si sa mai cosa succede nel calcio".
La squadra perfetta per lui può essere il Milan: manca un regista giovane...
"Il Milan può essere una soluzione ideale, sicuramente: in una società così potrebbe trovare il suo spazio. Tra l'altro Sandro è anche milanista... (sorride, ndr). Sono convinto che anche in un top club potrebbe adattarsi in pochi mesi, il tempo di inserirsi e conquisterebbe tutti. Bisogna trovare il momento giusto per convincere Cellino".
E la Juventus? Difficilmente sui talenti italiani arriva seconda...
"Confermo, tanto che con Paratici ho avuto contatti; ma è più difficile. C'è tanta concorrenza, complesso immaginare di avere spazio alla Juventus, ma Tonali in bianconero potrebbe essere una soluzione se dovesse essere prospettato un progetto importante attorno al giocatore passando magari da un anno di prestito. Mai dire mai".
Magari finirà all'estero: sa che proprio Leonardo portò Verratti dalla Serie B al PSG senza paura?
"Eccome... in Francia non hanno paura. Ad oggi Il Monaco è tra le squadre che hanno seguito Tonali con il direttore Emenalo, ad esempio. Sono sempre molto attenti ai giovani. E presto Sandro andrà al Mondiale Under 19, poi l'Europeo Under 21 è nel mirino".
AAA Tonali vendesi: ma quanti milioni servono per smuovere Cellino?
"Staremo a vedere: direi 15/17 milioni, forse 20 totali per smuovere Cellino, poi il prezzo lo fa il Brescia. Ma non c'è mai stato alcun giocatore valutato così tanto in Serie B, a parte proprio Marco Verratti preso dal PSG per 12 milioni".
Si parla tanto di giovani italiani con Mancini ct: è d'accordo con la sua scelta di puntare su ragazzi come Zaniolo o Pellegri?
"All'estero non c'è alcuna paura di lanciare i giovani. Solo qui in Italia ci spaventiamo: Mancini ha sfondato una porta aperta, non c'era alcuna alternativa dopo il fallimento per la qualificazione mancata allo scorso Mondiale. Sono totalmente d'accordo con Mancini".
Lei portò El Shaarawy al Milan sette anni fa azzeccando la scelta: quanto conta l'allenatore?
"L'allenatore è giusto è fondamentale per un giovane. Allegri ha dato i suoi segnali a quei tempi, voleva El Shaarawy con entusiasmo: prima di portare Stephan al Milan parlai con Max a un premio ritirato a Sorrento, lì ho capito che ci avrebbe puntato seriamente e abbiamo scelto i rossoneri, mossa vincente. L'allenatore è fondamentale".
Tonali a parte, due talenti italiani che si aspetta di vedere tra i convocati del Mondiale in Qatar del 2022.
"Mi piace moltissimo Scamacca, ora è alla Cremonese e deve fare il salto. E poi dico Moise Kean: se avrà spazio per giocare e mettersi in mostra potrà diventare devastante".