Sorriso Osvaldo:|'L'Italia è un sogno'
L’italo-argentino Pablo Osvaldo dopo la parentesi fiorentina durante la quale è ancora ricordato per i gol alla Juve e al Torino, e dopo l’avventura in Spagna, è tornato in Italia a giocarsela nelle file della Roma. E’ proprio nella Capitale che, riproponendo la mitragliatrice che fu di Batistuta, ha conquistato Cesare Prandelli, il c.t. azzurro che lo aveva scartato ai tempi di Firenze. Oggi, l’attaccante, si gode il momento da favola, condito da una inaspettata convocazione e dal molto probabile esordio che avverrà martedì prossimo a Pescara contro l’Irlanda del Nord. “Per me vestire la maglia azzurra è un sogno perché calcisticamente sono cresciuto in Italia, e poi perché in Argentina questa possibilità non me l’hanno data. Poi, questa scelta l’ho già fatta quando ho vestito la maglia dell’Under 21, ho una famiglia italiana, la moglie italiana. Mi sento italiano anche se sono argentino. Fa piacere che il mister parli bene di me – ha continuato – Però vediamo più avanti, perché sono felice, per ora, di essere qui per la prima volta. Se mi danno la possibilità di giocare, spero di dare il mio contributo. Le critiche dei politici? Mi viene da ridere, perché criticano anche i giocatori italiani del sud…”. Capitolo Fiorentina, l’addio di Osvaldo e Pazzini. Oggi una rivincita per entrambi?“Rivincita no perché il mister la fiducia me l’ha sempre data. Giocavo poco perché davanti avevo due campioni come Gilardino e Mutu, poi ero giovane. Ora che ci penso, che sono più maturo, riesco a capire il motivo per il quale avevo poco spazio. I miei minuti li giocavo, entravo, ma avevo la frenesia di voler fare troppo. Poi l’esperienza spagnola mi ha cambiato la mentalità. Ora sono cresciuto, sono maturato e riesco a capire meglio le situazioni. Nel gioco non sono cambiato molto, se non migliorare grazie alla continuità. Però non è che prima ero egoista. Se l’allenatore della Nazionale mi ha chiamato, non credo sia stata una scelta a caso. In questo caso, sì, è stata un’emergenza, perché aveva convocato altri giocatori che si sono fatti male. Però è un buon segnale . Che cos’ho in più rispetto agli altri? Non lo so, lavorerò duro per cercare di convincere il mister a convocarmi anche altre volte. Ma ora mi voglio godere questi giorni. Sono arrivato qua da quattro giorni, ancora non ho giocato neanche un minuto”.