Romamania:| Osvaldo, italiano d'Argentina
Quella di ieri è stata una giornata particolare per Osvaldo. Prima a Trigoria. Una mattinata come tante altre. Allenamento a ranghi ridotti, una doppietta in partitella, poi improvvisamente una chiamata da Coverciano. In Nazionale si è fatto male Balotelli, tocca a lui sostituirlo. Come in quell'ottobre di tre anni fa con l'Under 21, quando il giallorosso prese il posto dell'ex interista in una partita contro Israele. 'Ringrazio tutti i tifosi della Roma', ha dichiarato prima di raggiungere Firenze. Ma molti di loro non hanno gradito la sua partenza. Alcuni per motivi puramente egoistici: la paura che si possa far male pochi giorni prima del derby è tanta.
Altri, invece, adducono ragioni decisamente ideologiche: è nato in Argentina, non può giocare con la Nazionale italiana. E, secondo me, non hanno tutti i torti. La Nazionale deve essere la massima espressione del calcio italiano, e in questo modo si svilisce il principio d'identità. Prandelli, dal canto suo, ha deciso di virare decisamente sugli oriundi dopo il fallimento in Sudafrica: Ledesma, Thiago Motta, Amauri e ora, appunto, la chiamata di Osvaldo, italiano di Buenos Aires. Per carità: nulla contro Daniel Pablo. Di per sé, la convocazione è meritata e lui non ha colpe. Ci mancherebbe. Tre gol, nelle ultime tre partite, il triplo di quanti ne ha realizzati Vucinic, suo predecessore alla Roma.
Sta mantenendo fede a quanto dichiarato nella sua prima conferenza stampa: 'Mi avete pagato pure troppo poco...'. Certo, se continua così. Semmai è la regola, a mio parere, a dover essere più restrittiva: bisognerebbe rendere convocabili soltanto giocatori nati in Italia o quanto meno cresciuti nel Paese fin dai primissimi anni di vita (tanto per non creare confusione con i casi Perrotta, Giuseppe Rossi, Gentile e via dicendo). Per il resto, in bocca al lupo. E mi raccomando: tieniti qualche colpo in canna per la Lazio. In curva Sud sentono già la mancanza della mitraglia...