Sodinha: "La festa da Ronaldinho, quel giocatore del Milan che baciava due donne e Conte che mi mise fuori rosa..."
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CONTE – Allenato da tanti protagonisti attuali del calcio italiano, a Bari il suo allenatore era quel Conte adesso in sella al Napoli. “Mi diede l’ok per andare in Brasile per trascorrere le vacanze di Natale. Sarei dovuto tornare a inizio dell’anno nuovo. Tornai dopo quasi 20 giorni di ritardo e mi mise fuori rosa”. In un altro passaggio rivela: “Mi allenavo da ubriaco, senza il calcio sarei morto".
LA FESTA – Nei suoi racconti trova spazio anche la sua partecipazione a una festa privata organizzata in un normale martedì sera a casa di Ronaldinho, quando l’ex Barcellona era un calciatore del Milan. "Mi vengono a prendere alcuni miei amici ed entriamo in macchina. Credevo stessimo andando a Milano. Invece no, a un certo punto vedo la macchina che va in un'altra direzione, a Varese. Mi dicevano: stai tranquillo, è una bella cosa… non ti preoccupare". Il gruppo arriva quindi in una villa lussuosa, immersa nel verde. Io non sapevo che quella fosse casa di Ronaldinho, stentavo a credere ai miei occhi. Scendiamo e vedo lì cinquanta ragazze e nessun maschio… mi sono detto: ma che è, il paradiso? A un certo punto vedo lui, Ronaldinho, uscire dal bagno, gli salto addosso e lo abbraccio. Mi dice: fa come a casa tua. Lì c'è il bar, lì la piscina… vai, divertiti".
INDIMENTICABILE – Sodinha diventa quindi protagonista del party dove festeggia, balla, beve e suona. "Ho bevuto tanto whisky, mi sentivo ubriaco. Ricordo che a un certo momento mi sono alzato e sono entrato in una stanza buia. Non si sentivano rumori, niente. Ho appoggiato a mano alla parete per cercare l'interruttore e quando s'è accesa la luce mi accorgo che ero finito in una sala enorme piena di vini. Mi guardo intorno e vedo che c'è un calciatore biondo e bellissimo che si baciava con una mora e una bionda. Non vi dico chi è, non posso… posso solo dirvi che era uno molto famoso. Quale fu la mia reazione? Dissi: sorry… sorry… e me ne andai. Spensi la luce e non ci credevo che era proprio lui. C'erano quattro, cinque del Milan ma non posso dire chi erano. Uno di questi era biondo e bellissimo e molto ambito dalle ragazze presenti. Sono andato via con un sorriso grande così… era andato tutto benissimo. Erano le 6.30, forse anche le 7 del mattino. Ho baciato i piedi di Dinho e l'ho ringraziato".
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E beh non vuole una scienza era Beckham.