Una partita condizionata dagli episodi, come spesso accade nelle finali. Il Seongnam Ilhwa Chunma batte 3-1 gli iraniani dello Zob Ahan e conquista, per la prima volta nella sua storia, la Champions League asiatica. I sud coreani ci avevano già provato nel 2004 ma furono sconfitti (si giocava ancora su match di andata e di ritorno) dai sauditi dell'Al Ittihad. Sei anni dopo, ecco la rivincita in una partita decisa dai gol dei difensori centrali, l'australiano Ognenovski e Byung Kuk, e dalla rete a sei dalla fine di Kim Chol Ho, superstite della doppia finale del 2004. Lo Zobahan, che prima dell'atto finale aveva subito solo cinque gol in 11 partite, ha regalato il primo tempo agli avversari e dopo il momentaneo 1-2 del solito Khalatbari si è scontrato con Sung Ryong, in giornata di grazia.

Per la seconda volta consecutiva (l'anno scorso, nella prima finale su gara unica, trionfarono i Pohang Steelers) e per la terza volta in quattro anni (nel 2006 vinsero i Jeonbuk Motors) ad alzare il trofeo è una squadra della Sud Corea, l'ennesima conferma di un calcio in forte crescita.

A dicembre il Seongnam sarà di scena negli Emirati Arabi, per il Mondiale per club. Nei quarti di finale affronterà la vincente tra i padroni di casa dell'Al Wahda e i vincitori dell'Oceania del Hekari United. In caso di vittoria affronterà l'Inter. Shin Tae Yong recupererà Cheon Kwang-Jin e Radoncic, squalificati per la finale. Il montenegrino, insieme al colombiano Molina, è l'uomo più pericoloso dei coreani. Che ad Abu Dhabi non vogliono recitare il ruolo della comparsa.