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  • Calcioscommesse, le intercettazioni: 'Fantozzi, è lei? Sono un uomo morto...'

    Calcioscommesse, le intercettazioni: 'Fantozzi, è lei? Sono un uomo morto...'

    Le intercettazioni telefoniche.
    "Se fanno le indagini io sono un uomo morto".
    Zamperini mi diceva di aver conosciuto della gente che disponeva di un sacco di soldi.

    Il quartier generale era lo stabilimento balneare di Cervia «I figli del Sole». Lì il gruppo dell'atalantino Cristiano Doni avrebbe scelto le partite da «truccare» e le cifre da investire. E concordato di distruggere prove compromettenti. Ci hanno provato fino a qualche settimana fa, quando hanno valutato insieme all'ex portiere Nicola Santoni, anche lui coinvolto nelle combine , il modo di rendere inaccessibile il suo telefono iPhone sequestrato nei mesi scorsi che evidentemente poteva fornire elementi utili all'inchiesta. E poi, spaventato all'idea che l'amico potesse crollare, Doni ha deciso di pagargli l'avvocato. Lui stesso, sperando così di eludere i controlli, si era già comprato una scheda telefonica rumena. Del resto quale fosse la sfrontatezza dei calciatori nel cercare di coinvolgere altri atleti convincendoli a vendersi le partite è evidente leggendo gli interrogatori su Alessandro Zamperini che tenta di reclutare anche ex colleghi che non vede da dieci anni.

    «Cambi il passwordino»
    È 15 novembre scorso.
    Santoni: Olà
    Doni: Santoni? Fantozzi è lei?
    Santoni: Ah, è tutto a posto
    Doni: Sono con il fisso eh. Però ascolta eh, quella password lì?... Fai il falsetto, fai il falsetto (camuffando la voce)
    Santoni: (camuffando anche lui la voce)...eh. praticamente
    Doni: Ma chi te l'ha detta sta boiata qua? è vera? Nic ...oh!
    Santoni: Eh, no prova a cambiare il passwordino
    Doni: Pronto?
    Santoni: Ho detto tramite il computerino cambi il passwordino
    Doni: Eh, scusa. Ma chi te l'ha detta 'sta roba qua
    Santoni: Eh l'ha detto. Era l'idea di un avvocato, no? Però mercoledì in un centro tecnico..
    Doni: Loro entrano anche se non possono entrare senza?
    Santoni: Secondo me teoricamente sì
    Secondo il giudice si tratta di un «grave tentativo di inquinamento probatorio» in vista della perizia fissata per il 24 novembre scorso «per estrapolare le informazioni presenti nella memoria».

    Il «contabile» dei bolognesi
    Figura chiave del «gruppo dei Bolognesi» risulta l'ex calciatore Luigi Sartor, molto legato al bomber della Lazio Giuseppe Signori. I «pentiti» lo indicano come il «contabile», per i magistrati era delegato ai rapporti con i soggetti di Singapore che gestivano le scommesse. E quando il pronostico non viene rispettato afferma: «Onestamente mi stanno veramente facendo un po' di paura, tra virgolette». Ben altri timori li esterna a luglio, quando l'indagine ha già portato agli arresti Signori e gli altri, al telefono con la madre.
    Sartor: Ho fatto chiamare dal mio avvocato in Procura per sapere se volevano sentirmi perché c'è questo qui che non conosco che ha fatto il mio nome, dice che ero il contabile... Ho chiamato e loro m'han detto per me lui può mettere le tende qua, noi non abbiamo intenzione di ascoltarlo, però sai han fatto il mio nome, secondo me stanno facendo delle indagini... Se fanno delle indagini per sapere se mi sentivo con Beppe sono morto! Perché io e Beppe ci sentivamo un giorno sì e un giorno no
    Madre: Sentirsi con un amico non sarà mica un crimine direi!
    Sartor: Io ero stato in Oriente, tu lo sai e quindi questo discorso che parlano... delle scommesse in Oriente è una cosa che si lega piuttosto bene... la mia paura più grande non è tanto quello che tu puoi aver fatto, è che ti vogliono tirare dentro un circuito.

    I 200 mila euro per perdere
    Il 9 novembre scorso viene interrogato il calciatore del Gubbio Simone Farina: «Ho conosciuto Alessandro Zamperini nelle giovanili della Roma nel 1999/2000. Non ho più avuto rapporti con lui fino al 26 settembre scorso quando ricevo un sms: "Come stai bestia? Sono Zampe"». Concordano un incontro a Gubbio. «Mi riferiva di aver conosciuto alcune persone che disponevano di un sacco di soldi. Che tali persone facevano capo a un soggetto indonesiano il quale, tramite un macedone, sarebbe stato disponibile a consegnarmi la somma di 200 mila euro affinché perdessi la partita di Coppa Italia con il Cesena prevista per il 30 novembre. Per fare ciò avrei dovuto corrompere a mia volta il portiere e almeno due difensori centrali in maniera che si realizzasse il risultato di Over, di fatto l'unico risultato che avrebbe interessato la sua organizzazione... Mi disse che mi avrebbe consegnato il denaro a casa... Insisteva affinché gli fornissi il numero di telefono del mio capitano. Gli dissi che non ero interessato e che il capitano e la società erano serie e mai avrebbero accettato tale offerta palesemente illecita. Lui mi disse che voleva parlare con il direttore sportivo e che verso la fine del campionato, qualora fossero serviti tre punti alla mia squadra per salvarsi, lui e la sua organizzazione avrebbero comprato l'altra squadra garantendoci la vittoria». Al termine dell'incontro, Farina ha contattato la procura federale e presentato la denuncia.

     

    Episodi e risultati strani, rabbie e lacrime improvvise. 
    Bisognava vincere 3-0, non 2-0. Quel rigore segnato: giù insulti.
    Rianalizzando incontri di serie A e B saltano fuori circostanze curiose, ma a volte il banco salta.
    Anche la serie A torna sotto inchiesta, con partite apparentemente insospettabili, calciatori consenzienti e quote da capogiro. Quanto basta per aspettarsi altri colpi di scena o, come minimo, per estendere i sospetti in modo esponenziale.

    «Calciatori d'accordo»
    Sono soprattutto tre le gare dello scorso campionato sulle quali si concentra l'attenzione degli investigatori coordinati dalla Procura di Cremona: Napoli-Sampdoria 4-0 del 30 gennaio 2011, Brescia-Bari 2-0 del 6 febbraio e Brescia-Lecce 2-2 del 27 febbraio. La fonte è Wilson Raj Perumal, il pentito di Singapore arrestato in Finlandia. A suo dire, il capo dell'organizzazione (detto Dan) «aveva certamente manipolato alcune partite di A. Certamente Brescia-Bari. Ma era furioso perché i calciatori avevano consentito di perdere 2-0 invece di 3-0, risultato con cui la scommessa avrebbe portato benefici molto più grandi». Il gol del 2-0 per i bresciani arriva solo al 93' (segna Caracciolo) e il Bari perde la sesta partita di fila.

    Quota super invitante
    «Dopo le partite del 30 gennaio - continua Perumal - Dan mi comunicò che io avrei ottenuto la mia parte dei profitti, che ammontava a 60 mila euro. Mi ricordo che parlava di un risultato di 4-0, si tratta quindi di Napoli-Sampdoria. A mio parere Dan ha scommesso con handicap insieme con over nella partita menzionata». Cosa significa? Uno scarto del genere con handicap iniziale (una sorta di coefficiente di difficoltà) può essere quotato a 4. L'«over», cioè un numero di gol superiore a un tetto previsto (in questo caso 3,5) può essere quotato anche 5. «Handicap insieme con over» in questo caso pagherebbe fino a 20 volte la giocata: una quota enorme per un risultato su cui nessuno ha avuto sospetti, dato che la Samp in crisi di risultati giocò una partita penosa e subì una tripletta dello scatenato Cavani e un gol di Hamsik in meno di un'ora di gioco.

    Macchine da gol insospettabili
    A queste due partite si aggiunge Brescia-Lecce che finisce 2-2 tra le proteste bresciane per il 3-2 annullato per un fuorigioco che non c'è. La partita era emersa nella prima fase delle indagini e da questa si era risaliti al coinvolgimento dell'organizzazione di Singapore. Anche Brescia-Chievo 0-3 (sempre del 30 gennaio come Napoli-Samp), costata la panchina al tecnico dei lombardi Beretta, è sotto esame da parte della Procura. Il fatto che anche queste due partite, dall'andamento diverso, si siano chiuse con un «over» tra squadre che in quel momento non erano certo macchine da gol, non può passare inosservato.

    Rigore non tirato e insulti
    A volte, come dire, il sospetto sorge spontaneo già al 90'. Prendiamo Grosseto-Reggina del 23 maggio 2010, una delle nuove partite combinate emerse nell'inchiesta di Cremona. È la penultima giornata di B, la Reggina deve vincere per salvarsi, il Grosseto non ha obiettivi. Sul 2-1 per i calabresi, all'88' viene assegnato un rigore ai toscani. Il giocatore designato è Filippo Carobbio, oggi difensore dello Spezia arrestato ieri all'alba come Doni. Carobbio non se la sente di tirare subito dagli undici metri. Sul dischetto va il capitano Consonni, che segna, beccandosi dopo il gol gli insulti plateali di alcuni giocatori della Reggina, ma anche del suo compagno Carobbio, che forse chissà ci aveva ripensato e voleva calciare. Consonni esce tra le lacrime e poi dichiara: «Ho preso il pallone per tirare il rigore e togliere qualcuno dei miei compagni dall'imbarazzo...». Più chiaro di così: la partita doveva finire 1-2, ma non tutto è andato per il verso giusto.

    Gli «zingari» in hotel
    Su questa e su altre cinque partite di B del campionato 2009-2010, la Procura ha gli elementi per poter parlare di un accordo. Ancona-Grosseto 1-1 del 30 aprile 2010 termina con l'allenatore dell'Ancona, Salvioni, che stizzito se ne va prima della fine negli spogliatoi, dopo il pareggio a 9 minuti dal termine da parte dei toscani. Ancona-Mantova del 30 maggio finisce 2-2: sotto esame due giocatori, il celebre difensore Gervasoni (arrestato ieri) e un suo compagno autore di una doppietta. Brescia-Mantova del 2 aprile 2010: termina 1-0 con un rigore dopo 3 minuti, ma il 2-0 (risultato concordato secondo la Procura) non arriva. Cittadella-Mantova 6-0 del 24 aprile 2010 in cui Gervasoni (ma non solo lui) dà il peggio di sé. Anche Empoli-Grosseto 2-2 del 30 maggio 2010 (con un gol di Carobbio) è sotto esame. Oltre a questo catalogo ce n'è un altro che riguarda partite per le quali non ci sono intercettazioni, ma in cui si è accertata la presenza di elementi della banda degli «zingari» nell'albergo delle squadre interessate. Tra queste c'è anche le celebre Atalanta-Piacenza 3-0 assieme ad altre due partite del Piacenza di Gervasoni (col Siena e col Pescara) e a un Padova-Mantova del 2009 sempre col difensore in campo (tra i lombardi). Anche prima di Lecce-Lazio 2-4 del 22 maggio 2011 si sono registrati movimenti sospetti negli hotel. Perché non si può mai stare tranquilli, figurarsi a fine campionato.

     

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