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  • Scrittori con la palla: CM incontra la Osvaldo Soriano F.C.

    Scrittori con la palla: CM incontra la Osvaldo Soriano F.C.

    • Germano D'Ambrosio

    Esiste un calcio diverso. In cui non si scrive a proposito di quelli che giocano, ma sono gli stessi giocatori a scrivere. Lo fanno di mestiere. Succede nella Osvaldo Soriano Football Club, un progetto interessante (sotto il nome del noto scrittore argentino, anche lui malato di calcio) che ha convinto diversi autori italiani - bestseller e non - a cimentarsi su un campo di gioco. Sfidano vecchie glorie, associazioni no-profit, ma anche gli scrittori di altre nazionalità nell'ambito della suggestiva Writers' League. Dentro, nomi altisonanti: ieri Severgnini, Acitelli, Lucarelli, oggi Baricco, Cavina, Perissinotto. Tutti a correre dietro ad un pallone, per il semplice gusto di farlo e magari di… raccontarlo. Calciomercato.com ne ha parlato in esclusiva con Emiliano Audisio, conosciuto dai più giovani come voce e autore di testi della rock band Linea 77, ma ora anche apprezzato scrittore di racconti.

    Emiliano, raccontaci innanzitutto come nasce la Osvaldo Soriano Football Club, e come tu sei entrato a farne parte…

    'La Osvaldo Soriano Football Club nasce nel 2001 da un'idea di Paolo Verri e di due curatrici culturali, Paola Cimatti e Silvia Brecciaroli. Ha unito nel corso di questi anni tutta una serie di scrittori appassionati di calcio. Io sono entrato in questo progetto un po' come un intruso, perché principalmente sono un musicista: canto nei Linea 77, scrivo testi di canzoni e ho pubblicato qualche racconto. Ciò non toglie che ci accomuna la stessa passione, quella di correre dietro a un pallone. E poi il fatto di essere un po' più giovane della media dei giocatori in campo mi permette di avere qualche chilometro in più nelle gambe…'.

    A questo punto ci devi dire chi è lo scrittore più bravo e quello meno bravo con gli scarpini ai piedi…

    'Mi è difficile valutare la bravura di un giocatore, ma diciamo che un elemento fondamentale della squadra è il bomber Francesco Trento, attaccante di razza, il quale spesso risolve delle situazioni ingarbugliate con i suoi gol. La palma di peggiore, invece, va forse a Sandro Sartori, che però è un elemento imprescindibile per il gruppo, perché è sempre presente a bordo campo e dispensa consigli ma anche… cioccolate e altro materiale energizzante. Sul campo, però, si vede poco'.

    Avete sfidato i vostri colleghi di varie nazionalità europee. Qual è stata la partita in cui vi siete divertiti di più?

    'Direi innanzitutto quella contro la Turchia a Brema, per la Writers' League, perché fu la prima a cui partecipai, il mio battesimo del fuoco: vincemmo e segnai anche un gol. A questa accomuno quella giocata in Svezia: arrivammo in finale con i padroni di casa. Quella con gli svedesi del resto è una sfida che si ripropone a ogni edizione della Writers' League, perché sono una squadra molto forte e compatta, con la quale infatti spesso perdiamo. E anche in quella occasione, proprio in Svezia, perdemmo malamente negli ultimi minuti del secondo tempo dopo essere stati in vantaggio per 1-0, ma nonostante la sconfitta ricordo ancora con piacere quella gara. Ha rappresentato un insegnamento prezioso, e ci ha fatto capire che eravamo in grado di vincere anche contro una squadra che ci sembrava molto più forte di noi. E infatti li battemmo l'anno successivo, in Germania, nella finale per il terzo e quarto posto del torneo'.

    Il vostro tecnico è Paolo Sollier, che giocatore lo è stato per davvero in gioventù. Qual è la sua filosofia calcistica, come vi dispone in campo?

    'Si cerca di stare abbastanza compatti: non si va oltre un 4-4-2, che a volte diventa 4-5-1 con i due laterali che cercano di supportare la punta centrale. Non possiamo scoprirci troppo, l'età media in campo impone di dosare molto bene le energie: cerchiamo più che altro di occupare in maniera strategica le varie zone del campo. Poi certo, ci si adatta un po' al match. In una partita contro gli scrittori argentini che si è tenuta a Roma qualche mese, non a caso, è uscito fuori uno 0-0 esaltante ma che rendeva bene l'idea del match, giocato tra due squadre molto solide, robuste, compatte. Nessuna delle due compagini voleva lasciare spazi, è stata una gara molto combattuta'.

    Al di là della squadra, qual è invece il tuo personale rapporto con il calcio?

    'Sono un grande appassionato, del resto sono cresciuto giocando e alcuni dei miei ex compagni di squadra, allora giovanissimi, li ho visti crescere e approdare poi in campionati maggiori. Resto tifosissimo del Torino, nonostante i tempi siano cupi'.

    Calcio e letteratura: se dovessi scrivere un racconto o una canzone su una storia o su un personaggio, quale sceglieresti?
    'Direi su Renato Zaccarelli, indimenticabile libero del Toro. Quando giocavo nelle giovanili granata ho avuto la fortuna di incrociarlo qualche volta: vederlo arrivare al campo d'allenamento era un'emozione per tutti. Sono sempre stato affascinato da questo personaggio elegante, posato ma sempre efficace, le cui movenze ed il cui aspetto rispecchiavano anche il suo modo pulito di stare in campo. Zaccarelli rappresenta la mia visione del calcio; peccato che oggi non abbia più un ruolo dirigenziale di primo piano…'.

    Per chiudere, consiglia ai nostri lettori un buon libro sul calcio, vecchio o nuovo che sia…

    'Ne approfitto per segnalare Era l'anno dei Mondiali, una raccolta di racconti scritti tra l'altro da molti dei partecipanti della squadra, e ce n'è anche uno dello stesso Osvaldo Soriano. Tutti i racconti hanno come leit motiv, appunto, la storia dei Mondiali, vista da tanti punti di vista diversi: è un libro molto carino e interessante, ve lo consiglio decisamente'.


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