Scontri tra ultras, mamma Ciro Esposito: 'Ho perso il mio Ciro per una partita, lo Stato fa troppo poco'
PUGNO DURO - "Lo Stato deve assumersi le sue responsabilità e provare ad estirpare questo male dal mondo del calcio. Lo sport è altro, non si può continuare così. Si lotta contro la criminalità organizzata e non si riesce a fermare questa violenza. Mi sembra molto strano, c'è qualcosa che non va".
FATTI, NON PAROLE - "Servono risposte concrete. In Inghilterra il calcio era uno sport violento, ora gli stadi sono frequentati dalle famiglie. Forse bisognerebbe seguire l'esempio di chi è riuscito a risolvere questa emergenza".
GIORNO MALEDETTO - "Non sono la persona adatta ad indicare una soluzione, sono una mamma addolorata perché Ciro non c'è più e quotidianamente provo a tenere viva la sua memoria. Non conosco quale sia la ricetta per risolvere certi problemi. So soltanto che mio figlio quel maledetto giorno del 2014 è uscito di casa per andare a vedere il Napoli e non è mai più tornato. Noi siamo stati completamente abbandonati. Si può morire per un incidente stradale, per una malattia, ma non per una passione. Non mi stanco di ripeterlo".