Scommesse: ecco perchè il Napoli è stato assolto (e ora la Lazio spera)
Tutto come previsto. L'annullamento della penalizzazione di due punti, comminati in primo grado dalla Disciplinare per la tentata combine di Sampdoria – Napoli, da parte della Corte di Giustizia Federale, è l'epilogo annunciato di una storia già scritta.
Il precedente del Benevento Calcio, datato 20 febbraio 2012, rappresentava un'inversione di tendenza troppo chiara e netta per non fare giurisprudenza.
Il Tnas (Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport) affermò, infatti, che la responsabilità oggettiva non doveva essere valutata “in maniera acritica e meccanica, bensì all'insegna di criteri di equità e di gradualità, tali da evitare risultati abnormi e non conformi a giustizia”.
La Corte di Giustizia Federale, dunque, non ha fatto altro che rafforzare il principio di un'applicazione non più così automatica e meccanica del principio della responsabilità oggettiva.
E ora che, con tutto il rispetto per il Benevento, protagonista del nuovo caso giudiziario è il Napoli la sensazione è che sull'istituto (definito anacronisticamente “un caposaldo” poche ore prima della sentenza della Corte di Giustizia Federale da parte di Giancarlo Abete) possa davvero calare il sipario.
Un'ulteriore considerazione è legata anche al reato di omessa denuncia.
Dopo la riduzione della condanna di Antonio Conte da 10 a 4 mesi e l'assoluzione di Cannavaro e Grava (condannati a 6 mesi in primo grado) anche questa fattispecie di reato potrebbe presto diventare residuale.
In poche parole, proiettandoci anche a quelle che saranno le risultanze del filone barese, è possibile fare alcune considerazioni senza la presunzione di voler anticipare il verdetto finale.
Se condannasarà per Mauri, potrà esserlo con tutta probabilità per illecito sportivo e non per una “mera” omessa denuncia.
Allo stesso modo la Lazio potrà, ove riconosciuta colpevole, rispondere solo per responsabilità diretta o indiretta ma difficilmente, a questo punto, per una responsabilità oggettiva che sembra ormai in procinto di abbandonare il terreno di gioco con la coda tra le gambe.
Ora il fatto che la responsabilità oggettiva e l'omessa denuncia diventino ipotesi sempre più residuali rappresenta per il capitano biancoceleste e la sua squadra un'arma a doppio taglio.
Il classico compromesso all'italiana, infatti, rischia di lasciare spazio a soluzioni diametralmente opposte: quella della colpevolezza “piena” per il calciatore (illecito sportivo) e per la società (responsabilità diretta o indiretta con annessa pesante penalizzazione) o quella dell'assoluzione totale.
Con la precisazione che la posizione del calciatore non è necessariamente legata a doppio filo a quella della società.
Un'ultima considerazione è legata alla giustizia sportiva che vive un regime transitorio con una riforma che sembra, o almeno dovrebbe essere, dietro l'angolo.
Un clima di incertezza del diritto che potrebbe suggerire di non usare la mano pesante in attesa di una normativa che sia finalmente degna di regolamentare il mondo del pallone.